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Piano di Sorrento: Lettera aperta sulla scuola Carlo Amalfi al sindaco

3 marzo 2019 | 14:52
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Piano di Sorrento: Lettera aperta sulla scuola Carlo Amalfi al sindaco
Piano di Sorrento: Lettera aperta sulla scuola Carlo Amalfi al sindaco
Piano di Sorrento: Lettera aperta sulla scuola Carlo Amalfi al sindaco
Piano di Sorrento: Lettera aperta sulla scuola Carlo Amalfi al sindaco
Piano di Sorrento: Lettera aperta sulla scuola Carlo Amalfi al sindaco

Piano di Sorrento. Scuola Carlo Amalfi , ne parliamo con l’ingegner Elio d’ Esposito che , dopo l’intervista all’ingegner Cannavale da parte di Positanonews, per il quale non vi era agli atti nessuna istanza o proposta diversa dalle demolizione, di ristrutturazione , e non di demolizione, se ne è parlato, con tecnici e con l’unico dibattito che ha avuto una affollata partecipazione, organizzato di Positanonews, ma pare che nessuno ha protocollato o forse queste carte non si trovano più, allora l’ingegner d’ Esposito, ha protocollata una lettera aperta al sindaco Vincenzo Iaccarino e di conseguenza ai carottesi di cui è primo cittadino, una lettera che non vuole essere “contro” nessuno, ma per la collettività un contributo per l’amministrazione non contro di essa, nei suoi intenti.  La lettera in fondo.

Ma come mai …di nuovo l’argomento di ristrutturazione della scuola? Già se n’è parlato tanto..

L’argomento scuola  non è stato trattato mai con la dovuta chiarezza, ma sempre con una copertura, che non regge affatto, di una scuola considerata erroneamente sul punto di crollare per cui l’unica strada, senza alternative, era quella della ricostruzione. Tutto errato  …l’ho detto io, in maniera chiara e inequivocabile fin dalla prima ora, ing. strutturista di vecchia data, lo disse anche l’ing. Elefantee soprattutto lo disse chiaramente la II perizia del Dipartimento strutturale d’ingegneria  dell’università di Napoli a firma del prof. Verderame, che svolge da oltre venti anni attività di ricercatore e di docente nel campo della vulnerabilità degli edifici e nel consolidamento degli stessi per la loro invulnerabilità sismica…cioè il prof. più adatto a dare un giudizio e il prof. lo diede indicando la solita metodologia di cui noi ing. Strutturisti siamo ben edotti e ben aggiornati con continui corsi e anche per nuovi materiali dell’ultima generazione in tali opere di rinforzo statico che danno la massima garanzia.

E sicuramente  lo dirà qualsiasi ing. Strutturista di chiara esperienza, leggendo le due perizie e i risultati delle prove di laboratorio sui carotaggi..  C’è poi la faccenda dei carotaggi sui quali l’ing. Elefante che veniva da una sua propria esperienza professionale pose l’attenzione e cioè la mancanza di chiarezza sulle elaborazioni dei risultati di laboratorio sui carotaggi che sono mediamente al di sotto dei valori reali dell’elemento strutturale indagato,  a causa dello stress del carotaggio, di valori oscillabili tra il 20% e il 30% come da conclamata letteratura scientifica …ci sono incongruenze con le corrispondenti prove sclerometriche e ad ultrasuoni e con  le ulteriori prove di carotaggio, volute proprio per le incongruenze, e  che, stranamente sotto il profilo statistico, sono tutte molto più basse delle prime. Tutto ciò lascia molti dubbi sulla certezza  delle prove. In ogni caso anche se considerate nel caso peggiore ( che non collimano per niente con l’invulnerabilità dimostrata dall’edificio alla scossa sismica violenta sussultoria e ondulatoria di circa un minuto e mezzo del 23/11/80,che non ha lasciato alcuna traccia sul fabbricato)…ripeto anche con questa partenza di tali dati la scuola era riparabile e con una spesa che, a conti fatti, in via sommaria, completa di tutti gli adeguamenti distributivi e tecnologici, di sicurezza e impiantistica non avrebbe superato il 20% del costo di ricostruzione giunto al momento a 13 milioni di euro.

