NEANCHE KALIDOU. E allora, la conferma. La continuità: sì, causa squalifica di due giornate dopo l’Inter, neanche l’insostituibile Koulibaly ha giocato quanto Zielinski da fine dicembre. E il che è tutto dire: dopo l’ascesa di Fabián, per un certo periodo preferitogli spesso nella casella di sinistra della linea a quattro di centrocampo, soprattutto in Champions, Piotr sembrava imbrigliato nella solita rete delle stagioni precedenti, ma poi la storia è cambiata. Nettamente: complice anche, e soprattutto, l’addio di Hamsik. La convivenza tra i due talenti, insomma, è stata favorita dalla partenza di Marek, con Ruiz incaricato della direzione del gioco e il collega stabilmente impiegato a sinistra. Fermo restando qualche deviazione in corso d’opera: tipo l’esibizione in regia di giovedì, con lo Zurigo.
CHE STRISCIA. Il fatto saliente, comunque, è che Zielinski ha finalmente trovato continuità: di impiego e soprattutto di prestazioni. I numeri, dicevamo, sono inequivocabili: dalla partita dell’8 dicembre 2018 con il Frosinone, tra l’altro quella del suo ritorno al gol dopo un lungo periodo di silenzio, il centrocampista di Z?bkowice Sl?skie, il paese che ancora oggi celebra il mito di Frankenstein, ha saltato una sfida. Con il Sassuolo in Coppa Italia, neanche convocato per l’influenza: poi, sempre in campo e sempre fino alla fine. Eccezion fatta con lo Zurigo al San Paolo, perché Ancelotti lo ha tirato fuori al 66’: in vista della trasferta in programma domani a Parma, certo. La striscia, insomma, è destinata ad allungarsi: non resta che stringere i denti e darci dentro. Anche sotto il profilo dei gol: ne ha realizzati 4 finora, 3 in campionato e uno in Europa League, ed è il primo centrocampista polacco in termini di reti. Mica male. Ma ancora poco, per il suo talento.