Meta: Atti in procura per Villa Giuseppina. Il Tar di occupa del caso

16 gennaio 2019 | 12:59
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Meta: Atti in procura per Villa Giuseppina. Il Tar di occupa del caso

La Procura di Torre Annunziata accende i riflettori su Villa Giuseppina. Sia chiaro non ci sono indagati né un’ipotesi di reato, ma la querelle sull’apertura di una struttura extralberghiera all’interno della dimora e la scoperta di presunti abusi edilizi sono due particolari sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti.

Nei giorni scorsi,come racconta Salvatore Dare su Metropolis, il Comune di Meta ha emanato un’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi e l’atto verrà presumibilmente trasmesso – come previsto d’ufficio sempre alla Procura. Senza dimenticare che sull’intera procedura amministrativa pende anche un’interrogazione parlamentare del MovimentoCinque Stelle.

A stretto giro, ci sarà anche un’udienza dinanzi ai giudici del Tribunale amministrativo regionale della Campania a cui il Comune si è rivolto per impugnare le autorizzazioni rilasciate dalla Soprintendenza per le opere contestate dall’amministrazione municipale guidata dal sindaco Giuseppe Tito. Nel dettaglio, per il Comune, ci sono rimostranze per una parete divisoria eliminata al secondo piano ed un’altra costruita nel sottotetto. Opere giudicate abusive e che hanno fatto scattare l’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi. Ovviamente, la società turistica riconducibile all’architetto Bartolomeo Sorrentino è pronta a costituirsi in giudizio e ribadire la legittimità e la correttezza del proprio operato. Anche perché c’è un contratto pubblico e valido stipulato tra l’ente e l’impresa dopo un bando. L’intesa per la loca-zione di uno degli appartamenti di Villa Giuseppina è quadriennale con un canone di circa 2.500 euro mensili.

Molto si gioca sul sopralluogo dei vigili urbani effettuato lo scorso ottobre in cui il Comune riscontrò l’avvenuta esecuzione di interventi messi a segno al secondo piano e nel sottotetto. La comunicazione di inizio lavori venne sospesa «in quanto mancante dell’atto di assenso da parte dell’ente proprietario» e perché, sempre per il Comune, non c’era l’ok della Soprintendenza. Eppure, proprio in questo frangente, il locatario integrò la Cila con le autorizzazioni della Soprintendenza. Il mese successivo il Comune di Meta ha reputato inefficace

la comunicazione di inizio lavori diffidando il locatario al ripristino dello stato dei luoghi. Poi, nei giorni scorsi, l’amministrazione ha presentato ricorso al tribunale amministrativo regionale della Campania impugnando gli atti della Soprintendenza. Quindi l’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi. Il Comune ora precisa che nel contratto stipulato con Sorrentino si fa esplicito riferimento al fatto che «il conduttore non potrà apportare alcuna modifica, innovazione, miglioria o addizione all’unità immobiliarelocata».