Oggi grande festa a Sorrento per Sant’Antonino. Auguri anche agli innamorati per San Valentino
Oggi a Sorrento è in festa per la ricorrenza del suo Santo Patrono, Sant’Antonino.
Questa mattina si è celebrata la Santa Messa con la tradizionale processione della statua d’argento portata dagli uomini di mare di Marina Piccola, mentre questa sera, alle ore 20 i tanto attesi fuochi a mare curati dalla Pirotecnica sorrentina, che concluderanno i festeggiamenti iniziati ormai i primi di febbraio.
Il suono della campana della Basilica di Sorrento è ormai un avvenimento importantissimo per i sorrentini, infatti per loro rappresenta l’imminente fine dell’inverno e l’apertura di una nuova stagione turistica.
Scopriamo qualche curiosità su Sant’Antonino Abate di Sorrento.
Antonino di Sorrento, nato Antonino Cacciottolo e noto anche come sant’Antonino abate (Campagna, VI secolo – Sorrento, 14 febbraio 625), è stato un benedettino, eremita e abate; proclamato santo dalla Chiesa cattolica, è il patrono di Campagna e Sorrento.
Nacque presumibilmente nella seconda metà del VI secolo nel casale S. Silvestro a Campagna. Figlio di Vitale Alessandro Catello (cognome modificato in Cacciottolo per derivazione dialettale) e Adelicia Maddalena De Berea, fra il 555 e il 556 divenne orfano di entrambi i genitori; accolto dai benedettini dell’abbazia di Santa Maria de Strada (o di Furano) di Campagna, vi rimase iniziando il suo noviziato fino alla fine del 500.
Entrò nel monastero benedettino di Montecassino, (sebbene alcune notizie di agiografi del Seicento e dell’Ottocento individuano il monastero presso la sua città natale), ma ben presto, in seguito all’assalto longobardo del 589dovette riparare a Castellammare di Stabia, ospitato dal vescovo Catello, poi divenuto santo e patrono di questa città.
Divenuto uomo di fiducia del vescovo e poi vicario diocesano, chiese e ottenne da Catello il permesso a ritirarsi sul vicino Monte Aureo essendo desideroso di un periodo di eremitaggio, subito raggiunto dallo stesso Catello; qui i due religiosi fondarono un eremo, che ben presto dovettero abbandonare in seguito ad accuse di apostasia e culti idolatrici che misero in allarme papa Sabiniano.
Dopo breve tempo i due furono prosciolti dalle accuse (grazie a papa Bonifacio III) e poterono riprendere le loro attività di ampliamento della chiesa sul monte che ben presto divenne meta di intensi pellegrinaggi dalla vicina città di Sorrento.
Antonino fu invitato dai sorrentini a trasferirsi in città, presso il monastero benedettino di Sant’Agrippino (618) di cui divenne ben presto abate, espandendo oltremodo la sua fama di santità anche per i numerosi miracoli di cui sarebbe stato protagonista.
Morì il 14 febbraio 625.
Non dimentichiamoci però che oggi è anche San Valetino, festa degli innamorati. Quindi qui in penisola si respira ancora di più aria di festa. La festa di Sant’Antonino a Sorrento è la motivazione perfetta per una passeggiata romantica tra le strade di Sorrento.
San Valentino, detto anche san Valentino da Terni, o san Valentino da Interamna (Terni, 176 circa – Roma, 14 febbraio 273), è stato un vescovo e martire cristiano.
Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e successivamente dalla Chiesa anglicana, è considerato patrono degli innamorati e protettore degli epilettici.
La più antica notizia di san Valentino è in Martyrologium Hieronymianum, un documento ufficiale della Chiesa dei secc. V-VI dove compare il suo nome e anniversario di morte. Ancora nel secolo VIII un altro documento, Passio Sancti Valentini, ci narra alcuni particolari del martirio: la tortura, la decapitazione notturna, la sepoltura a Terni ad opera dei discepoli Proculo, Efebo e Apollonio, il successivo martirio di questi e la loro sepoltura.
Nato a Interamna Nahars (oggi Terni) in una famiglia patrizia nel 176, fu convertito al cristianesimo e consacrato vescovo di Terni nel 197, a soli 21 anni.
Invitato dall’imperatore Claudio II il Gotico a sospendere la celebrazione religiosa e ad abiurare la propria fede, rifiutò di farlo, tentando anzi di convertire l’imperatore al cristianesimo. Claudio II lo graziò dall’esecuzione capitale affidandolo a una nobile famiglia.
Valentino venne arrestato una seconda volta sotto Aureliano, succeduto a Claudio II. L’impero proseguiva nelle sue persecuzioni contro i cristiani e, poiché la popolarità di Valentino stava crescendo, i soldati romani lo catturarono e lo portarono fuori città lungo la via Flaminia per flagellarlo, temendo che la popolazione potesse insorgere in sua difesa. Fu decapitato il 14 febbraio 273, a 97 anni, per mano del soldato romano Furius Placidus, agli ordini dell’imperatore Aureliano. Secondo alcune fonti Valentino sarebbe stato giustiziato perché aveva celebrato il matrimonio tra la cristiana Serapia e il legionario romano Sabino, che invece era pagano: la cerimonia avvenne in fretta, perché la giovane era malata; i due sposi morirono, insieme, proprio mentre Valentino li benediceva. A chiudere il cerchio della tragedia sarebbe poi intervenuto il martirio del celebrante.
La festa di san Valentino ricorre annualmente il 14 febbraio, ed oggi è conosciuta e festeggiata in tutto il mondo. È molto probabile che le sue origini affondino nel IV secolo, per sostituire la festa pagana dei Lupercalia, gli antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità Luperco: questi riti si celebravano il 15 febbraio e prevedevano festeggiamenti sfrenati ed erano apertamente in contrasto con la morale e l’idea di amore dei cristiani. In particolare il clou della festa si aveva quando le matrone romane si offrivano, spontaneamente e per strada, alle frustate di un gruppo di giovani spogli, devoti al selvatico Fauno Luperco. Anche le donne in dolce attesa si sottoponevano volentieri al rituale, convinte che avrebbe fatto bene alla nascita del pargolo. Per “battezzare” la festa dell’amore, il Papa Gelasio I nel 496 d.C. decise di spostarla al giorno precedente – dedicato a San Valentino – facendolo diventare in un certo modo il protettore degli innamorati.
Tale tradizione fu poi diffusa dai benedettini, primi custodi della basilica dedicata al santo in Terni, attraverso i loro monasteri prima in Italia e quindi in Francia ed in Inghilterra. Molte tradizioni legate al santo sono riscontrabili nei paesi in cui egli è venerato come patrono.
La figura di Valentino come santo patrono degli innamorati viene tuttavia messa in discussione da taluni che la riconducono a quella di un altro sacerdote romano, anch’egli decapitato pressappoco negli stessi anni.
Insomma auguri a tutti i sorrentini, a tutti gli innamorati, ma soprattuto a tutti gli Antonino, Valentino, Valentina per il loro onomastico, dalla redazione di Positanonews.