Amalfi. Sigismondo Nastri, le sue dichiarazioni sui misteri di casa Afeltra
Riportiamo in modo integrale le dichiarazioni di Sigismondo Nastri circa i presunti abusi edilizi che ci sarebbero stati alla casa amalfitana di Gaetano Afeltra.
«A quasi 84 anni sono un giornalista fuori servizio. Altrimenti ci avrei messo il naso! Ho voluto troppo bene a Gaetano Afeltra, glielo avrei dimostrato anche in questa circostanza. Per amore della verità, della completezza d’informazione che egli pretendeva nel giornalismo d’inchiesta. La casa di Afeltra è proiettata sulla piazza, dirimpetto alla cattedrale e pure se ficchi un chiodo nel muro ti vedono e ti sentono: ma conoscendo i miei concittadini, non credo che ci si faccia scrupolo a spedire segnalazioni e denunce anche in forma anonima: mi dicono che ci abbiano preso gusto. Non mi pare che questo sia avvenuto quando sono stati eseguiti i lavori all’edificio, non ieri ma vari decenni fa. Forse addirittura mezzo secolo fa: alla luce del sole, non certo furtivamente, di notte, o sotto una rete di plastica come è successo – e magari succede ancora – tra i limoneti della costa».
«Ora c’è il fatto, inquietante se è vero, delle carte, che non si trovano. E che, c’è da supporre, darebbero legittimità a quell’intervento edilizio. So che quando la figlia di don Gaetano ha manifestato l’intenzione di mettere in vendita la casa si sono “svegliati” parecchi appetiti. Perchè quell’immobile, in quel contesto, in un tempo in cui come si libera un buco diventa B&B o casa vacanza, può produrre molto reddito. Un’idea me la son fatta: me l’ha ispirata la vecchia favola, imparata a scuola, della volpe e dell’uva. Ma è solo un’idea, maturata in una delle mie (insensate?) elucubrazioni notturne» confessa Nastri.