L’INCHIESTA Asl Salerno, gli imboscati finiscono dai pm Assunti per stare in reparto e passati in ufficio: atti in Procura

21 marzo 2019 | 08:07
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L’INCHIESTA  Asl Salerno, gli imboscati finiscono dai pm Assunti per stare in reparto e passati in ufficio: atti in Procura

SALERNO – È finito in Procura il caso degli “imboscati” dell’Asl, assunti anni fa per lavorare nei reparti degli ospedali e che invece – grazie a un certificato medico – sono finiti dietro comode scrivanie negli uffici con tanto di indennità. Secondo il censimento dell’Azienda sanitaria completato due anni fa sono 350 i dipendenti che sono stati collocati negli uffici per problemi di salute; ma solo circa la metà ha dato corso alla modifica dell’inquadramento professionale, perdendo l’indennità. Gli altri continuano a risultare medici, infermieri e operatori socio sanitari (Oss), oltre ad altre figure professionali in misura minore, e a percepire retribuzioni di facenti funzioni o di coordinatori, senza di fatto svolgere il lavoro nei reparti. I conti, alla fine, non tornano: Rolando Scotillo, infermiere all’ospedale di Eboli, esponente della Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) dell’Asl di Salerno e dei lavoratori sulla sicurezza e segretario territoriale Fsi (Federazione sindacati indipendenti) snocciola qualche dato: «Il danno per aver continuato a erogare l’indennità a infermieri e tecnici sanitari è pari a circa 480mila euro annui». Scotillo ha messo nero su bianco, inoltrando un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti e al Nas di Salerno. A suo avviso la stima del personale in servizio nei reparti e quello che davvero occorre non quadra.

Marcella Cavaliere LA CITTA