META: EMERGENZA VIABILITÀ – VIA ALLE AREE DI SOSTA TEMPORANEE
Sarebbe un problema di tutta la Penisola e della Costiera quello che vede protagonista la viabilità di queste terre baciate dalla bellezza. Una bellezza che attrae migliaia di turisti da tutto il mondo, che troverebbero ristoro nelle attività ricettive del territorio, un business che fiorisce in tutta la zona. Sarebbe tutto perfetto se non fosse per il fatto che l’ampio numero di turisti, d’altro canto, intasa i piccoli paesi della penisola con un alto numero di veicoli. Ed ecco che il Primo Cittadino di Meta, nei giorni scorsi, emana un’ordinanza con la quale viene disciplinata la possibile apertura di aree destinate alla sosta. Le condizioni sarebbero quelle di un tempo limitato a sei mesi- precisamente dal 15 aprile al 18 ottobre 2019; e il rispetto dello stato dei luoghi, non sarebbero quindi possibili grandi interventi di modifica del territorio, come ad esempio l’abbattimento di alberi, ma solo piccoli interventi di adeguamento.
Il Sindaco avrebbe deciso di attuare una possibilità che la Prefettura aveva concesso diversi anni addietro, quella di individuare aree di sosta temporanee, che avessero, ovviamente, caratteristiche conformi alle normative vigenti sulla sicurezza e che non comportino ricadute negative sul flusso veicolare. Una soluzione che ovvierebbe alla presenza sempre più pressante di automobili, caravan, autobus, che renderebbero la vita dei cittadini della Penisola un vero inferno. Gli orari in cui le auto si accalcherebbero in lunghe e interminabili file coincidono con quelli delle ore più calde della bella stagione. Una situazione drastica che in situazioni di emergenza metterebbe a dura prova la sicurezza dei cittadini. Una soluzione che dovrebbe finalmente fornire un aiuto consistente alla popolazione del piccolo comune della Penisola. Costiera e Penisola non sarebbero nuove a queste problematiche, infatti recentemente sarebbero state avviate numerose proteste in cui i cittadini chiedevano a chi di dovere di ritirare le licenze alle società di trasporto turistico su gomma che non rispettassero i requisiti Anas, e in cui chiedevano la circolazione di mezzi più piccoli e meno ingombranti.