Ravello. Risposta del sindaco a Sigismondo Nastri
Riportiamo integralmente la lettera di risposta del sindaco di Ravello a Sigismondo Nastri.
Caro Sigismondo,
la stima e l’affetto che nutro nei tuoi confronti mi impone di rispondere al Tuo scritto pubblicato sul “Vescovado”.
La libertà dii stampa che state un po tutti giornalisti in primis sbandierando non c’entra assolutamente nulla con l’accaduto e, consentimi, il richiamo all’art.21 della Costituzione non è “pertinente” .
Nell’esercizio delle mie funzioni, queste si Costituzionalmente garantite, quale Sindaco e Presidente del Consesso Civico, sono stato brutalmente interrotto dal giornalista che in quel momento era nell’aula consiliare come tanti altri cittadini e, in virtù anche del regolamento che disciplina le sedute consiliari l’ho invitato a stare zitto.
Basta vedere il video per rendersi conto che questi sono i fatti.
Certo che il mio invito l’ho fatto con autorevolezza e determinazione (non poteva essere altrimenti) ed il tono della voce, ti assicuro, non è stato diverso da quello del giornalista….solo che io ero “microfonato”.
Questi i fatti, nessuno attacco, quindi, alla libertà di stampa (RIPETO) ma atteggiamento irriguardoso e o se preferisci ATTACCO alle prerogative Istituzionali e Costituzionali di un Sindaco da parte del giornalista !
Mi conosci abbastanza per non dubitare che questa è la “verità” che emergerà e sarà acclarata nelle opportune sedi.
Tanto ti dovevo con la stima di sempre e sicuro che la tua onestà intellettuale ti imporrà rettificare il tuo scritto come ha, peraltro, già fatto il prof. Liuccio dopo una attenta disamina dell’accaduto.
Avv. Salvatore Di Martino
Sindaco di Ravello
Nell’intervento di Sigismondo Nastri che riportiamo per completezza e correttezza, come ci chiarisce, il giornalista, decano della Costiera amalfitana, ha specificato che il suo caso non era analogo a quello di Amato che è intervenuto mentre parlava il sindaco, lui non era intervenuto nel mentre del pubblico consesso ma solo successivamente con un articolo, una precisazione obbligata.
L’insofferenza di chi detiene il potere – per delega temporanea del popolo – nei confronti degli operatori dell’informazione fa sempre più tendenza. L’idea di una stampa di regime, come quella imposta dal fascismo, affascina (Di Maio docet, e non solo lui).. Dai livelli più alti, ministeriali, fino a quelli locali. C’è incappato anche l’amico Emiliano Amato, al quale esprimo – con l’apprezzamento più vivo per l’indiscusso rigore professionale che lo contraddistingue – la mia solidarietà. Un’informazione libera, non asservita, è il sale della democrazia».
A intervenire è Sigismondo Nastri, decano dei giornalisti della Costa d’Amalfi, dopo i fatti di martedì scorso al Consiglio Comunale di Ravello, con il tentativo del sindaco Salvatore di Martino, di allontanare il giornalista Emiliano Amato dall’assise cittadina dopo averlo più volte provocato in relazione alla sua attività giornalistica
Nell’occasione Nastri (83 anni, di cui oltre 60 di attività giornalistica) ricorda uno degli episodi più singolari della sua lunghissima carriera da cronista: «Capitò una volta che un sindaco (persona di grande prestigio, che ricordo con nostalgia) non gradì una mia critica severa sul Giornale di Napoli. E una sera, ad apertura del consiglio comunale, mi redarguì pubblicamente dichiarando che nel suo comune ero ospite e mi sarei dovuto comportare da ospite. Una gaffe terribile. Sapevo, però, che era incazzato per altre situazioni e non replicai. Gli risposi per le rime l’indomani sul giornale. Scrissi che s’era comportato da stupido. Lo stesso giorno ci chiarimmo e tornammo amici. Come prima, più di prima. Tra persone perbene, o semplicemente ragionevoli, si può».