VICO EQUENSE: SENTENZA PER LA SOCIETÀ CHE DISTRUSSE L’ECOMOSTRO: DOVRÀ PAGARE QUASI MEZZO MILIONE DI EURO DI AL COMUNE
L’ecomostro di Alimuri torna ancora a far parlare di sé. L’azienda che cinque anni fa ha abbattuto il rudere – Sica srl – ha agito a danno dell’azienda proprietaria. Il comune di Vico Equense anticipò per i lavori circa mezza milione di euro, ora tocca a Sica srl rimborsare la somma al comune, che sta pensando anche a un’esecuzione forzata
Un abbattimento che fu un vero e proprio spettacolo ma che è costato quasi mezzo milione di euro dalle casse pubbliche. Ma chi è Sica srl? È una società capeggiata da Margherita Masullo, suocera dell’europaralmentare del Partito democratico Andrea Cozzolino. La ditta non avrebbe mai saldato il comune perché contesta l’esecuzione in danno dell’abbattimento dell’immobile e parte della procedura seguita dal Comune di Vico Equense. Peccato che non sia ciò che pensa il Tribunale amministrativo regionale della Campania: Sica srl deve pagare. Non finisce qui, arriva un’ordinanza nei giorni scorsi dalla settima sezione del Tar della Campania (presidente Rosalia Maria Rita Messina, estensore Valeria Iannello) con cui viene rigettata l’istanza di sospensione cautelare di alcune determine dirigenziali del Comune che aveva chiesto a Sica di pagare la somma di 427 mi1a euro circa, esclusi interessi legali. «Il ricorso ha ad oggetto un’ordinanza di recupero di somme anticipate dall’amministrazione comunale per l’esecuzione di una demolizione in danno disposta da un provvedimento divenuto inoppugnabile – precisano i magistrati amministrativi – La pretesa della parte ricorrente non risulta di per sé assistita da sufficienti indizi di fondatezza ». Non sarebbe stato l’unico parere dichiarato dal Tar a conferma della bontà dell’iter del Comune per la demolizione dell’ecomostro. Niente da fare per Sica srl, le toccherà saldare gli oltre 400mila euro all’ente di Vico Equense, che sta valutando anche l’ipotesi di un’esecuzione forzata comprensiva degli interessi legali.
Il rudere fu realizzato per diventare un albergo mozzafiato e invece i lavori non furono mai completati. Non tardò ad arrivare l’ordinanza di demolizione per l’Ecomostro. Un’ ordinanza che si basava sul fatto che fosse alto 19 metri invece dei 16 previsti, inoltre pareva che fosse costituito da sei piani, e quelli autorizzati erano solo cinque. Furono del tutto inutili i ricorsi in sede amministrativa presentati dalla società proprietaria del rudere.
Così il rudere fu abbattuto il 30 novembre 2014, con 1.200 micro-cariche di esplosivo, si vide l’edificio ricadere su sé stesso in appena 12 secondi, regalando uno spettacolo decisamente fuori dal comune, ma che all’amministrazione è costato ben mezzo milione di euro che solo dopo cinque anni potrà finalmente rivedere.