A Cava de’ Tirreni duro comunicato di varie associazioni in risposta a dichiarazione di Alfonso Senatore
Proprio alla vigilia dell’8 marzo, festa della donna, un comunicato di “Meridione Nazionale – sez. Cava de’ Tirreni”, a firma di Alfonso Senatore fa scattare una dura replica da parte delle associazioni Resilienza, Rosa di Gerico, Se non ora quando, Frida, Teatro Luca Barba, Amici di Lola e Manden.
“106…106 donne uccise nel 2018: una ogni 72 ore, una vittima ogni 72 ore, un FEMMINICIDIO ogni 72 ore!
I femminicidi non sono mai “cosiddetti”, non sono una conseguenza d’impeto, di una provocazione, di una “deriva irresponsabile” delle sacrosante politiche di rivendicazione femministe.
Sono una drammatica realtà, dolosamente negata, frutto della volontaria e preordinata dequalificazione sociale della figura femminile.
Perché ora è chiaro: si vuole imporre alle donne il silenzio, l’accettazione del sopruso, del comando, colpevolizzando le vittime con logiche di maniera, maschiliste e patriarcali, che giustifichino le coscienze, sporche prima del sangue delle donne e poi di tutti i dolori, gli abusi, i demansionamenti che ci avete autoritativamente imposti, per legittimare nuovamente indecorosi conati di discriminazione sessista!
Squallidi e beceri rigurgiti di un medioevo clericale che speravamo esautorato da un’epoca di diritti e non di colpevolizzazioni; ma che in uno dei momenti più pericolosi di questa repubblica, ci vorrebbe nuovamente ancelle accondiscendenti ai desiderata di genere, di chi da sempre ha provato a toglierci libertà di parola o -peggio- pensiero, giustificandolo con il “dover essere” perché altrimenti sarebbe contro natura (???), consentendo che perfino nelle aule di giustizia ci sia negata la debita tutela!
E siccome colpevoli sempre, comunque, colpevoli per nascita, pertanto punibili; per il solo, sacrosanto diritto di voler essere, persone, prima che “identificazione di genere”.
Non basteranno ridondanti parole e populistiche rievocazioni di valori anacronistici ad azzerare anni di lotte civili, di autodeterminazione e coscienza, di norme liberamente volute e votate da uno stato libero e laico, battaglie figlie della libertà e non dell’asservimento.
Non consentiamo più ingerenze etiche di uomini che pretendono di parlare, agire, legiferare e decidere sulla vita delle donne, sul corpo delle donne, sul dolore delle donne!
Il malcostume è volerci colpevoli a tutti i costi, punibili per forza, necessariamente vittime di una violenza non figlia della incapacità di riconoscerci come cittadine libere ed autodeterminate, ma come pertinenze della figura maschile, dei ruoli maschili, della volontà maschilista.
Il nostro rispetto sarà la nostra voce, che rivendicherà sempre che ESISTIAMO, senza bisogno di legittimazione altrui, non lo stereotipo culturale che volete a tutti i costi cucirci addosso e senza il quale giustificate la violenza.
Chi sventola i valori del rispetto dovrebbe ricordare quelli dell’uguaglianza dei diritti e dei doveri, di tutti: e tutti quelli che sono stati indegnamente calpestati da parole sessiste destituite di qualsiasi fondamento giuridico.
Perché, lo si ricordi, questo è lo stato dei diritti civili e non della legge del taglione.
Che vi piaccia o no!
Se di catechesi del rispetto pretendete di parlare, che sia del rispetto di genere di tutte le fasce, senza se e senza ma…”
Comunicato congiunto
Resilienza
Rosa di Gerico
Se non ora quando
Frida
Teatro Luca Barba
Amici di Lola
Manden