Storia – Mario Schifano e Positano. Un amore d’arte

22 marzo 2019 | 10:56
Share0
Storia – Mario Schifano e Positano. Un amore d’arte

Positano era nel cuore di Mario Schifano, laddove la città avrebbe sicuramente contribuito in qualche modo ad ispirare il genio. In quei momenti in cui qualcosa premeva l’interruttore nella testa dell’artista, quel dito che alle volte gli accendeva l’idea è potuto essere Positano, con i suoi incantevoli paesaggi e il profumo di poesia baciato dagli dèi. Positano era amata dall’icona più tormentata dell’avanguardia italiana degli anni Sessanta.

L’artista ha soggiornato in Costiera Amalfitana nell’estate del 1967, guardando il panorama che dà sull’isola de Li Galli e sul nostro immenso mare. Proprio guardando la nostra costa, ascoltando Midnight Rambler e Monkey Man, brani che i Rolling Stones scrivono per lui, che Mario Schifano ha dato spazio al suo estro.

Schifano ha respirato Positano nella Casa della Sponda, la villa gioiello della famiglia partenopea Nocerino Macario. Il quotidiano La Città di Salerno riporta il racconto dell’avvocato salernitano Stefania Forlani: «Schifano, i Rolling Stones, Mr. Kimball: intorno alla casa dei miei suoceri si è creata la leggenda – racconta l’avvocato  – L’Andy Warhol italiano la prendeva in fitto perché, come tutti gli artisti di quegli anni, adorava Positano. Rivoluzionò tutto. Dipinse persino le porte. Purtroppo non abbiamo trovato nulla».

«Una volta organizzò una tavolata che iniziava dal portone della villa per finire sul marciapiede opposto. Le auto non potevano più passare. Si bloccò il traffico per tutta la costiera fino a Sorrento. I carabinieri – continua Forlani a La Città- chiamarono mia suocera disperati. Da quello che mi raccontano, era un personaggio sopra le righe».

Schifano è stato uno degli esponenti più importanti dell’avanguardia italiana, eccessivo e visionario al punto di capire l’importanza dei mezzi di comunicazione di massa applicata all’arte. Primi tra tutti la televisione che gli entrò dentro come un’ossessione tanto da vivere con un televisore acceso in ogni stanza.

Nato nel 1934 nella Libia Italiana, alla fine dei 50’s partecipò al movimento artistico Scuola di Piazza del Popolo che si riuniva al Caffè Rosati, bar romano in Piazza del Popolo, allora frequentato fra gli altri da Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia e Federico Fellini. E’ lì che conobbe la futura amante Anita Pallenberg (che durante un viaggio a Londra nel 1965 presentò ai Rolling Stones con i noti sviluppi successivi), con la quale fece il suo primo viaggio a New York nel 1962 dove entrò in contatto con Andy Warhol e Gerard Malanga.

Tra il 1966 e il 1967 Nel 1966-67 forma Le Stelle di Mario Schifano con i musicisti Giandomenico Crescentini, ex bassista dei New Dada, il chitarrista romano Urbano Orlandi, il tastierista Nello Marini, ed il batterista Sergio Cerra dei quali gestisce l’indirizzo musicale (come Andy Warhol con i Velvet Underground) e la regia dei concerti trasformandoli in uno degli esempi più alti di musica psichedelica italiana ed internazionale, pubblicando un album seminale e avanti di anni rispetto ai tempi.

I primi anni Settanta si aprono con la serie di tele emulsionate dove immagini televisive vengono sottoposte a interventi di colore alla nitro. Negli anni Settanta ed Ottanta la sua opera si è applicata, in maniera crescente al soggetto dell’arte e degli artisti, utilizzando fotografie di “icone” storiche. Negli 80 e 90 è presente in mostre ed esposizioni in tutto il mondo, dall’Europa agli States alla Cina.

Nel 1997 viene insignito del Premio San Giorgio di Donatello per le vetrate policrome della cripta di Santa Croce a Firenze, per il settimo centenario della costruzione.
Due anni dopo Venezia alla Biennale rende Omaggio a Schifano, morto il 26 gennaio 1998, stroncato da una vita fatta di eccessi e sregolatezza in un ospedale romano.