Cesare Battisti catturato in Bolivia: arrestato da agenti dell’Interpol. Estradizione vicina
SAN PAOLO – Cesare Battisti è stato catturato in Bolivia a Santa Cruz, una città al centro del paese. L’ex terrorista aveva fatto perdere le sue tracce a dicembre dopo che era stato spiccato nei suoi confronti un ordine di cattura.
Ad eseguire l’arresto una squadra speciale dell’Interpol, con agenti boliviani, italiani e brasiliani. Al momento dell’arresto Battisti aveva barba e baffi.
Gli investigatori italiani erano già da una settimana in Bolivia e dopo aver circoscritto l’area in cui si trovava Battisti hanno iniziato a pedinarlo. Prima di intervenire, però, sono state fatte tutte le attività di comparazione e i riscontri visivi possibili fino a quando si è avuta la ragionevole sicurezza che fosse proprio lui. A quel punto sono stati fatti intervenire i poliziotti boliviani, che lo hanno fermato in mezzo alla strada.
Quando gli agenti boliviani si sono rivolti a lui, non ha tentato di fuggire e ha risposto in portoghese.
A confermare la notizia, anticipata dalla stampa, è stato Filipe Martins, consigliere speciale del presidente della repubblica Jair Bolsonaro. “Il terrorista italiano Cesare Battisti è stato arrestato in Bolivia e sarà presto portato in Brasile, da dove verrà probabilmente mandato in Italia, così da poter scontare l’ergastolo secondo la decisione della giustizia italiana”, scrive Martins sul suo profilo Twitter.
Il caso Battisti è stato anche al centro della politica brasiliana. Fuggito dalla Francia, Battisti venne graziato dalll’ex presidente Lula nel suo ultimo giorno di mandato.
Il nuovo presidente brasiliano Bolsonaro, entrato in carica a gennaio, già in campagna elettorale aveva manifestato la sua intenzione di estradare Battisti in Italia in uno scambio di battute con il leader della Lega e ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Il deputato federale Eduardo Bolsonaro, figlio del presidente Jair Bolsonaro, celebra su Twitter l’arresto di Cesare Battisti, catturato a Santa Cruz de la Sierra in Bolivia. Scrive: “Ha ucciso un poliziotto, ha ucciso un padre davanti al figlio, ha sparato e lasciato un uomo paralitico, è stato condannato a vita per 4 omicidi e ha fatto parte del gruppo terroristico di sinistra in Italia Pac (proletari armati per il comunismo). Ciao Battisti, la sinistra piange!”. E aggiunge: “Matteo Salvini, il ‘piccolo regalo’ sta arrivando”, riferendosi a quanto aveva detto il padre appena eletto: “Il regalo del Brasile all’Italia? Sarà Battisti”.
Condannato dalla giustizia italiana, assolto dalla politica francese prima e brasiliana poi. Almeno fino al 16 dicembre, quando il giudice della Corte Suprema brasiliana Luiz Fux ne ha ordinato l’arresto “a fini di estradizione”.
Battisti, nato nel 1954 a Cisterna di Latina, è stato condannato a due ergastoli in Italia in contumacia – era evaso dal carcere nel 1981 dopo la condanna a 12 anni in primo grado – per quattro omicidi avvenuti alla fine degli anni settanta: due compiuti materialmente e due in concorso con altri.
La prima volta viene arrestato a 18 anni a Frascati per una rapina, torna in carcere altre volte, per un sequestro di persona e poi per l’aggressione a un sottoufficiale dell’esercito. Nel carcere di Udine conosce Arrigo Cavallina ed entra a far parte dei Pac, il gruppo eversivo Proletari armati per il comunismo, ritenuto responsabile di rapine a banche e supermercati – rivendicate come espropri proletari – e anche di alcuni omicidi.
Battisti è accusato di aver preso parte all’omicidio di Andrea Santoro, maresciallo del carcere di via Spalato e ad altri tre omicidi: quello del gioielliere Pierluigi Torregiani, a Milano, per il quale Battisti è stato condannato come mandante e ideatore, e quello del macellaio Lino Sabbadin a Mestre, per il quale Battisti ha fornito copertura armata. Battisti è accusato di essere anche l’esecutore materiale dell’omicidio di Andrea Campagna, agente della Digos di Milano, ucciso il 19 aprile del 1978.
LA REPUBBLICA