Il Bentegodi resta tabù per la Salernitana che lascia Verona con tanti rimpianti. La squadra di Gregucci ha tenuto bene il campo, ma non è riuscita ad affondare il colpo. Ed è questo il peccato maggiore della squadra granata che non ha sfruttato incertezze e scompensi degli scaligeri, che nel primo tempo hanno sofferto tantissimo le sgroppate di Jallow, autore della conclusione più pericolosa verso la porta di Silvestri, incertissimo nelle uscite al punto da rischiare grosso in una occasione quando Casasola stava per beffarlo. Dal canto suo, la Salernitana ha sofferto il dinamismo di Lee che ha messo in difficoltà Lopez e Gigliotti ed aperto varchi per gli inserimenti di Faraoni. Nel tabellino del primo tempo ci sono una parata di Micai ed una chiusura di Casasola, frutto di sbandate collettive che hanno una spiegazione tattica ben precisa: la scarsa tenuta atletica di Minala e l’assetto con due soli centrocampisti centrali non garantiscono il giusto filtro ed espongono la squadra al rischio di subire percussioni centrali da parte degli avversari. Nella ripresa se ne è avuta conferma quando Lee è riuscito a smarcare al tiro dentro l’area Gustafsson che ha fallito incredibilmente da pochi passi e successivamente Vitale s’è spinto fin quasi al dischetto del rigore, senza riuscire ad andare al tiro. Dal suo canto, la Salernitana può recriminare per un contatto nell’area veronese tra Djavan Anderson e Vitale su cui l’arbitro ha sorvolato. Il gol di Pazzini ha rotto l’equilibrio, costringendo la Salernitana a raschiare il fondo del barile per trovare energie ed idee atte a dare sostanza al suo tentativo di rimonta finale, ma le prime erano esaurite e le seconde non sono mai pervenute. Un ultimo sussulto s’è avuto per un mani in area veneta, ma l’arbitro Serra ha sanzionato un fallo di Minala per poi espellere in pieno recupero Empereur e Casasola.
DI NICOLA ROBERTO TVOGGI SALERNO