Maximulta da 67 milioni alle otto sorelle che per anni si sono spartite 197 milioni di appalti per i servizi antincendi boschivi

28 febbraio 2019 | 14:09
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Maximulta da 67 milioni alle otto sorelle che per anni si sono spartite 197 milioni di appalti per i servizi antincendi boschivi

Dal 2005 si sono spartiti una torta da 197 milioni di euro, accordandosi per vincere gran parte delle 43 gare bandite da regioni e provincie, eliminare anche il più piccolo barlume di concorrenza ed estromettere ogni possibile avversario. Sono le otto società – Airgreen; Babcock Mission Critical Services Italia; Elifriulia; Eliossola; Elitellina; Heliwest; Star Work Sky; Air Corporate – che per un quindicennio si sono divise il ricco mercato dei servizi antincendio boschivi (cosiddetti AIB).

A sancirlo, l’Autorità garante per la concorrenza, che le ha appena condannate a una multa monstre – oltre 67 milioni di euro complessivi – per intese anticoncorrenziali. Secondo l’Agcm, non solo le società si accordavano per non farsi concorrenza, ma si presentavano alle gare sempre unite in Ati (Associazione temporanea di imprese), riuscendo a vincere gli affidamenti con «ribassi sovente prossimi allo zero o comunque di entità ridottissima».

Considerando le 43 procedure censite tra il 2005 e il 2017, ben 24 sono state aggiudicate con un ribasso inferiore all’1% e altre 7 con un ribasso inferiore al 5%. Considerando poi le sole gare aggiudicate delle 8 società condannate (37, cioè l’86%), ben 22 sono state aggiudicate con un ribasso inferiore all’1% e altre 5 gare con un ribasso sotto il 5% (il 73%).

In 32 delle 43 gare prese in esame, poi, le società non hanno esercitato alcuna concorrenza l’una nei confronti delle altre, anche grazie alla partecipazione in ATI. Gli affidamenti infine hanno visto la partecipazione di un unico concorrente nella maggioranza di casi (65% rispetto al totale gare censite e 68% considerando solo le gare aggiudicate alle parti). Insomma, una vera catastrofe, che Business Insider Italia aveva denunciato due anni fa, in tempi non sospetti.

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Per capire il funzionamento di questa apoteosi della concertazione, secondo quanto ricostruito dall’Agcm, si deve partire dall’aprile del 2005, quando la regione Calabria indice il suo maxi bando per l’antincendio: alla gara partecipano in sette riunite in Ati – Elieuro, Airgreen, Eliossola, Heliwest, Air Service Center, Elimediterranea, e Icarus -, che offre un ribasso simbolico dello 0,0115%. La Regione annulla la gara e decide di procedere all’affidamento del servizio con trattativa privata, invitando 14 imprese a presentare offerta. Ma solo l’Ati recapita la busta, di nuovo con un ribasso estremamente ridotto, pari allo 0,000071%. A seguito della richiesta della stazione appaltante di migliorare l’offerta presentata, l’Ati ha ritenuto di applicare un ribasso del 2,2%, vincendo la gara. Un affidamento ridicolo non solo per l’entità dei ribassi, ma anche per il fatto che il bando richiedeva solo tre elicotteri per tre mesi di servizio. Però a vincerlo erano state in sette, tanto che le società furono costrette a organizzare una turnazione ai fini della “ripartizione” del servizio tra i membri. Tuttavia, per quanto abbiano fatto i salti mortali, Heliwest non è riuscita ad avere «alcun ruolo operativo», tuttavia i soldi (pubblici) se li prende ugualmente.

La spiegazione di questo gioco perverso sta in una mail scoperta dal Garante, inviata il 7 dicembre 2005 dai vertici della società Icarus (oggi scomparsa, ma allora assai attiva) ai “concorrenti” Heliwest, Elifriulia, Eliossola, Airgreen, Star Work, Elieuro, Elimediterranea e Air Service Center, avente ad oggetto una “proposta di collaborazione”. Nella missiva si ricorda come in una recente gara in Piemonte del 2004 – dove non c’era stata concertazione, ma era stata vera competizione – «la mancanza di colloqui, ha fatto sì che qualche azienda, al fine di aggiudicarsi l’appalto, è stata costretta a fare un grosso regalo all’amministrazione, applicando un notevole ribasso, al solo vantaggio delle Regioni» (cioè dei soldi pubblici). Il mittente avanza quindi la proposta di creare «una nuova società» che dovrà «monitorare la pubblicazione di tutti gli appalti […] e gestirne l’esecuzione». Non solo, dovrà provvedere anche alla loro «distribuzione», nonché fissare «un prezzo giornaliero e uno orario, che saranno fissi per tutti gli appalti». Una proposta che piace, tanto che da lì a poco nasce la AEI, l’Associazione Elicotteristica Italiana, che raccoglie le società del cartello e che anch’essa finirà sanzionata dall’Antitrust.