Terremoto giudiziario sui condoni, a Capri non è finita

23 gennaio 2019 | 09:47
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Terremoto giudiziario sui condoni, a Capri non è finita

Terremoto giudiziario. Non si esclude che possano esserci ulteriori sviluppi visto che da mesi la Procura di Napoli indaga sulle pratiche edilizie. Appena due giorni fa, ci sono stati i rinvii a giudizio per otto persone, tra tecnici e professionisti, che dovranno rispondere a vario titolo delle accuse di aver portato avanti iter irregolari per sanatorie e pratiche. Tra i destinatari del provvedimento anche chi all’epoca dei fatti ricopriva il ruolo dirigenziale dell’edilizia privata, attualmente sospeso dal servizio e sul quale grava un divieto di dimora per un’altra vicenda sempre di carattere edilizio.

La questione – che sarà affrontata in aula – riguarda una pratica contenente documentazioni risultate non corrispondenti agli occhi degli inquirenti a quelle originali e comprovanti l’effettivo stato dei luoghi. Secondo la Procura, dunque, si tratterebbe di un’alterazione documentale dei grafici, che avrebbe procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale di rilevante entità al proprietario dell’immobile con la realizzazione di aumenti volumetrici per cinquantasette metri quadrati e l’aumento del valore dell’immobile per circa 460mila euro. L’indagine giunse alla svolta la scorsa estate e balzò subito agli occhi degli inquirenti una documentazione allegata difforme dall’originale. “Una differenza” che come contestato ai tecnici non sarebbe stata riscontrata da chi doveva effettuare i controlli.

L’indagine venne inquadrata già a suo tempo nell’inchiesta sull’abusivismo edilizio sul territorio isolano avviata dai carabinieri di Capri e coordinata dal capitano della compagnia di Sorrento Marco La Rovere. Nella rete investigativa si trovava da mesi la richiesta di condono avanzata nel 1986 con la rispettiva documentazione allegata, relativa ad un immobile situato nella parte alta dell’isola. La presenza di una presunta diversità volumetrica rispetto alla pratica esaminata e approvata dalla commissione locale del paesaggio nel 2017 aveva portato la magistratura a volerci vedere chiaro. Tra le ipotesi, non ancora confermate, la presenza di eventuali altre pratiche su cui gli inquirenti hanno acceso i riflettori. Le incongruenze burocratiche contenute nei faldoni potrebbero essere un caso isolato o rappresentare episodi replicabili su un territorio come quello all’ombra dei Faraglioni dove il “mattone” ha un valore con cifre da capogiro e che, come tutte le località esclusive, regala ai proprietari di immobili stime di mercato difficilmente raggiungibili nella “normalità”.