PENISOLA: DROGA – INCHIESTA “TERRA DELLE SIRENE” – PARLA UN PENTITO
“La droga arriva a fiumi. Bisogna recidere tutti i canali” così parla un pentito, un ex pusher coinvolto nell’impero della droga creato tra i lattari e la Penisola Sorrentina. Una inchiesta di 800 pagine che ha visto spari, inseguimenti, intimidazioni alle forze dell’ordine, auto incendiate come avvertimento a chi “osava” comprare la droga presso altri rifornitori, e come se non bastasse l’inchiesta vede dentro di sé ben 29 indagati, 17 arresti tra carcere e domiciliari e 6 misure cautelari. L’ex pusher era già noto alle forze dell’ordine, tanto è vero che tempo addietro si era fatto arrestare per spaccio di stupefacenti. Decide di pentirsi e di fornire delle piste utili agli inquirenti, tuttavia l’uomo non godrebbe dello status di collaboratore di giustizia né avrebbe rivolto precise accuse nei confronti degli indagati del blitz “Terra delle Sirene”. Insomma sembra che il gip Antonello Anzalone si ritrovi di fronte a una grande inchiesta, che ha tanto da raccontare tra piantagioni sequestrate -che corrispondevano a milioni di euro – cocaina, marijuana, roba di alta fattura secondo consumatori e pusher. Sarebbero addirittura riusciti a creare un mix di erba richiestissimo in tutta la penisola: l’erba-stunk, che spopolava in tutta la movida sorrentina. Protagonisti i membri del Clan di Martino, in particolare il figlio del boss Leonardo di Martino – o’ Lione – Fabio di Martino, che sembrerebbe essersi dato da fare nel seguire le orme del padre. Una storia fatta di inseguimenti e spari intimidatori da parte degli agenti, furti, spionaggio, e che non è finita qui. La portata del traffico di droga che si muove tra i lattari e la penisola è di grossa dimensione. Un buco nero che sta invadendo il territorio, un cancro che sta ammalorando le fronde di limoni e di aranceti, così come le zone dei lattari, che dispongono di vigneti di qualità rinomata, che potrebbero essere raddoppiati. E invece no. Spazio alla coltivazione di stupefacenti.