Cioè voglio solo puntualizzare che l’Amministrazione, formata da politici non esperti in tale materia, avrebbe dovuto dibattere con molto approfondimento tecnico tra due strade per scegliere la strada migliore, invece si sente ancora dire che non c’era altra scelta stante alle perizie e alle prove di laboratorio e questo è assolutamente destituito di ogni realtà scientifica. Beninteso che la mia nota non vuol rappresentare un invito a cambiare rotta…è molto imbarazzante adesso, però se il politico volesse farlo, penso che sta ancora a tempo. Per il momento la mia è solo una nota di chiarezza di natura strettamente tecnica. Un dovuto …” distinguo “.

Questo è quello che ho sempre sostenuto fin dalla prima ora.  Se la volontà è politica, nulla da obiettare, come già ebbi modo di dire più volte all’epoca, ma se si cerca una giustificazione a certi passi, allora non ci siamo.  Personalmente e professionalmente vengo da un’esperienza di un  terremoto devastante nell’80  vissuto in prima linea, con centinaia di sopralluoghi di fabbricati lesionati, con chiari segni lasciati da tale sisma devastante….e con questa mentalità  avremmo dovuto demolire centinaia di fabbricati lesionati ( e si demolisce questo senza alcun segno di sofferenza strutturale).Personalmente non ho mai condiviso la scelta operata….sono stato sempre propenso per la soluzione ristrutturazione, anche, soprattutto, per la tranquillità dei bilanci comunali…per la certezza di arrivare  subito ad una soluzione concreta. Quì si è voluto fare un grande sogno che comporta  grandi difficoltà, e non è chiaro il risultato finale. Chi vivrà …vedrà. e come diceva Manzoni ….ai posteri l’ardua sentenza.!

LETTERA APERTA AL SINDACO SULLA SCUOLA CARLO AMALFI

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’ ing. Raffaele Elio d’Esposito

Mi è capitato, pochi giorni orsono, di scorrere su internet il lungo curriculum vitae  del prof. Ing. Gerardo Mario Verderame, del Distretto d’Ingegneria Strutturale della Federico II di Napoli, che dimostra un’attività ventennale universitaria nel campo della valutazione della vulnerabilità sismica dei fabbricati in muratura e c.a.,  nel loro consolidamento ai fini del rischio sismico, con tanti congressi, corsi, pubblicazioni e lavori scientifici sulla valutazione della vulnerabilita’ e sul rischio sismico degli edifici esistenti e  sul loro consolidamento.

Ebbene, il Comune di Piano di Sorrento, dopo la I perizia dell’ing. Federico Gargiulo che evidenziava carenze dei materiali strutturali, a seguito di prove di laboratorio, ma null’altro, ebbe l’ottima idea di affidarsi al detto prof. universitario Verderame;  mai scelta fu più appropriata….ma purtroppo, non sfruttata, per quanto vengo a dire.

Ebbene il prof. ing.Verderame, preso atto dei risultati delle indagini di cui alla I perizia, sentenziò che il fabbricato si poteva consolidare e renderlo agibile con un intervento che già il sottoscritto aveva fatto presente, fin dalla prima ora, ritenendolo di routine come da ampia letteratura scientifica e come da corsi annuali di aggiornamento professionale  in questo campo specifico;…interventi eseguiti spesso, dopo il terremoto, su fabbricati in c.a. che presentavano segni evidenti di vulnerabilità sismica, al contrario della scuola in oggetto che, a seguito del sisma del 23/11/80 uscì indenne senza alcuna lesione certificandosi da sé invulnerabile al detto terremoto di tale ben nota  intensità e di natura prima sussultoria e poi ondulatoria.

