Milik il Napoli ha bisogno di te-RIALZATI
Arkadiusz Milik
24 anni, attaccante polacco, 12 gol
in campionato e uno in Coppa Italia in questa stagione
Le sue qualità non si possono discutere ma la recente involuzione fa rumore Già a Parma è necessaria un’inversione
Otto gol tra dicembre e gennaio, appena uno a febbraio. L’ultima gioia a Cagliari, 69 giorni fa: una punizione decisiva
Otto gol in campionato tra dicembre e gennaio in 11 partite, di cui 10 giocate; e un gol appena a febbraio in 5 partite. Almeno finora. Alla vigilia della trasferta in programma domani alle 18 al Tardini con il Parma, ultima prova del mese: passerella che Arkadiusz Milik, l’uomo delle statistiche di cui sopra e di qualche errore di troppo nelle ultime settimane, percorrerà ancora una volta dal primo minuto provando ad aiutare il Napoli a interrompere il digiuno di reti lontano dal San Paolo. Strano ma vero, considerando il livello dei signori dell’attacco, però nel 2019 gli azzurri non sono mai riusciti a segnare on the road in Serie A. Mai. L’ultima gioia risale al 16 dicembre 2018, a Cagliari: punizione di Milik, proprio lui. Sessantanove giorni oggi. Un tabù da sfatare a braccetto: per il bene della squadra e anche per il suo.
LA SCIVOLATA. E allora, forza Arek. In piedi. E magari anche con l’orologio sincronizzato: il fatto è che lui arriva pure all’appuntamento con il pallone, si, ma rispetto alla porta, e dunque al gol, c’è ancora qualcosa da registrare. La scena più frequente delle ultime puntate? Milik che in scivolata, a due passi, non riesce a fare quello che fino a pochissimo tempo fa gli riusciva con una nonchalance strepitosa: segnare. E’ successo al Franchi con la Fiorentina, nel finale; s’è ripetuto domenica al San Paolo, con il Toro; e qualcosa di simile è accaduto anche giovedì, ancora nell’arena di Fuorigrotta, con lo Zurigo in Europa League: questa volta, però, a metterlo fuori causa è stato il portiere, Brecher, bravo a sporcare il passaggio di Insigne. E poi, se anche avesse fatto centro, sarebbe comunque stato in fuorigioco. Ecco perché ora c’è assolutamente bisogno di un’inversione di tendenza che rimetta le cose e posto e che dia nuova fiducia al gigante polacco.
STRANA FLESSIONE. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, insomma, dopo gli errori senza appello del campionato, in coppa Arek s’è avvicinato. Sì, la formula convince: non resta che rialzarsi e mettere tutto in chiaro. A modo suo: non sono un caso gli 8 gol realizzati tra dicembre e gennaio in 10 partite giocate con Atalanta, Frosinone (2), Cagliari, Bologna (2), Lazio e Sassuolo in Coppa Italia (a secco con il Liverpool, l’Inter e due volte con il Milan; in panchina con la Spal); ma è senza dubbio strana la flessione del mese in corso. Il ritmo è calato insieme con quello della squadra intera: l’unica firma risale alla sfida con la Samp del 2 febbraio. E poi, soltanto rimorsi e rammarichi (tipo la super parata del solito Brecher ancora giovedì, dopo un sinistro-bomba).
CERCHIO POLACCO. Nonostante tutto, Arek detto Aro dagli amici intimi, continua a essere il capocannoniere del Napoli: 13 gol complessivi, di cui 12 in campionato e uno in Coppa Italia; 2 più di Mertens e uno più di Insigne. Ma il trend ha bisogno di una scossa. Di una bella bordata tipo quelle che Milik è in grado di confezionare con quel mancino pieno di dinamite. Il problema, perché è di un problema realizzativo che stiamo parlando, è comunque collettivo. Ed è legato soprattutto alle trasferte del campionato: l’ultima volta del Napoli, dicevamo, risale al 16 dicembre a Cagliari, e dopo quella domenica sono arrivate due sconfitte a San Siro, con Inter e Milan, e un pareggio a Firenze con la Fiorentina senza reti.
Bisogna invertire la rotta, sì, e considerando che fu proprio Arkadiusz il marcatore di Sardegna, magari domani a Parma potrebbe chiudere il cerchio. Così da rilanciare anche la sfida al connazionale Pi?tek, implacabile dal Genoa al Milan: prima del turno scattato ieri, 25 i gol stagionali del centravanti con le pistole, come Lewandowski; e a seguire, nella classifica dei polacchi d’Europa, c’è Arek con 13. Una bella distanza, non c’è che dire.
fonte:corrieredellosport