La Tramonti dei “pizzaioli emigranti” omaggia Sant’Antuono e la Giornata Mondiale del Pizzaiolo

17 gennaio 2019 | 15:28
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La Tramonti dei “pizzaioli emigranti” omaggia Sant’Antuono e la Giornata Mondiale del Pizzaiolo

È definita “repubblica dei pizzaioli emigranti” nello Speciale de “Il Mattino” in edicola oggi, 17 gennaio, nella Giornata mondiale del pizzaiolo. Tramonti, l’unica a vantare una pizza con la De.Co. (denominazione comunale) e la prima ad aderire alla petizione per ottenere il riconoscimento Unesco, è protagonista di un interessante articolo a firma di Luciano Pignataro, autore di un libro che traccia un excursus sull’alimento più amato e più rivisitato al mondo.

Nell’articolo la storia della pizza made in Tramonti, ben diversa da quella napoletana, che ha sdoganato quest’alimento dalle origini umili in tutta Italia e poi nel Mondo. Fu infatti dall’intuizione di Luigi Giordano che la pizza è diventata alimento quotidiano, valida alternativa a un pasto tradizionale, ma più veloce da consumare. Giunto in provincia di Novara per il servizio di leva, Luigi nota che – nonostante la presenza di mucche – «i prodotti considerati freschi – le scamorze, il fior di latte, i bocconcini – qui sono del tutto sconosciuti».

Decide così di produrli lui stesso e poi ha una seconda geniale idea: aprire una pizzeria, A Marechiaro, alla quale destinare tutto il latticino rimasto. Era l’8 agosto 1953 e proprio 10 anni e un giorno prima a Tramonti aveva aperto la prima pizzeria, “La Violetta”: due date che segnarono gli sviluppi di quest’alimento non solo per il borgo campano, ma anche per tutta l’Italia. Per questo ogni anno, l’8 e il 9 agosto, Tramonti celebra la pizza in un Festival che vede l’attiva partecipazione della Corporazione dei pizzaioli di Tramonti.

«La risposta del pubblico tarda a venire – scrive Pignataro –. La pizza è sconosciuta e non fa proseliti. È la prima pizzeria da queste parti e rischia di non avere eredi. Poi, per quei nuovi orientamenti del gusto e del costume, sempre così imprevedibili, esplode la mania della pizza. Già nel ’54 Giordano inaugura una seconda pizzeria, e da allora ogni anno ne aprirà una nuova».

Da lì, una vera e propria «corsa all’oro, […] una pacifica invasione all’insegna della pizza […]. Il primo della famiglia che si sistema lassù chiama a raccolta il clan, e la diaspora cresce di anno in anno. […] Nell’estate ’93 le pizzerie condotte da tramontani sfiorano le duemila». Tramonti «è entrata di forza nella storia della pizza».

«Quest’articolo è uscito non a caso nella Giornata mondiale dei pizzaioli, giorno in cui per i cristiani si festeggia S. Antonio Abate, protettore di coloro che lavorano con il fuoco–ha detto l’assessore al Turismo nonché Commissario della Corporazione dei pizzaioli di Tramonti,Vincenzo Savino -.Siamo grati a tutti coloro che ogni giorno esprimono la loro arte, sia in loco che altrove, per perpetuare l’autentico metodo di preparazionedella pizza di Tramonti, brand ormai affermato a livello nazionale e internazionale, nonché vero scrigno di eccellenze nostrane: fior di latte, pomodoro Re Fiascone o corbarino e olio Dop». (In foto Il Pizz’ino di Giuseppe Giordano)