Hamsik aspetta a Madrid le visite mediche
Ieri mattina, poco dopo l’alba, all’aeroporto di Capodichino ha fatto capolino una cresta conosciuta. Proprio così: nonostante l’interruzione delle trattative tra il Napoli e il Dalian, e il maremoto generale, Marek Hamsik ha deciso comunque di raggiungere Madrid. Ovvero la città prescelta con il club cinese per sottoporsi alle visite mediche e firmare il contratto triennale da 9 milioni di euro a stagione più bonus: partenza alle 7.08 con un volo Iberia; arrivo a Barajas alle 9.39. All’inizio di una giornata trascorsa inevitabilmente sulle sue tracce: non è in campo ad allenarsi verso la Fiorentina, sarà a casa? Forse in giro, per non pensare. No, è a Madrid: già lontano.
ARMADIETTO VUOTO. E allora, il film di Hamsik. Un giovedì come tanti che passerà alla storia come quello della svolta: ormai è davvero a un passo dal Dalian e dall’addio a una squadra e a una città che da quasi 12 anni rappresentano la sua stessa vita. Lasciare Napoli è stata dura, forse lo sarà ancora, però Marek ha voglia di provare un’altra esperienza e così sarà. Al centro sportivo di Castel Volturno, tra l’altro, di lui c’è traccia soltanto sulle gigantografie che addobbano le pareti: ieri non s’è allenato, dicevamo, e anzi mercoledì ha salutato tutti, Ancelotti e compagni, e poi ha provveduto a smontare il pannello personalizzato con il nome e il numero 17 dall’armadietto nello spogliatoio. Già svuotato.
CLASICO E FANTACALCIO. Un’operazione triste, mesta, romantica. Sentimentale almeno quanto l’ultima sera trascorsa in casa insieme con la signora Martina e i figli Christian, Lucas e Melissa, pronti a tornare in Slovacchia: non lo seguiranno in Cina, vivrà con un amico. Prima di partire per Madrid, però, papà Marek ha regalato un sorriso ai maschietti: mercoledì sera, infatti, dopo una cena a base di sushi hanno guardato insieme il Clasico di Coppa del Re, Barcellona-Real, e poi hanno giocato al Fantacalcio.
Il Napoli avrà 20 milioni più bonus in un’unica soluzione. La chiave sarà uno sconto sulle commissioni
Contro-ribaltone: l’affare Napoli-Hamsik-Dalian s’è sbloccato dopo la brusca frenata di mercoledì, e ora non resta che attendere l’ufficialità. Servirà un po’ della proverbiale pazienza cinese, ma neanche poi troppa: Marek è già a Madrid da ieri mattina, sede prescelta per le visite mediche e la firma del contratto, mentre il suo manager, Juraj Venglos, e i dirigenti del club cinese non hanno mai abbandonato Roma sin da sabato. Giorno dell’incontro decisivo con De Laurentiis, precedente all’incidente di percorso provocato dal Dalian con un inaspettato cambiamento della formula pattuita e suggellata con una stretta di mano dopo la partita con la Samp. La storia, comunque, è vicina alla conclusione: ieri, dicevamo, le parti hanno ricominciato a negoziare e alla fine, limando qualche particolare e qualche commissione è tornato a splendere il sole. La nuova-vecchia intesa, insomma: alle condizioni del Napoli. Irremovibile, legittimamente, il presidente azzurro: ha preteso il rispetto dei patti originari e alla fine otterrà in un’unica soluzione 20 milioni più bonus, a fronte della cessione definitiva di Hamsik. Che per qualche ora è stato il capitano fantasma della sua squadra.
MARCIA INDIETRO. E allora, il caso è risolto. Facciamo quasi, giusto per un briciolo di cautela acquisita proprio alle calcagna di una trattativa che in ventiquattro ore è saltata e poi è tornata viva. Più che mai: praticamente fatta. Il Dalian, di fronte al muro di ragione solidissimo eretto dal Napoli, ha deciso di fare marcia indietro. Di tornare alle origini di quanto stabilito in occasione della riunione andata in scena sabato sera negli uffici della Filmauro. A Roma: De Laurentiis, per incontrare Venglos e i cinesi, era partito subito dopo la fine del primo tempo della partita con la Samp al San Paolo; e ciò significa che per accontentare Hamsik, a sua volta d’accordo con il Dalian sin da venerdì, dopo un vertice in un albergo a due passi dal porto con i suoi futuri dirigenti, s’era anche perso l’ultimo applauso al simbolo umano della sua era.
CONDIZIONE UNICA. E pensare che per un giorno l’affare è stato seriamente a rischio. E il tutto per un improvviso cambiamento della formula messa nero su bianco dal club cinese, senza alcun preavviso: dalla cessione definitiva al prestito con obbligo di riscatto; dal pagamento completo al pagamento in due tranche. Dettagli fondamentali che De Laurentiis ha appreso soltanto leggendo i contratti spediti dalla Cina: un vero e proprio ribaltone. Una mancanza di rispetto, e di parola data, fondata sul tentativo del Dalian di aggirare la tassazione imposta dal governo cinese. La cosiddetta Luxury Tax che impone alle società di Chinese Super League, nel caso di acquisto di un giocatore straniero da un club straniero e per una cifra superiore ai 6 milioni di euro, di corrispondere una tassa di pari importo per favorire la crescita del calcio locale.
Impossibile accettare: le garanzie alla base del riscatto non erano ritenute blindate e soprattutto si rischiava di andare incontro a un danno economico e al rientro di Hamsik a fine stagione. Paradossale.
fonte:corrieredellosport