Lettere da Piano di Sorrento – Cosi muoiono gli alberi a Sorrento

18 febbraio 2019 | 17:59
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Lettere da Piano di Sorrento – Cosi muoiono gli alberi a Sorrento

Lettere da Piano di Sorrento – Cosi muoiono gli alberi a Sorrento

Visto che non esiste dalle nostre parti una cultura arborea e, nei plessi scolastici non si studiano più approfonditamente, come una volta, le scienze naturali, nell’auspicio che quanto prima sia resa obbligatoria un’ora di educazione ambientale in classe, in luogo di inutili lezioni, torna utile ripetere e ripetersi quanto sia importante un albero. Oltre al valore per la sua maestosità figurativa, l’albero è indispensabile per combattere e ridurre lo smog, l’inquinamento, l’abbiamo detto e ridetto, per il ricambio di ossigeno. I Comuni farebbero bene a consultare agronomi onesti e preparati per ottenere quei consigli utili a curare le piante, alla loro potatura, rendendosi conto che, a volte, proprio per il loro disinteresse e negligenza, coll’arrivo della tramontana e di altri eventi atmosferici, possono verificarsi le cadute. Se fossero monitorate e curate per tempo le alberature che, come ogni organismo ed essere vivente necessitano di rafforzare i poteri immunitari, non vi sarebbero, o per lo meno, sarebbero ridotti i crolli delle piante. A volte sono anche gli incendi boschivi a favorire, come è avvenuto sulla Pineta Le Tore, la falcidia delle piante perché le radici sono rimaste bruciate. Il verde pubblico è molto trascurato in Penisola e, soprattutto, le “potature” non vengono eseguite a regola d’arte; improvvisati analfabeti ambientali, vere e proprie armate Brancaleone, mutilano i rami sino a rendere la pianta un moncherino arboreo. Basta guardare alcuni pini potati a Villa Fondi ed altri nelle principali strade della Penisola. Ma come si può pretendere una sensibilità per queste cose se difettano le nostre mentalità: per esempio ad Ischia – Casamicciola è stata sventrata un’intera pineta per realizzare una caserma della ex Forestale. È piacevole vedere l’agitarsi delle chiome degli alberi ma questo non avviene con il massacro dei rami. I mandanti delle carneficine arboree, invocando il pericolo per la pubblica e privata incolumità, giustificano gli interventi. Ma perché non si chiede preventivamente il parere di agronomi competenti e onesti per il taglio che dovrebbe riguardare solo i rami sporgenti e non la pianta nella sua interezza e soprattutto stabilire il periodo dei tagli, pensando anche ai danni prodotti alla nidificazione?
Sono purtroppo discorsi utopistici perché si continuerà a fare così. E così muoiono gli alberi a Sorrento.

avv. Augusto Maresca