Sorrento, furto in cattedrale: turista ruba un quadro e si dilegua

16 marzo 2019 | 10:09
Share0
Sorrento, furto in cattedrale: turista ruba un quadro e si dilegua

Assurda vicenda che si è verificata a Sorrento. Come riportano i colleghi de Il Mattino, una turista presente in città ha rubato un quadro di valore dalla Cattedrale, per poi scappare col marito. A segnalare la cosa sono stati i dipendenti della cooperativa della parrocchia dei santi Filippo e Giacomo: i giovani, infatti, si sono accorti della mancanza del quadro a firma di Vincenzo Martini, del valore di circa mille euro, raffigurante alcuni paesaggi umbri. Subito i ragazzi hanno avvertito chi di dovere e sono partite le indagini.

Sono state visionate le immagini di videosorveglianza e in poco tempo si è risaliti alla turista, una donna di mezza età, che si trovava insieme al marito in vacanza a Sorrento. Questa è entrata nell’oratorio, prima ha provato a staccare dal muro un quadro più grande ma non vi è riuscita perché troppo pesante, poi ha preso il quadro in questione, per poi nasconderlo nel giubbino. Si è così allontanata furtivamente, lasciando perdere le proprie tracce. Non è stata ancora sporta querela. Davvero un episodio increscioso, considerando che è stato violato persino un luogo sacro. Vedremo come evolverà la vicenda.

La pittura di Vincenzo Martini, ricordiamo, attraversa la presenza del movimento francescano radicato in Assisi e nel Mondo. Si colloca come interpretazione di un costume religioso e popolare, ancora oggi componente essenziale della natura del tessuto sociale e parla la stessa lingua, dialettale e idiomatica, che riconosce nella figura di Giotto e della sua scuola, la matrice artistica e culturale di una figurazione, nei tempi e nella tecnica, da Martini sintetizzata e contaminata dalla stagione tutta italiana metafisica e “fantastica”. Parlo di quel Realismo Magico (o fantastico per l’appunto) della prima metà del Novecento che dal nord è scivolato fino al centro Italia contaminando una visione del reale così trasformata nella sua interpretazione più visionaria e soggettiva, seppur sempre fedele al vero.