CAPRI: ASSUNZIONI AL PORTO TURISTICO – PER LA PROCURA È PARENTOPOLI
Un posto da ormeggiatore nel porto di Capri sarebbe l’oggetto del desiderio, ambìto dai candidati che avrebbero presentato domanda presso l’amministrazione dell’isola azzurra. Una candidatura che non sarebbe stata presa in considerazione con parzialità, garantendo al caso un biglietto di sola andata verso la Procura. Di fatto – stando alle conclusioni della pubblica accusa rappresentata dal pm Sergio Amato – sarebbero stati violati i principi di imparzialità, di trasparenza e di pubblicità imposti a chi seleziona personale dipendente per conto della pubblica amministrazione. I fatti sarebbero stati ricostruiti in questi mesi dai carabinieri, capeggiati dal capitano Marco La Rovere, sotto il coordinamento del pool mani pulite della Procura di Gianni Melillo. Secondo le loro ricostruzioni tutto ruoterebbe attorno a quanto deliberato dalla società partecipata il 14 marzo del 2016, e a delle assunzioni finite nel mirino degli stessi candidati, che avrebbero addirittu ra presentato ricorso. Le accuse graverebbero, precisamente, su Fabrizio De Maddi, all’epoca dei fatti direttore generale della società Ptc; Costantino Esposito, consigliere di amministrazione della Ptc; e di Luigi De Martino, consulente della società, nonché fratello dell’attuale sindaco. Ad essersi aggiudicati il lavoro, quello di ormeggiatore ma anche quello di altri incarichi professionali, sarebbero amici e parenti di persone di rilievo all’interno della politica Caprese. I riflettori sarebbero accesi sulle griglie adottate per la selezione, che avrebbero dovuto dare valore ai singoli candidati, diversamente dai rapporti di amicizia o di conoscenza con questo o quell’esponente dell’ente locale.
Insomma, la storia che si ripete. Dinamiche sentite e risentite. A partire dalle piccole amministrazioni fino ad arrivare a Roma. I politici proprio non ne vogliono sapere di mollare la solita vecchia storia delle parentele e dei favoritismi. Pare che la politica sia solo questo. Non è un caso che l’Italia, in fatto di corruzione e favoreggiamenti, detenga il primato in tutta Europa. Per gli italiani “il favore” non sarebbe solo una dinamica negativa che serpeggia nella politica, ma una vera e propria mentalità, difficile ormai da scardinare.