Ranocchia bomber: «I compagni mi vogliono bene, do il massimo»
Icardi guarda e l’Inter vince. Non che quello di ieri, con il Rapid Vienna, fosse un test così probante, ma intanto arriva il quarto successo consecutivo, il terzo da quando Maurito ha perso la fascia, il sesto nelle 6 occasioni in stagione in cui è rimasto fuori. Anche questi forse sono segnali. Se poi, in aggiunta, ci si mette pure Ranocchia a segnare, che solo qualche giorno fa Spalletti aveva indicato come capitano morale, allora il quadro è da considerare davvero completo. «Se è un caso che l’Inter si sia ritrovata proprio adesso? Ci siamo stretti e abbiamo tirato fuori quel qualcosa in più, ora dobbiamo solo andare avanti. Dobbiamo andare avanti in questa competizione e poi pensare al campionato», racconta il difensore, che si è preso una bella soddisfazione, anche con l’abbraccio dei compagni: «Mi vogliono bene, credo (ride, ndr). Io cerco di dimostrare tutto il mio valore in settimana, anche se gioco poco, per il bene della squadra e dell’Inter». Inevitabilmente, ci scappa un pensiero anche per Icardi: «Mauro è un giocatore dell’Inter, al di là della fascia. Ha fatto tantissimo per l’Inter negli ultimi anni, ci mancherebbe di non riabbracciarlo quando tornerà».
RESPONSABILITÀ E PRIVILEGIO. Chi porta la fascia, però, ora è Handanovic. «Ma non si tratta di un trofeo o un titolo nobiliare, ma una grande responsabilità – precisa il portiere -. Essere il capitano dell’Inter, però, è un privilegio. Ad ogni modo, non è così importante chi la indossa. Piuttosto, conta che ci siano quelle 5-6 persone che tirano avanti il gruppo. Per me non è cambiato niente: continuo a comportarmi come ho fatto prima e proseguirò così. Il comportamento di un capitano è sotto la lente d’ingrandimento. La mia speranza è innanzitutto quella di aiutare la squadra». Poi, da storica coscienza del gruppo, Handanovic lascia una frase che vale molti significati e che spiega tanto: «Cosa manca all’Inter per tornare grande come in passato? Questa è una domanda per i nostri direttori. Non tocca a me pensare a cosa manca o non manca. Bisogna remare nella stessa parte e l’obiettivo è uno solo: far vincere questa squadra. Intanto è importante che chi resta fuori si alleni bene e si faccia trovare pronto, come è accaduto stasera (ieri, ndr). Ci sono tante partite e c’è bisogno di tutti». Si aggiunge Skriniar: «Nelle ultime 3-4 partite abbiamo corso e lottato fino alla fine: certamente, posso dire, siamo stati più uniti. Questo è stato il nostro salto di qualità. Il rinnovo? Siamo vicini. Ho un grande rapporto con la società».SOLO DI CHI C’È. Tra le immagini della serata, tornando a Ranocchia, c’è l’ampio sorriso con cui Spalletti ha accolto la sua prodezza. «L’avevo previsto, ma non da fuori area», scherza ancora l’allenatore, che, per una volta, prova a tenere da parte l’argomento-Icardi: «Ora si parla di chi c’è. Si dà forza e si dice bravi a chi gioca, corre e prende calci, senza perdere di vista lo scorrimento delle cose. E’ corretto dire che l’Inter sta migliorando e sta facendo meno errori di quelli fatti prima, non è corretto alludere a qualcosa che è successo in questi giorni. Diamogli il taglio giusto perché la cosa reale è che la squadra lavora e ci sta fare meno errori, ma senza alludere a certe situazioni. Stasera si è usata la logica nella lettura del momento, abbiamo pressato insieme, ci siamo abbassati quando non eravamo compatti: tutte quelle cose che fanno parte della lettura della partita. Ora si consolida la riconquista della palla e si fa con qualità, con l’attenzione. Abbiamo tirato fuori una buona prestazione». Un pensiero per il sorteggio di oggi: «Chi evitare? Ce ne sono 4-5 che sono più forti, se sulla carta si incontra una meno forte è meglio, ma di lì bisogna comunque passare».