POSITANO: OPERAIO PRECIPITA E MUORE SUGLI SCOGLI – CONDANNA DI PRIMO GRADO PER LA DITTA

23 marzo 2019 | 11:07
Share0
POSITANO: OPERAIO PRECIPITA E MUORE SUGLI SCOGLI – CONDANNA DI PRIMO GRADO PER LA DITTA

Giovanni Celentano- 55 anni – si trovava all’esterno di un albergo di Positano, cinque anni fa, si stava impegnando con un collega per svolgere un lavoro di imbracatura delle tende. I due si trovavano sulla facciata esterna dell’albergo e stavano utilizzando una scala a mano. La utilizza prima uno dei due, si rende conto che non è sicura e decide di scendere. Al ché sale l’altro: Giovanni Celentano, e qualcosa a quel punto va storto, l’uomo perde l’equilibro e il suo corpo di infrange irrimediabilmente sugli scogli.

Entrambi gli operai «non indossavano il casco» e le «due scale non erano assicurate né alla base né alla testa da alcun sistema di trattenuta» è quanto dice il giudice, sulla base dei risultati delle indagini eseguite dai carabinieri, ma anche ciò che emerge dalle relazioni tecniche portate all’attenzione durante il processo. Secondo la sentenza Celentano avrebbe «operato in assoluta carenza di idonei dispositivi di sicurezza». Ma il pm Enrichetta Cioffi è ancora più specifico «se il datore di lavoro avesse rispettato le condotte doverose, si sarebbe certamente evitato l’evento morte verificatosi».
Ed ecco la sentenza firmata, nei mesi scorsi, dal giudice della seconda sezione penale del tribunale di Salerno, per l’appunto, Enrichetta Cioffi. Una sentenza che grava sulla testa di un uomo di Sorrento, il titolare della ditta,  ma non sarebbe finita qui:  potrebbero esserci altri indagati per la tragica morte di Giovanni Celentano. Il sospetto ricade su almeno altre due persone sulle quali gli inquirenti starebbero indagando nell’inchiesta per omicidio colposo e violazione delle norme per la sicurezza sul lavoro. Pare infatti che il giudice abbia deciso di trasmettere nuovamente gli atti alla procura di Salerno, al fine di accertare eventuali responsabilità altrui. Un risultato ottenuto dalla Filea Cgil Campania, la cui difesa legale è presa in affido dall’avvocato Aldo Avvisati. Per i giudici, potrebbero essere colpevoli anche i responsabili della sicurezza dell’hotel, oltre ai titolari della struttura che avrebbero delegato i lavori alla ditta. Secondo la legge infatti pare proprio che la cosa abbia un filo logico, e i legali della Cgil asseriscono che andrebbero «chiarite anche le responsabilità del committente», cioè l’albergo. Una prospettiva sulla quale i pm avrebbero deciso di indagare. Insomma, la posizione dell’albergo e di chi si occupava della sicurezza va ancora meglio chiarita, secondo la parte civile, ma loro affidarono tutto alla ditta e quindi anche le condizioni di sicurezza dell’operaio.

Tuttavia – al momento –  le indagini e il processo di primo grado hanno accertato che la morte di Giovanni Celentano si sarebbe potuta evitare. Un giorno decisamente molto triste quello del 30 ottobre 2013, quello in cui l’uomo precipitò dalla facciata del palazzo. Un colpo duro per la famiglia, che alla consapevolezza che l’incidente si sarebbe potuto evitare non potrebbero avere che ulteriore dolore.