Piano di Sorrento: nuovo anno, vecchia storia. Istituto Nautico “Nino Bixio” e Marone senza riscaldamenti. Appello a Tito e De Magistris
Nuovo anno, vecchia storia. E’ ricominciata la scuola dopo le festività natalizie e, al Liceo Publio Virginio Marone di Meta e all’Istituto Nautico Nino Bixio di Piano di Sorrento, ritornano in auge vecchi problemi. Stiamo parlando ovviamente del riscaldamento mancante. Un problema che negli ultimi anni è venuto fuori sistematicamente e che noi di Positanonews abbiamo affrontato sempre, dando voci ai ragazzi che hanno da sempre manifestato il loro disappunto.
Gli studenti sono nuovamente in agitazione e non è escluso che se la situazione si dovesse protrarre a lungo non si possa arrivare ad uno sciopero, come successo lo scorso anno. Noi, comunque, monitoriamo la situazione come sempre e vi terremo aggiornati su eventuali sviluppi, nella speranza che i ragazzi possano essere messi in condizione di studiare al meglio.
Il Nautico , in particolare, ha problemi i legati ai lavori che , pare, avrebbero aule appena ristrutturate e non dotate ancora di impianto di riscaldamento. Mentre per gli altri istituti , invece, si tratta di organizzarsi in tempo.
Il problema è sempre lo stesso, si presenta puntualmente a gennaio. I dirigenti scolastici fanno l’impossibile, già oberati dal lavoro didattico e di organizzazione. Non si capisce come mai la Città Metropolitana di Napoli, guidata da Luigi De Magistris, non provveda a tempo programmando la soluzione. Il sindaco di Napoli ha ben altri problemi e comprendiamo, ma basta semplicemente ricordare ai funzionari che gli studenti hanno bisogno primario di riscaldamento. E il sindaco Peppe Tito che annuncia continuamente finanziamenti, forse perchè in campagna elettorale, farebbe bene a muoversi in tempo. “Risolveremo al più presto”, dicono i politici. Ma al più presto quando?
Qua si tratta di un diritto allo studio, anzi un obbligo, che se non viene addirittura negato viene reso difficoltoso con questo freddo che, fra l’altro, può anche agevolare l’insorgere di patologie tipicamente invernali. Cose inaccettabili in un paese civile, i politici invece di promettere mari e monti, cercassero di risolvere l’ordinario.