Piano di Sorrento, restyling Piazza della Repubblica: parla Antonio D’Aniello. “Non si farà mai”
Piano di Sorrento. Il consigliere comunale Antonio D’Aniello ha voluto dire la sua, tramite il suo blog, sulla vicenda legata al restyling di Piazza della Repubblica.
“Finalmente è stata prodotta la relazione firmata a “quattro mani” dal Geom. Pappalardo (responsabile dell’ufficio tecnico fino a qualche mese fa) e dall’Architetto Cannavale, attuale responsabile.
La relazione in cinquanta pagine ripercorre tutti i tentativi fatti negli anni, a partire dal 2003 ad oggi. Sicuramente è un documento importante per questa amministrazione e per le future, per il lavoro di raccolta e ‘collazione’ di dati che viene fatto.
Il problema sono le conclusioni, infatti sebbene vengano prospettate due ipotesi:-Concorso di progettazione – Studio di fattibilità redatto dall’ufficio tecnico. Ambedue le ipotesi non potranno che “partire dall’idea progettuale ritenuta valida e rispondente appieno all’idea dell’Amministrazione, di cui al progetto presentato nell’anno 2003 dalla società SDR srl, che andrà opportunamente rimodulato ed aggiornato anche in considerazione dell’epoca della sua stesura e delle sopravvenute disposizioni normative”.
Eppure sono gli stessi due tecnici a stabilire che:
Il progetto non è conforme al piano regolatore per ciò che concerne la realizzazione di nuove volumetrie
Qualsiasi progetto, nel PRG vigente deve prevedere la delocalizzazione del mercato ortofrutticolo, non la soppressione/ trasformazione.
Non sono conformi i tre livelli interrati
Se tutto ciò non bastasse ad oggi la procedura di donazione non è ancora stata perfezionata, nonostante un incarico notarile dato a maggio del 2018.
Personalmente ritengo che tutti i problemi, elencati pedissequamente nella relazione, rendono impossibile il proseguimento degli intenti dell’amministrazione. Cambiare idea sarebbe sinonimo di intelligenza e l’unico modo per realizzare qualcosa (o almeno mettere in cantiere) in questa consiliatura. Intestardirsi produrrà l’ennesimo grande successo di questa amministrazione: il nulla”.
Secondo Johnny Pollio il progetto riporta a quello di Antonio Elefante :
Il nuovo progetto non potrà che partire dall’idea progettuale, ritenuta valida e rispondente appieno all’idea dell’Amministrazione (giusta Delibera di C.C. n. 47 del 24 maggio 2017), di cui al progetto presentato nell’anno 2003 dalla società SDR srl che andrà opportunamente rimodulato ed aggiornato anche in considerazione dell’epoca della sua stesura e delle sopravvenute disposizioni normative (d.lgs. n. 50/2016 e successive modificazioni), anche di carattere squisitamente tecnico ed edilizio (criteri ambientali minimi ecc.).
Sono queste le considerazioni conclusive a cui sono addivenute i due tecnici firmatari della relazione sulla riqualificazione di Piazza della Repubblica: l’architetto Francesco Cannavale (in qualità di funzionario responsabile) ed il geometra Dario Pappalardo (in qualità di tecnico istruttore).
Una relazione in cui si prova in tutti modi a salvare il salvabile e che alla fine riesce così ad essere più politica che tecnica.
Per la serie…
…nonostante tutto il cosiddetto Progetto Elefante deve andare avanti, perché la politica così vuole….
I due tecnici, nel fare la cronistoria degli eventi, si soffermano anche su quanto accadde nel 2010. Quando cioè l’Amministrazione comunale di allora prese atto della cessione a titolo gratuito da parte delle società SDR e SAEC, di tutti i diritti morali e patrimoniali relativi ai progetti inerenti la procedura di project financing di cui all’avviso pubblico del 26 settembre 2003, demandando al funzionario responsabile del 5° settore gli atti consequenziali.
Sulla portata di quella deliberazione Cannavale e Pappalardo sono chiari:
A tale deliberazione non ha fatto seguito, a tutt’oggi, la necessaria formalizzazione contrattuale ai sensi dell’art. 782 c.c., che va effettuata sotto forma di atto pubblico a pena di nullità.
Insomma quella donazione a tutt’oggi è nulla.
Una nullità assoluta.
In pratica è da considerarsi inesistente: non può spiegare alcun effetto.
Di tutto questo Cannavale e Pappalardo sembrano però subito dimenticarsi. Tanto è che poche pagine dopo, quando parlano di un’altra delibera. Quella di Consiglio comunale fortemente voluta proprio dal vice-Sindaco Pasquale D’Aniello. Quella adottata nel maggio del 2017 (prima di “tutt’oggi”, cioè quando la donazione era ancora inesistente). Ebbene su quella delibera dicono sostanzialmente il contrario. Al punto da concludere che non si potrà che partire che…
…dall’idea progettuale, ritenuta valida e rispondente appieno all’idea dell’Amministrazione (giusta Delibera di C.C. n. 47 del 24 maggio 2017), di cui al progetto presentato nell’anno 2003 dalla società SDR srl.
Non ci crederete ma, secondo i due, non si potrà che partire da quel progetto che non è del Comune, perché frutto di una donazione nulla, inesistente e che non può spiegare effetti.
E’ l’apoteosi!
Inoltre, sempre Cannavale e Pappalardo, sempre in relazione al Progetto mai donato ritengono che:
non sia conforme né al PUT né al PRG per quanto attiene la possibilità di realizzare nuove volumetrie a destinazione terziaria;
non sia conforme al PRG per quanto attiene i tre piani interrati.
Più tutta un’altra serie di contestazioni.
Nonostante anche tutto questo, però, non si può che partire da lì: da quell’idea progettuale…”
Ovviamente i controinteressati la pensano diversamente