Napoli Funerali di Fortuna, la rabbia di don Antonio: «Chi picchia una donna è uno stronzo, l’amore non porta lividi»
«Di pancia. Non pensavo che avesse una tale diffusione mediatica».
Beh, è stata detta sull’altare…
«Lo so bene, ma volevo rivolgermi ai giovani presenti in chiesa parlando un linguaggio molto chiaro. Devono capire che non si alzano le mani su una donna, moglie o fidanzata che sia».
Le parole di un sacerdote devono soprattutto educare, quindi?
«Faccio il parroco in un rione molto popolare, anche le donne devono capire che non possono più stare zitte. Dall’altare le ho invitate a denunciare soprusi e violenze, pure nel segreto del confessionale».
Duante l’omelia ha anche detto che l’amore non porta lividi…
«Le donne non si toccano neppure con un fiore. Anzi, sa per me cos’è amore? Quello dell’anziano di 80 anni caduto ieri per terra mentre faceva la spesa: si è rotto il naso ma non ha voluto restare in ospedale perché altrimenti nessuno avrebbe accudito sua moglie, rimasta sola a casa».
Perché il funerale della povera Fortuna, uccisa dalle botte del marito e madre di tre figli, è stato celebrato dcon le livree rosse sull’abito talare dei 4 sacerdoti?
«Il rosso è il colore del martirio. E Fortuna è una martire della violenza brutale. Aveva solo 36 anni ma ha difeso fino all’ultimo i figli nonostante un rapporto coniugale malato. L’ha detto anche Don Pierpaolo Ottone della parrocchia di San Francesco Caracciolo a Miano, con me sull’altare: Fortuna ora abitava lì, ma è stata sempre al Rione Sanità».
A chi ora va il suo pensiero?
«Ai figli di Fortuna Bellisario. É come se fossero rimasti orfani».
La frase mediaticamente incriminata le ha procurato problemi?
«No, ma spero che mi perdonino…».