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RICORDANDO LORENZO PIRAS. (21/06/39 – 09/03/11).

16 marzo 2019 | 23:45
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RICORDANDO LORENZO PIRAS. (21/06/39 – 09/03/11).

RICORDANDO LORENZO PIRAS. (21/06/39 – 09/03/11).

Piano di Sorrento . Lì, appoggiato alla ringhiera della Ripa di Cassano, osservo il mare sottostante, increspato da una leggera brezza. Un susseguirsi di onde silenti che vanno pigramente a smorzarsi sul bagnasciuga della spiaggia deserta. Lassù, il tiepido sole pomeridiano che mi riscalda il viso e m’ abbaglia gli occhi, perciò, volgo lo sguardo altrove: sul via/vai d’uno stuolo di gabbiani, confusamente sparsi nel cielo terso. Sono in tanti e salgono e scendono come su una montagna russa. E lì, anche i miei pensieri… Più volte ho gradito la sorpresa di vedere il giornalista: Fabrizio d’Esposito in programmi televisivi nazionali. Quanti ricordi… Tre foto, datate 1963 – 64 realizzate da Pino Galantino (v. “40 anni di storia fotografica in Penisola Sorrentina. 1950-1989.”), mostrano una nascente piazzetta delle Rose e dei costruendi edifici, ebbene, in uno di quelli, si scorge il vano terraneo che diverrà la tipografia: “La Moderna”. Confesso che la prima volta che lessi l’insegna di quel locale, pensai che il titolare fosse lo stesso del costruendo “Teatro delle Rose” e dei due dismessi cinema: “L’ Astoria” e “Il Moderno”. Di quella mia giovanile faciloneria, tuttora sorrido e finanche mi scuote per tutto il vissuto del tempo che m’attendeva. Era l’inizio degli anni 70, da poco rientrato dalla Svezia, fui sollecitato dall’amico, corniciaio: Donato Esposito di fare una mia mostra di dipinti, negli spazi antistanti la Casa Comunale di Piano. E poiché c’era bisogno dei depliant e dei manifesti lo stesso Donato mi condusse presso “La Moderna”, e lì, conobbi il per me sempre carissimo: Lorenzo Piras. Altre mostre successero a quella e intanto, le mie frequentazioni presso “La Moderna” divennero sempre più assidue. Poi, invogliato da Lorenzo, ebbero inizio i nostri viaggi culturali all’estero. Parigi e soprattutto: Salisburgo, ove conoscemmo la nota guida turistica F. Furlan, questi, saputo che ero un artista, suggerì di iscrivermi ai corsi estivi che si tenevano presso l’Accademia Internazionale d’Arte con sede nel Castello soprastante il centro di Salisburgo. Cosa che feci l’anno successivo (anche su sollecito di Lorenzo). Da quell’esperienza colsi l’importante risultato: Gran Premio di Classe per meriti artistici. Tuttavia, ritornando a “La Moderna”, nel corso degli anni s’osservò che era divenuta l’ombelico della cultura della Penisola Sorrentina e oltre. Altri artisti presero a frequentare la tipografia e anche noti professionisti; scrittori di fama nazionale e giornalisti di prestigio che non mancavano mai di cogliere l’occasione di “affacciarsi” in tipografia –anche- per essere aggiornati sui fatti di cronaca e di politica locale. Insomma, per tutti, Lorenzo era divenuto una sorta di faro e con il suo “Peninsula”, anche fucina e scuola per tantissimi aspiranti giornalisti, tra questi: Candida Morvillo e il già citato: Fabrizio d’Esposito. E scusate se è poco! L’ elenco delle cose realizzate da Lorenzo sarebbe lunghissimo ma, intanto, il tempo… Spesso, in estate, Lorenzo e moglie venivano a farci visita in Pogerola d’Amalfi. Ricordo che era l’inizio del 2000 allorquando Dora ci disse che da qualche tempo, Lorenzo soffriva di continue emicranie. Le suggerii di fargli fare una visita medica. Qualche tempo dopo, sull’uscio dell’ingresso della tipografia, la rattristata Dora mi sussurrò che Lorenzo era risultato gravemente ammalato. E da allora, mi sembrò che un crudele destino si abbattè sull’intera tipografia e suoi frequentatori. Scomparvero il Dott. Mario de Rosa; l’odontoiatra: Attilio Cocurullo; I giornalisti: Vittorio Como e Mario Forgione; gli artisti: Pasquale Forgione e Salvatore Cinque; gli scrittori: Michele Prisco e Domenico Rea; il fotografo: Pino Galantino e altri. Intanto, giorno dopo giorno, farmaci e malattia rendevano Lorenzo sempre più taciturno, emaciato e ombroso. Ogni eco di allegria e risate era ormai lontano da quella tipografia. Un giorno notai lo strano allontanamento di Lorenzo nei miei confronti pertanto, onde scongiurare malintesi, una mattina decisi di chiedergli il motivo di tale distacco, fu laconico: “tu sai!”. Addolorato e per non aggravare il suo stato d’animo, l’abbracciai e notai tutta la sua fragilità e ossutezza fisica: lo salutai e andai via. Era la mattina di martedì 10 aprile 2007. Per lungo tempo mi chiesi il motivo di quanto accaduto, infine dedussi che Lorenzo aveva voluto farmi l’estremo dono: non farmi soffrire nel vederlo –da vicino- nel suo inesorabile decadimento fisico. Difatti, negli ultimi giorni della sua vita, più volte avevo telefonato a Dora per fargli

visita, ma lui faceva sempre dire: “non è il caso”. E così, alle 23 del mercoledì 9 marzo 2011, Vittorio Belnome mi telefonò dicendomi che il giornalista Lorenzo Piras era ormai andato via! In tempi recenti, sempre più convinti che l’importanza del lavoro culturale svolto da Lorenzo, andava -e va- pubblicamente riconosciuto, il gruppo “gli amici di sempre” testimoni di quell’egregio lavoro, tentarono -con non poco impegno e fatica- di far organizzare una pubblica manifestazione per un riconoscimento postumo a Lorenzo Piras ma, i tanti nemici, l’ignavia e un grumo di rancori fecero sì che detto riconoscimento pubblico non avvenisse. Molti lo hanno seppellito due volte, ma Lorenzo resta –ed è- un seme! E si sa che un seme prima o poi germoglia e s’erge come poderosa quercia! A dispetto dei tanti “nani” e delle loro relative ombre.

Gaetano Rancatore.