Castellammare, datteri e pesca di frodo: indagate 46 persone. Rischio carcere per loro

Castellammare di Stabia. Una super inchiesta come probabilmente non c’era mai stata per quanto riguarda questo tipo di reato in particolare. La Procura di Torre Annunziata sta indagando su ben 46 persone, le quali sarebbero coinvolte nel giro di pesca di frodo di datteri di mare. A rivelarlo sono i colleghi di Metropolis. Una mega inchiesta che è stata portata avanti grazie al fatto che i reati di tipo ambientale, dal 2015, sono punibili con la galera da 5 a 15 anni. La Capitaneria di Porto è pronta, infatti, a contestare alle persone coinvolte i reati di disastro ambientale e associazione a delinquere.

Come sappiamo, infatti, la pesca del dattero di mare è vietata dal 1988 in Italia e dal 2006 in tutta la Comunità Europea. Questo perché sono dei molluschi che vivono all’interno delle rocce e che nel tempo scavano dei buchi sempre più grandi per insediarsi e l’unico modo per prelevarli è distruggere la roccia, con martellate o addirittura esplosivi. In Penisola Sorrentina la lotta a questo tipo di pesca di frodo è ormai entrata nel vivo da anni: specialmente durante i periodi di festività, come quello natalizio, i pescatori di frodo sono in azione e la Capitaneria di Porto è obbligata ad un lavoro incessante e continuo.

Fino ad ora, però, si parlava di pene molto leggere: dal 2015 la musica è cambiata. Questa inchiesta rappresenta sicuramente un duro colpo ad una organizzazione che vede coinvolti non solo pescatori di frodo, ma anche ristoratori, pescherie e consumatori. Specialmente durante le feste, la richiesta di questo mollusco aumenta e negli ultimi anni la Capitaneria di Porto ha cominciato a lottare strenuamente contro la pesca di frodo: ricordiamo che un chilo di datteri di mare può arrivare a costare nel mercato nero anche 100 euro.

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