MEGLIO DEL PREVISTO. Certi calcoli però li hanno resi possibili solo le nuove prodezze di Piatek, ovvero un attaccante programmato per segnare. In sole 5 presenze da milanista, ha già firmato 6 reti. E la sua media-gol è perfino aumentata rispetto al Genoa: prima era di una rete ogni 123’, ora è di una prodezza ogni 60. «Un bottino del genere è più di quanto mi potessi aspettare – confessa l’ex-Genoa -. Credo in me stesso, sempre, e so di poter segnare sempre. La marcatura di Djimsiti? Sapevo che il pallone giusto in area sarebbe arrivato. Ci sono arrivato prima, perché mi sono mosso in anticipo. Il Milan è una famiglia e Gattuso mi dà fiducia». E così si alimentano i paragoni con Shevchenko. «Mettiamo subito le cose in chiaro, l’ucraino era unico e per sempre lo sarà – frena Maldini -. Ma Piatek ha già fatto vedere cose incredibili. Ha fame e voglia di fare gol. In alcune cose ricorda Sheva, ma prima di arrivarci ne passa ancora». Complimenti anche per Paquetà, l’altro colpo del mercato di gennaio: «Ha dato qualità e vivacità a centrocampo, oltre a dare una mano. Gattuso è uno che ascolta i nostri pareri, a volte non gli piacciono, ma ascolta. Dobbiamo competere per un posto in Champions, non era dovuto ma era un sogno».
SACRIFICIO. Ma il Milan si trova al quarto posto, nonostante un inizio anno complicatissimo grazie all’eccellente lavoro di Gattuso. Impensabile ora metterlo in discussione, come accaduto tra ottobre e novembre. E se, a fine campionato, il Diavolo dovesse ritrovarsi in Champions, la firma in calce all’impresa non potrebbe essere che la sua. «Abbiamo fatto una grandissima partita – racconta il tecnico rossonero -. E’ vero che siamo stati fortunati con il primo gol di Piatek a 20” dalla fine del primo tempo. Ma poi nella ripresa siamo usciti bene, mettendo in mostra un buonissimo calcio. Il polacco vive per il gol, ma sta anche facendo i giusti movimenti e gioca bene tecnicamente». Il Milan sa soffrire. E’ questa la sua dote principale e anche quella che lo sta portando lontano. «Nel primo tempo, non riuscivamo a dare palla in verticale a Piatek e Suso. Poi nella ripresa, uscendo in palleggio con Bakayoko e Paquetà siamo migliorati. La strada giusta è quella del sacrificio e noi dobbiamo continuare così. L’abbraccio con Calhanoglu dopo il gol? lo condivido con tutti i componenti della squadra, che giocano anche meno».
DELUSIONE DEA. Rammaricato per il ko Gasperini: «Il gol dell’1-1 ha cambiato la partita perché fino a quel momento avevamo disputato un’ottima gara e loro faticavano a ripartire. Nella ripresa il 2-1 di Calhanoglu ci ha annientato le energie e non abbiamo più avuto convinzione, anche perché loro sono stati bravi a rimanere compatti dopo lo svantaggio. Questa sconfitta ci servirà da lezione. Il Milan ha meritato».