Sorrento: Presentata l’opera più antica del Museo Correale dopo il restauro a porte aperte

24 dicembre 2018 | 09:27
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Sorrento: Presentata l’opera più antica del Museo Correale dopo il restauro a porte aperte
Sorrento: Presentata l’opera più antica del Museo Correale dopo il restauro a porte aperte
Sorrento: Presentata l’opera più antica del Museo Correale dopo il restauro a porte aperte
Sorrento: Presentata l’opera più antica del Museo Correale dopo il restauro a porte aperte
Sorrento: Presentata l’opera più antica del Museo Correale dopo il restauro a porte aperte
Sorrento: Presentata l’opera più antica del Museo Correale dopo il restauro a porte aperte

È il dipinto più antico del Museo Correale e, dopo un anno di complesso restauro a porte aperte, è stato riconsegnato al pubblico. Il trittico “La Pietà” su tavola di legno di pioppo, proveniente secondo gli studiosi dalla bottega di Giovanni da Gaeta, torna tra le sale espositive del museo sorrentino grazie al lavoro di riqualificazione dell’opera, completamente finanziato dall’associazione Amiche del Museo Correale, con il patrocinio del Comune di Sorrento e del Ministero per i beni e le attività culturali. «È il nostro regalo di Natale alla cittadinanza – commentano la presidente Monica Rocco e la past presidente Antonella Avancini – il terzo restauro, dopo “Santa Caterina da Alessandria” e “Campagna romana”, con cui siamo felici di contribuire a preservare l’immenso patrimonio artistico e culturale di questo museo, in linea con la mission della nostra associazione».
Cuore della presentazione, svolta nella Sala degli Specchi, la lectio magistralis del professore Pierluigi Leone de Castris, ordinario di storia dell’arte presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, sul dipinto: «È attribuibile alla bottega di un pittore, Giovanni da Gaeta, molto importante per chi si occupa di arte quattrocentesca in Campania. Riprende il modello del trittico molto in voga in quel periodo e inventa un’iconografia simbolica dell’Alma Christi ispirandosi agli esempi della cultura post giottesca del ‘300. Tutto ciò colloca il dipinto sotto la straordinaria epoca del regno aragonese. Fa onore a questa bella realtà del Museo Correale, senza dubbio una delle più importanti del Meridione, e all’associazione Amiche del Museo Correale aver restaurato quest’opera».
Ricco di spunti anche l’intervento della restauratrice Alessandra Cacace che ha raccontato l’esperienza del laboratorio a porte aperte al piano terra del Museo Correale e le difficoltà riscontrate durante il restauro: «Ringrazio davvero tutti per aver voluto coinvolgere le persone nel processo di rinascita del dipinto. Gli interventi sono stati complessi e non è mancata una buona dose di sperimentazione per trovare miscele e soluzioni ideali per eliminare lo strato di cera e colla presente sulla tela e sulla cornice. Rifunzionalizzare il meccanismo delle tavole e intervenire, bisturi alla mano, su ogni centimetro del dipinto ha poi completato l’opera».
Un restauro significativo, quindi, come sottolineato anche dai rappresentanti del consiglio direttivo del Museo Correale. «Riportare un quadro alla visione del pubblico è importante – dichiara il direttore del Museo Correale Filippo Merola – non solo per l’aspetto filologico, ma anche perché rappresenta un incentivo alla valorizzazione dei beni culturali e uno stimolo per gli enti, pubblici e privati, a recuperare opere d’arte». Proprio in quest’ambito si inserisce il progetto “Adotta un’opera” lanciato dal Museo Correale ad ottobre. «L’operato delle Amiche del Museo Correale è prezioso e di ispirazione – conclude il presidente del Museo Gaetano Mauro – Con l’aiuto di appassionati, imprenditori, associazioni e commercianti contiamo di potere fare sempre di più e sempre meglio per il nostro Museo».