RIFORMA EDITORIA RASSEGNA STAMPA

26 marzo 2019 | 16:58
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RIFORMA EDITORIA RASSEGNA STAMPA

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Riforma copyright, cosa prevede il testo sul diritto d’autore varato dal Parlamento Europeo

La direttiva estenderà i diritti e gli obblighi tipici del diritto d’autore anche alla Rete. YouTube, Facebook e Google News saranno dunque le piattaforme online più direttamente interessate dalla legislazione comuntaria che viene varata oggi. I giganti del web dovranno condividere – sia pure in parte – i loro ricavi con i titolari dei diritti (come musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori, editori di notizie, giornalisti).

Il tabellone con l'esito del voto

Il tabellone con l’esito del voto

Tutte queste categorie potranno negoziare accordi migliori sui ricavi che derivano dall’utilizzo delle loro opere presenti sulle piattaforme Internet.

Le piattaforme saranno direttamente responsabili dei contenuti caricati sui loro siti, compresi gli aggregatori di notizie. Alcune disposizioni sono state concepite per garantire che Internet rimanga uno spazio di libertà di espressione. La condivisione di frammenti di articoli di attualità (i cosiddetti “snippet”) è espressamente esclusa dal campo di applicazione, tuttavia il testo specifica che il testo deve essere “molto breve”.

Il Pd: “Su riforma del copyright sconfitta Lega-5 Stelle”. Tajani: fine del far west. Google: “Impatto su economia digitale”

Nel testo viene specificato che anche il caricamento di scritti su enciclopedie online – con finalità non commerciali, come nel caso di Wikipedia, o su piattaforme software open source, come nel caso di GitHub – sarà automaticamente escluso dal radar della direttiva. Le piattaforme di nuova costituzione (start-up) saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle consolidate. Le restrizioni del diritto d’autore inoltre non si applicheranno ai contenuti utilizzati per l’insegnamento e la ricerca scientifica.

Copyright, ultima chiamata: Ue al voto per far pagare anche i giganti del web

Malgrado queste rassicurazioni, proprio Wikipedia ieri ha oscurato le sue pagine lamentando il carattere ceorcitivo della riforma in arrivo. Ora Wikipedia – che prende atto di “un risultato che era segnato”, attraverso la sua Fondazione Wikimedia – torna pienamente visibile.

In un voto a febbraio, il voto negativo di Italia, Olanda, Lussemburgo, Polonia e Finlandia non era bastato per formare una minoranza di blocco.