Vico Equense. Sottoscrizione pubblica per Monte Faito: richiesta per un presidio stabile

4 marzo 2019 | 10:06
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Vico Equense. Sottoscrizione pubblica per Monte Faito: richiesta per un presidio stabile

Vico Equense. “Perché abbiamo bisogno di queste petizione? – si chiede PinoDeVivo, residente della montagna – Ormai è sotto gli occhi di tutti che il Faito è diventato un oggetto da accaparrare e se questo non riesce possibile al “comquestador” di turno, allora lo distruggo: i fatti lo dimostrano.

Negli ultimi tempi, incendi dolosi fatti ad arte, relativa frana, sversamenti su vecchi sversamenti illeciti, tagli o meglio mattanze di alberi per godere vista Capri o per parapendio e scopi di vendita della legna, illuminazione assente, fili elettrici penzolanti, fogne a cielo aperto, stradine secondarie piene di enormi buche.

Ecco, non me la fate gestire? Ed io la distruggoconclude – mentre i residenti, commercianti, associazioni pro il Faito invece di ribellarsi a tutto questo pensano a coprire il tutto”.

Spett.li:

Comune di Vico Equense

Ente Parco dei Monti Lattari

Carabinieri – Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari

Polizia dello Stato – Corpo forestale

e p.c.

Città Metropolitana di Napoli

Regione Campania

OGGETTO: Richiesta di presidio stabile e di interventi di tutela e salvaguardia ambientale e sociale della località di Monte Faito

Gent.mi Enti,

nel maggio del 2007 il complesso fondiario e immobiliare denominato “Monte Faito” è stato acquisito al “Demanio Culturale” della Regione Campania utilizzando le risorse finanziarie del FERS e attraverso la mis. 1.9 del POR Campania 2000-2006, al fine di realizzare un articolato programma di interventi che potesse contribuire alla rivalutazione ed alla riqualificazione di un sito di primaria importanza sia regionale che comunitario per la sua notevole valenza naturalistica e ambientale.

Da allora e a tutt’oggi, non solo gli interventi programmati non sono stati realizzati ma l’intera località Monte Faito versa sempre più in stato di totale abbandono, con negative ripercussioni sul patrimonio ambientale, sul contesto sociale ed economico locale e sui flussi turistici della zona e, soprattutto negli anni più recenti, il suo territorio ha continuato a subire vere e proprie devastazioni tra cui, solo per citare le ultime:

  • agosto 2017: vasto incendio di natura dolosa, durato tutto il mese estivo e domato solo con l’arrivo delle prime piogge autunnali, che ha distrutto numerosi ettari di boschi;
  • novembre 2017: frana di un intero costone della montagna sulla ex SS 269 del Faito, unica via di collegamento rimasta per raggiungere la località;
  • da novembre 2017 ad aprile 2018: chiusura totale della ex SS 269 del Faito al transito veicolare;
  • da aprile 2018 alla data odierna: chiusura parziale della ex SS 269 del Faito al transito veicolare e mancanza, in alcuni tratti, del guardrail a protezione del bordo strada;
  • negli ultimi mesi: continui ed illeciti tagli di alberi secolari in aree private e pubbliche;
  • negli ultimi mesi: sversamenti illeciti di materiali altamente inquinanti, tra cui amianto;
  • negli ultimi mesi: caduta di alberi bruciati sulla ex SS 269 del Faito, con grave pericolo per la circolazione stradale e a rischio di incidenti gravi;
  • negli ultimi mesi: mancanza assoluta di pubblica illuminazione delle strade interne della località;
  • negli ultimi giorni: ancora tagli indiscriminati di numerosi alberi sul sentiero CAI della cresta;

Evidenze del persistente “abbandono” della montagna (e della collettività ivi residente) a se stessa, con il risultato di continuare a nuocere allo sviluppo della località, scoraggiare la nascita di nuove attività e danneggiare l’imprenditoria locale già esistente, sempre più in condizioni di precarietà economica e di potenziale fallimento, allontanando inoltre qualsiasi possibilità di nuovi investimenti, scoraggiati anche da un contesto di assoluta incertezza e dalla difficoltà di interlocuzione con gli Enti pubblici proprietari e gestori della località.

Uno stato di abbandono che risale già a quando il “villaggio Monte Faito” era di proprietà della società FINTECNA SpA e tale da indurre la stessa Regione Campania ad investire ingenti risorse finanziarie per acquisirlo al suo “Demanio Culturale”, ritenendo che Monte Faito fosse un bene “pubblico” da tutelare e valorizzare e che per l’intera area montana dovesse essere previsto un altro “modello” di sviluppo sostenibile e duraturo.

A distanza di oltre 12 anni dal suo acquisto, è ora necessario intervenire con maggiore vigore per contrastare i numerosi reati ambientali, commessi in assoluta mancanza di controllo pubblico e che stanno letteralmente devastando un patrimonio di inestimabile valore.

I firmatari della presente petizione chiedono pertanto agli Enti in indirizzo di organizzare un presidio stabile per la sicurezza ambientale e sociale della località montana, mettendo in atto ogni intervento utile alla tutela ed alla salvaguardia del Faito e, in particolare, di:

  1. ripristinare la pubblica illuminazione di tutte le strade interne della località;
  2. riattivare le telecamere di videosorveglianza dislocate sulla ex SS 269 del Faito e nel Piazzale dei Capi;
  3. posizionare ulteriori telecamere di videosorveglianza nei luoghi dove si sono già verificati reati ambientali;
  4. organizzare sovverglianze costanti delle forze di pubblica sicurezza;
  5. attivare un sistema di comunicazione per la rapida trasmissione di segnalazione di reati in corso;
  6. curare e monitorare gli ecosistemi individuando aree da utilizzare per attività di trekking guidato o per l’osservazione di animali e  uccelli, aree da sottoporre a vincolo assoluto.

Ecco la PETIZIONE.