Dopo la morte del fratello Lino Sibillo prese a schiaffi un affiliato:”Non aveva portato i giubbotti antiproiettili”
La notte che Emanuele Sibillo fu ucciso dai Buonerba durante l’ennesima stesa in via Oronzio Costa nel gruppo della ‘paranza dei bambini’ la tensione salí alle stelle. È uno dei tanti episodi raccontati nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita questa mattina dalla squadra mobile contro undici persone ritenute organici ai gruppi Sibillo e Buonerba. In quell’azione armata erano presenti oltre alla vittima anche suo fratello Pasquale (guidava il mezzo su cui Sibillo junior fu colpito) e Francesco Pio Corallo ‘o nonn e Luca Capuano ‘o chiatt (su un’altra moto e indicato come il braccio destro di Ciro Contini). A rivelare ai magistrati ciò che successe è stato il collaboratore di giustizia Vincenzo Amirante, ex ras della Maddalena:”Tra i presenti c’era anche Capuano, si tratta di persona di cui Lino Sibillo ha piena fiducia”. In un verbale di interrogatorio dell’ottobre 2017 Amirante ha rivelato:”In quel periodo ero latitante sicchè le notizie le apprendevo dalle persone del quartiere. Queste persone mi hanno raccontato che Pasquale Sibillo, ‘o nonn e ‘o cafon passavano e spassavano sotto casa dei Buonerba e sparavano continuamente contro il balcone della loro abitazione. I Sibillo e gli affiliati pretendevano l’estorsione dai Buonerba per consentirgli di gestire la piazza che avevano. I Buonerba vivevano ‘chiusi’ in casa. Seppi che anche Emanuele Sibillo andava a sparare sotto casa dei Buonerba. La sera della sua morte era seduto dietro al fratello e su un’altra moto c’erano ‘o cafon (altro soprannome di Luca Capuano) e Pio Corallo. Per come raccontatomi da Pio Corallo durante la nostra comune detenzione a Secondigliano Emanuele Sibillo una volta colpito cadde dal mezzo condotto dal fratello. Cosí ‘o cafon salí sul mezzo come terzo passeggero per sostenerlo. Pio Corallo mi anche raccontato che Lino Sibillo schiaffeggiò ‘o cafon rimproverandolo di non aver portato i giubbotti antiproiettili che aveva in custodia”.
DI STEFANO BITONTO INTERNAPOLI