Vietri sul Mare, grande successo per la personale dell’artista cavese Annamaria Panariello
Interessante mostra di Annamaria Panariello a Vietri sul mare presso la galleria d’arte “L’Isola di Samo “diretta da Ernesto Sabatella.Una mostra dove il mare incontra personaggi mitologici come le sirene,in un affascinante connubio tra mito e realtà. Annamaria Panariello riesce ad emozionare con le sue sculture e ci fa entrare in un mondo dove la fantasia è frutto di una ricerca spasmodica della perfezione.
Nata a Cava dei Tirreni (Sa). Consegue gli studi artistici presso l’istituto d’arte “Filiberto Menna “ (SA). Maestro d’arte,Ceramista,Scultrice,Pittrice e Poeta, perfeziona i suoi studi artistici presso la bottega del Maestro Raffaele Graziano a Salerno. Titolo di Accademica di Merito conferito dall’Accademia Internazionale Greci- Marino accademia del Verbano,premiata con targhe e diplomi a vari concorsi di pittura.
Ha realizzato opere per pigmalioni nazionali quali, soltanto a mò d’esempio, il maestro regista Italiano Ugo Gregoretti, Nello Rega giornalista Rai ed Aldo Forbici giornalista Rai.
Di lei hanno parlato quotidiani, giornali e riviste d’Arte; le sue opere figurano in collezioni di enti pubblici e privati sia in Italia che all’estero, vuoi in Europa vuoi in America (Brooklin negli U.S.A.)ed inserite in annuari di arte moderna contemporanea” Mondatori” e annuario Acca ecc.Fondatrice e Presidente dell’Ass. “Oltre l’Arte” .
Molto interessante la nota del critico d’arte Antonella Nigro:”Partenope, Lighea, Leucosia, Molpè, quante le Sirene cantate dagli eroi che, emergendo dai flutti con la grazia dei loro corpi e l’incanto della loro voce, conducevano alla morte l’impavido che aveva osato addentrarsi in acque tanto pericolose. Fanciulle dalla bellezza divina e ferina al contempo, immortali creature che il mito vuole dapprima alate regine dell’aria, poi caudate padrone degli abissi, ora rivivono nelle eleganti opere ceramiche di Annamaria Panariello. Nell’opera dell’artista, l’universo femminile con le sue possibilità creatrici, la sua infinita tenerezza, la sua misteriosa beltà è ampliato all’infinito, anche attraverso l’uso di rimandi speculativi quali le spirali segno di eterno ritorno, in una ricerca viscerale che, partendo dall’inconscio e dall’ancestralità, approda vivacemente nel contemporaneo. Modellare l’argilla diviene un “afflato d’amore” ove gli elementi primordiali della vita che concorrono alla fattura stessa dell’opera d’arte ceramica ovvero fuoco, acqua e terra, sono potentemente uniti nella creazione della bellezza e della denuncia d’ogni violenza.
Un’arte cosmica, profondamente in ascolto d’una totalità silenziosa e della sua perfetta armonia.”