Monte Faito (Vico Equense). Questione muretti ex strada statale 269, Pino De Vivo: “Richiesta agli atti, vediamo le motivazioni del picconamento”
Vico Equense. Questione muretti abbattuti a picconate sull’exstradastatale269 per il Faito, ora gestita dalla CittàMetropolitana di Napoli, parla un residente della montagna PinoDeVivo: “Ho fatto richiesta agli atti, vediamo quali sono le motivazioni tecniche che portarono, come ho sempre detto, al picconamento dei muretti in foto mentre venivano eretti e poi demoliti più tardi nella stessa giornata.
Correva l’anno. Dopo la frana sulla strada statale che porta al Monte Faito da Moiano ed il lungo periodo d’attesa per rimuovere il pietrame, la Città Metropolitana comincia a ricostruire muretti lungo il versante danneggiati.
Nei primi muretti dimenticano di mettere i buchi atti a far defluire l’acqua piovana, poi rimediano facendoli dopo, migliorano con quelli che vengono fatti dopo. Ma mentre sono quasi in fase di completamento di un altro muretto, parte il “picconatore” e lo butta giù tra lo sbigottimento dei lavoratori e del capocantiere che lo riprende con il telefonino. Dopo scambi di insulti, il picconatore va via per ritornare con una squadra di “aspiranti demolitori” e finiscono di muttare giù il muro. Pochi giorni dopo il sindaco Buonocore fa uscire un’ordinanza per fermare i lavori, causa? Mettevono a rischio la sicurezza stradale publica.
Adesso, da quanto tempo abbiamo una già strada statale senza muretti e con il pericolo che qualcuno sbandi e vada a finire giù? Quanti soldi sono stati buttati nel picconare giù quei muretti? Perché la ditta non ha denunciato il fatto? È ovvio che è stata pagata lo stesso con quei soldi?
Aspettiamo smentite e rettifiche, ma prima di altre chiacchiere e bugie grosse come una casa, ripristinate la sicurezza con segnaletiche adatte, tipo per muri pieni di acqua e di cemento visto che la diatriba andrà avanti ancora per molto. Vergognatevi – conclude – siete pagati per assicurare la sicurezza e con il sistema “scarpa” ecco i risultati”.