E non va sottaciuto il contrasto stridente tra tale evidente prova di collaudo, la più realistica possibile e cioè uscire indenne da quel terremoto,  e i risultati mediocri delle prove di laboratorio  sui carotaggi. Anche qui l’ampia letteratura scientifica precisa come utilizzare tali risultati di prove di laboratorio per adeguarli alla reale resistenza dell’elemento strutturale, utilizzando  note  formule sperimentali che tengono conto dello stress del materiale nella fase del carotaggio e asportazione: i risultatidelle prove di laboratorio, per adeguarli al reale valore della resistenza del calcestruzzo dei pilastri e travi esaminate, andavano  amplificati del 20-25%  in base  alle dette note   formule, della letteratura scientifica,  e ciò spiegherebbe il mistero della scuola indenne e invulnerabile al terremoto e poi considerata in pessime condizioni, in alcuni elementi strutturali( travi e pilastri),in base a tali prove,  prove che in  una I campagna erano buone ( addirittura migliori delle prove sclerometriche e di ultrasuoni), e  in una II campagna, richiesta  per i dubbi di tali prove, invece e stranamente risultarono molto mediocri, forse anche per metodologia interpretativa diversa da quella della I campagna). A prescindere dalle incertezze di tali risultati, pur volendo considerare i dubbi  risultati così ottenuti, i più scadenti come validi, tuttavia, né il  I perito ing. Federico Gargiulo ha accennato minimamente alla demolizione, né il II perito nominato dal Comune,  il prof. ing. Verderame, del Politecnico di Napoli, ha accennato alla demolizione, anzi questi, visti i risultati delle prove e tutti gli altri accertamenti, ha ritenuto spontaneo, anche se non interpellato in merito,  con la sua esperienza,  consigliare il consolidamento antisismico e dettagliare anche le modalità per attuarlo, per adeguare la struttura alle condizioni di sicurezza strutturale dovuta per la normativa attuale  e per l’adeguamento antisismico, tenendo conto che nel 1955 non vi erano i calcestruzzi e i cementi e gli acciai attuali e tenendo conto che all’epoca il territorio peninsulare non era considerato sismico e .. quì nasce il mistero e il mio interrogativo ( e non solo del sottoscritto, ma di tutti gli ingegneri  strutturisti) cioè…come si è arrivato a tanto, cioè a optare per la demolizione ? La prima cosa da fare era verificare, nell’interesse del popolo,  a quanto ammontava la spesa del consolidamento per avere la max. sicurezza antisismica e i lavori di adeguamento conseguenziali…finiture, impiantistica, adeguamento energetico .etc. e a quanto ammontava la spesa per la ricostruzione. Sono circolate  voci….di una grande spesa per la ristrutturazione, mai conosciuta, e di una modesta spesa per la ricostruzione ( cinque milioni)

 Cioè perché  prendere la strada difficile, incerta ,con molto probabili imprevisti di aumenti di spese, espropri difficili, appesantimento del bilancio comunale, quando a portata di mano vi era la possibilità di consolidarla antisismicamente e ammodernarla ( con un costo dai due ai tre milioni) che non era neanche il 20% della reale spesa di demolizione e ricostruzione, valutata poi, attualmente,  in tredici milioni?.( fino a poco tempo fa era di sedici milioni e a consuntivo non si sa dove si arriverà ).  Di fronte ad una strada facile, tranquilla, di spesa accessibile, si è scelta quella di grande spesa, grandi difficoltà e probabili imprevisti di accolli spese a carico del bilancio e del popolo carottese, per avere alla fine un soggetto la cui utilità è molto dubbia.    

Il  Dipartimento di Ingegneria Strutturale di Napoli della Federico II, consigliò come consolidarla e renderla antisismica e  riporto testualmente : “ Le condizioni attuali dell’edificio appaiono incompatibili con le norme tecniche in materia; si rendono necessari, pertanto, interventi di adeguamento strutturale….”   E descrive nel dettaglio gli interventi accessibilissimi,   da noi ingegneri più volte utilizzati.

C’è contrasto con le conclusioni del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, con tutta la letteratura scientifica sul consolidamento dei fabbricati, con i continui nostri corsi di aggiornamento professionale, con  l’esperienza maturata da noi ingegneri strutturisti nell’operare in tal modo tante volte nella nostra vita professionale. Ecco perché si rimane  basiti sulla decisione della demolizione.   

