Sorrento. Al via piano di recupero dal vallone dei mulini
«Entro gennaio vogliamo avviare i lavori per il recupero degli edifici e dell’area circostante». Mariano Pontecorvo è l’amministratore della società «Il Maccheronificio srl» proprietaria di una parte dell’area del Vallone dei Mulini a Sorrento, il bellissimo canyon che alcuni anni fa è stato celebrato come il luogo abbandonato più fotografato al mondo. Siamo praticamente in piazza Tasso, nel cuore di Sorrento. Un gruppo di geologi-rocciatori è impegnato in verifiche sul costone roccioso. Rilievi relativi a quello che i tecnici chiamano «quadro fessurativo» e che sono propedeutici alla stesura di un progetto per la mitigazione del rischio da sottoporre all’Autorità di Bacino dell’Italia Centrale per ottenere il via libera alle opere di messa in sicurezza della parete tufacea.
LE CRITICITÀ
«È urgente intervenire soprattutto nell’ala ovest – precisa Pontecorvo – quella sotto il parco Ibsen, che al momento è ad elevato rischio crollo. Ma l’intera area è zona rossa e per questo vogliamo eseguire i lavori di consolidamento il prima possibile». Una volta messo in sicurezza il costone si passerà al restauro e recupero strutturale degli edifici che si trovano alla base del canyon che costituivano un vero e proprio insediamento industriale.
LA STORIA
Il vallone, infatti, deve il proprio nome alla presenza di un vecchio mulino, utilizzato nei tempi antichi per la macinazione del grano. Sempre qui sorgeva anche una segheria, alimentata dalle acque sorgive che scendevano dalle colline che sovrastano la costiera e che serviva per la lavorazione di numerose tipologie di legno, come ciliegio, ulivo e noce, utilizzate dagli ebanisti di Sorrento per realizzare i loro famosi lavori di intarsio ed un lavatoio pubblico, dove le donne del popolo andavano a fare il bucato. La valle era collegata direttamente con il porto di Marina Piccola e rappresentava un punto di ritrovo per la popolazione locale, soprattutto per contadini e pescatori, come dimostrano numerosi dipinti e stampe d’epoca. Il vallone fu poi abbandonato dopo la costruzione di piazza Tasso, avvenuta nel 1866, che comportò l’incanalamento delle acque ed il riempimento della parte terminale del canyon.
L’OBIETTIVO
«Il nostro obiettivo è di riattivare la macina ad acqua e rendere il mulino nuovamente operativo, magari realizzando impasti e tipi di pane particolari – conclude Mariano Pontecorvo -. Ovviamente il progetto prevede che dall’alto le strutture continuino ad apparire come abbandonate, proprio per conservare immutato il fascino del vallone, ammirato ogni anno da migliaia di turisti affascinati anche dalla vegetazione che si sviluppa nell’area la quale, grazie ad un tasso di umidità eccezionalmente alto, vede il proliferare di specie rare come come alcuni tipi di felci».
I COSTI
Per i lavori si rende necessario un investimento consistente, di diversi milioni di euro ed al momento i vertici della società stanno vagliando le offerte delle ditte contattate per eseguire le opere. Nel frattempo, poiché il vallone in parte è di proprietà del Comune di Sorrento, l’amministrazione si è già attivata per realizzare il nuovo varco di accesso lungo via Fuorimura ed il percorso pedonale che consentirà di raggiungere la base del costone. Sentiero che si intende rendere fruibile ai turisti, mentre l’insediamento di proprietà dei privati potrebbe essere aperto alle visite solo in determinati giorni e dietro pagamento di un ticket.
AMALFI CONCERTI NATALIZI
Strepitoso successo all’ombra delle arcate dell’Arsenale di Amalfi per il concerto di Colette Manciero, che con il talentuoso pianista Luigi Angelo Maresca, ha eseguito indimenticabili melodie. A custodire, come uno scrigno prezioso, le note del canto virtuosistico nel luogo in cui, in tempi ormai remoti, si costruivano e riparavano navi, sono state non solo le arie più famose dell’opera ma anche quei valzer che grazie alla tradizione culturale austriaca si legano ancora alle suggestioni del Natale e del Capodanno. Sotto le volte in pietra viva, si è aperta la rassegna «InCanti d’Autore» con il «Recital di belcanto tra opera, valzer e canzone». La voce ed il pianoforte hanno creato un mix musicale che ha fatto risaltare sia l’armonia di brani lirici che del panorama musicale contemporaneo.
IL PROGETTO
L’iniziativa, organizzata dall’assessore ad eventi, tradizioni, cultura e beni culturali di Amalfi Enza Cobalto, continuerà con una serie di altri incontri sempre nella storica e fascinosa location che si prepara ad accogliere, il 23 dicembre, ore 20, «Stella d’Argiento. La Cantata di Natale», uno spettacolo di prosa e musica di Giovanni Mauriello e Carlo Faiello, tra i nomi di spicco della Nuova Compagnia di Canto Popolare e del teatro di Roberto De Simone. Con loro l’Orchestra di Santa Chiara e la voce di Matteo Mauriello. Con tantissimi canti natalizi, tutti rigorosamente in lingua partenopea. Per la riscoperta delle radici napoletane della tradizione musicale del Natale. La lirica diventerà la protagonista assoluta, il 30 dicembre, ore 19,30, con «La Voce del Natale» ed il premiato concerto bandistico Città di Minori per un magico viaggio tra le più famose arie dell’opera in attesa de «Il Musical di Marcellino», lo spettacolo con le musiche di monsignor Marco Frisina e la regia di Riccardo Trucchi. La rappresentazione, in agenda il 5 gennaio, ore 19,30, sempre all’Arsenale, racconterà attraverso gli occhi di un bambino, la storia ricavata da un’antica leggenda popolare spagnola. La trasposizione che narra di un neonato abbandonato, raccolto in fasce ed allevato con amore dai frati di un convento, sta ottenendo consensi in tutta Italia, rivelando, in note, la vicenda di Marcellino Pane e Vino. Il «Miracolo di Marcellino» è, infatti, uno spettacolo denso ed avvincente, che commuove e che diverte gli spettatori, parlando al cuore con parole dolci, semplici e rassicuranti e musiche toccanti. Per far riaffiorare valori che aspettano soltanto di essere nuovamente riscoperti per essere messi in pratica.