Chi era Lorenzo Orsetti, italiano ucciso dall’Isis: combatteva per i curdi
Questa mattina l’Isis ha annunciato di aver ucciso un italiano in Siria, nei combattimenti a Baghuz: si tratta di Lorenzo Orsetti, 33 anni, nato e cresciuto a Firenze, nome di battaglia Tekoser (“il lottatore”). Lorenzo combatteva per i curdi: pochi giorni fa i jihadisti avevano minacciato vendetta per la strage in Nuova Zelanda a Christchurch.
L’annuncio dell’Isis: «Abbiamo ucciso un crociato italiano»
Fiorentino classe 1986, Lorenzo Orsetti era stato intervistato non molto tempo fa dal Corriere Fiorentino: «Ho lavorato 13 anni nell’alta ristorazione – raccontava – ho fatto il cameriere, il sommelier, il cuoco. Mi sono avvicinato alla causa curda perché mi convincevano gli ideali che la ispirano, vogliono costruire una società più giusta ed equa. L’emancipazione della donna, la cooperazione, l’ecologia sociale, la democrazia: per questi ideali sarei stato pronto a combattere anche altrove in altri contesti».
Lorenzo, raccontava in un’altra intervista al sito Occhidellaguerra.it, era uno dei sei italiani che combattevano con i curdi, comprese due donne: da quasi due anni si trovava in Siria per contrastare le bandiere nere. Parlando dei cinque italiani rientrati in Italia e nel mirino della Digos, Orsetti protestava: «Alcuni di loro non avevano nemmeno imbracciato le armi, le misure di sorveglianza speciale sono profondamente ingiuste. Chi usa le armi contro l’Isis viene considerato socialmente pericoloso». Parlando poi di un eventuale rientro in Italia, Lorenzo sottolineava: «Se dovessero accusarmi di qualcosa, risponderei che sono fiero di ciò che sto facendo in Siria e sono pronto ad assumermi eventuali responsabilità».
Il Testamento
Lorenzo Orsetti era davvero “fiero” della sua “battaglia di civiltà” contro lo Stato islamico. Lo aveva detto e ripetuto in diverse interviste rilasciate nel corso dell’ultimo anno. L’ultima appena l’11 marzo scorso, una settimana prima dell’annuncio della sua morte da parte dall’organo di propaganda dell’Isis, che con disprezzo lo ha definito un “crociato italiano”.
In quell’occasione, parlando con radio Ondarossa, aveva affermato che “a livello bellico lo Stato islamico è stato sconfitto” e pertanto, ora “sarebbe orribile vedere un’altra volta il mondo girarsi dall’altra parte, mentre civili e bambini muoiono nel peggiore dei modi. Perché io li ho visti, i cadaveri carbonizzati della gente, sotto gli air strike”.
Orsetti, 32 anni, aveva lasciato la sua Firenze e la sua attività di cuoco e sommelier oltre un anno e mezzo fa per andare a combattere i jihadisti dell’Isis in Siria, ‘arruolandosi’ volontario nelle fila delle milizie curde dell’Ypg, legate al Pkk turco.
Come nome di battaglia aveva scelto ‘Tekosher’, ovvero il ‘lottatore’. Era ben consapevole di rischiare la vita tanto che aveva scritto una lettera-testamento da leggere in caso di morte, firmata proprio con quel nome di battaglia insieme al suo altro soprannome, ‘Orso’. “Ciao, se state leggendo questo messaggio significa che non sono più in questo mondo”. E ancora: “vi auguro – aveva scritto – tutto il bene possibile e spero che anche voi un giorno (se non l’avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo”.