Pace fiscale” a Roma, salasso nei Comuni salernitani

25 gennaio 2019 | 08:08
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Pace fiscale” a Roma, salasso nei Comuni salernitani

Il Governo cancella le vecchie cartelle esattoriali fino a mille euro e tra questi anche quelle spettanti ai Comuni: premiati alcuni cittadini ma tutti ne pagheranno le conseguenze. E quanto accadrà anche a Salerno, dove il Comune, in virtù della “rottamazione” vedrà svanire dalle sue entrate circa 4 milioni di euro. Un colpo di spugna che manda in pensione i debiti che i cittadini avevano contratto per il mancato pagamento di servizi pubblici, tasse o sanzioni per il mancato rispetto di norme o regolamenti. Cancellati, infatti, oltre a contravvenzioni al codice della strada anche bolli auto, tributi e tasse locali che non sono state pagate tra il 2000 e il 2010. Tutto nel nome della “pace fiscale” che se tranquillizza alcuni fa arrabbiare tanti che hanno regolarmente pagato tasse sulle abitazioni, il costo del servizio rifiuti e anche la multa elevata dalla polizia municipale. Gli enti locali avevano messo già in bilancio in totale 524 milioni di euro e su cui contavano anche per il 2019: ora non ci saranno più e bisognerà recuperarli in altro modo, soprattutto rapidamente, visto che l’approvazione dei conti preventivi sono alle porte, sempre ché non ci sarà una diversa decisione del Governo. Un macigno notevole se si considera che il peso per le casse del solo Comune di Salerno sarà pari al 2-3% delle entrate. A confermare il “salasso” per l’Ente è l’assessore Luigi Carmelo Della Greca che ha la delega al bilancio e ai tributi. «Stiamo facendo i calcoli precisi con l’agenzia dell’Entrate -Riscossione per stabilire l’esatto ammontare di questa cancellazione che varia tra i tre e i quattro milioni di euro – chiarisce l’assessore che ha i cordoni della borsa del Comune – Dovremmo attendere poi le ulteriori decisioni del Governo circa la possibilità di spalmare su più anni il mancato introito per le casse comunali». Il colpo è pesante, ora bisognerà stabilire le conseguenze di queste minori entrate. Ed è sempre il delegato al bilancio e ai tributi a spiegarlo: «Tutto dipenderà se dovremo assorbire in un sol colpo il mancato pagamento di questi crediti maturati o potremo suddividerlo in più anni. Certo che non sarà facile riuscire a trovare i soldi in un solo anno. In questo caso, dovremo fare una razionalizzazione pesante di tutte le spese dell’ente e cercare di risparmiare laddove è possibile senza toccare i servizi». Ma quando si chiede a Della Greca quanto è possibile riuscire a razionalizzare senza tagliare o aumentare le tasse e in generale le contribuzioni dei cittadini, l’assessore risponde: «Stiamo lavorando. Certo se non riuscissimo a fare economie con la razionalizzazione delle spese, si passerà ad un secondo livello d’intervento, che prevede un ridimensionamento dei servizi o un innalzamento della contribuzione da parte dei cittadini o un mix delle due misure». Tradotta la risposta istituzionale, i cittadini pagheranno con mancati servizi o tariffe più care se la razionalizzazione non sarà sufficiente. E che sia una strada non facile lo conferma un’affermazione di Della Greca: «La speranza principale è che si concretizzino le voci che circolano in queste ore sulla possibilità di spalmare il mancato gettito in più anni». Gli enti pubblici erogano sostanzialmente due tipi di servizi, i primi generali per la collettività, come ad esempio la raccolta dei rifiuti solidi urbani, o a domanda individuale specie poi alle fasce più deboli della popolazione, lì dove si annidano i mancati pagamenti. E così per colpa di chi non ha pagato il dovuto deve essere penalizzata un’intera città, in particolare chi quei soldi li ha versati come è giusto che fosse, rispettando rigorosamente le scadenze. Una beffa, insomma.

Salvatore De Napoli la citta