Se i finanziamenti a costo zero  non ci saranno, e me lo auguro,  è sempre percorribile la strada del consolidamento antisismico in tutta sicurezza per la collettività, come ho ripetuto svariate volte in questi anni.  E perché me lo auguro…che non vada in porto?    Come già ho avuto modo di affermare in altri interventi in questi undici   anni di odissea,  la strada di un project financing per la ricerca di un promotore che a costo zero la rimetteva in ordine sotto la stretta sorveglianza tecnica del comune gestendola per un determinato periodo ( quindici – venti anni) e restituendola al Comune in ottimali condizioni tali da creare una fonte di entrata interessante futura  per il Comune, non era assolutamente da scartare. La struttura messa in perfetto ordine poteva diventare idonea a corsi di formazione, a corsi universitari, a corsi specialistici tipici nel campo alberghiero, nel campo tipico peninsulare artigianale e agricolo…poteva diventare una buona risorsa anche nei settori sanitari dove vi è carenza di locali per tante problematiche sanitarie che risentono della mancanza di locali.  Pensando che si deve andare incontro a spinosi e costosi espropri, ad un aumento notevole dei  trasporti scolastici, per la presenza di un unico plesso di ben cinquecento alunni, con ripercussioni sul traffico cittadino, sull’inquinamento conseguenziale  da eccessiva  mobilità, a facili imprevisti che possono far lievitare la spesa ( si pensi agli arbitrati, che sono quasi una costante per i progetti milionari, che fanno paura per le ripercussioni sui bilanci, uscendo quasi sempre perdente l’ente comunale e spesso portandolo al dissesto economico) …ecco tutto questo non mi torna. Il bilancio tra costi e benefici, (per usare una terminologia attuale …. Vedi il problema TAV ), non lo vedo a favore della ricostruzione. Oltretutto non vedo il futuro delle due scuole medie efficienti e moderne, ben posizionate ( una a monte e l’altra a valle del centro urbano), continuamente oggetto di lavori di manutenzione, che dovrebbero chiudere i battenti per diventare qualcosa non nota  o per essere alienate con un utilizzo dubbio, urbanisticamente parlando, al di fuori di quello scolastico

Oltretutto, il sottoscritto, a capo della Consulta Ambiente , Territorio e Viabilità si  sta battendo da tempo, come lei ben sa,  per rendere il territorio più vivibile, con minore inquinamento e quindi con il minor traffico possibile.

E non è tutto : un imprevisto, un arbitrato potrebbe portare in crisi economica il Comune. Anche a Piano, nella costruzione di villa Fondi, il Comune uscì perdente da un arbitrato ( come succede quasi sempre statisticamente negli arbitrati con gli Enti pubblici) con una perdita di oltre un miliardo di vecchie lire.

Di fronte alla possibilità iniziale di rimettere in attività l’immobile esistente con una spesa che poteva essere recuperata totalmente con un project financing o con finanziamenti regionali che sono stati erogati diffusamente in questi anni dalla Regione Campania, e ancora ci sono per questi interventi, si è scelta la strada  di maggiore incertezza e rischio.

La motivazione di un immobile irrecuperabile da abbattere non regge, per quanto sopra detto, e questo è quello che gli Amministratori non avranno capito bene, non essendo di quel campo specifico professionale e per questo motivo nascono le presenti note, perché qualunque cosa decideranno, sappiano com’è nata la storia , qual è la verità tecnica incontestabile e sappiano che questa scuola non si è voluta ristrutturare per una volontà esclusivamente politica di cui gli amministratori se ne accollano l’intera responsabilità.

E non mi è chiaro qual è il destino di quelle piante quasi secolari, pino, eucalitpto, e quel maestoso cedro del Libano al centro del complesso. Spero che almeno quest’ultimo bellissimo esemplare che troneggia su tutto il complesso, venga salvato.

Mi sono permesso di parlarne ancora una volta proprio per questo motivo, perché ci sia chiarezza massima di comprensione da parte di chi non è della materia professionale e credo che chi può dare un contributo per la sua attività ed esperienza professionale, non deve stare a guardare muto e silenzioso :  Sarebbe colpevole verso la sua coscienza, i concittadini, e anche verso gli amministratori : la  vera democrazia  lo richiede. Assolutamente non è da pensare a puntigli, a polveroni politici, a sentimentalismi di ricordi legati alla scuola…Nulla di tutto questo e con  l’auspicio che possa servire a qualche approfondimentosul tema costi…e benefici. Posso comprendere il disagio di tornare sui propri passi,…ma l’umiltà è dei grandi e l’infallibilità non è di questo mondo, e gli amministratori debbono sempre tener presente che per volontà del popolo sono stati delegati ad amministrare nel migliore modo possibile i beni del popolo.

N.B. : Voglio precisare,  chiaramente,  che questa  mia nota fa riferimento  ai fatti accaduti dodici fa, non conoscendo attualmente la sirtuazione dell’immobile abbandonato da dodici anni, e mi auguro, con tutto il cuore, di non essere ancora una volta frainteso.  

Con  immutata stima

Piano di Sorrento, 19/02/2019

Ing. Raffaele Elio d’Esposito