VICO EQUENSE: TRASPORTAVANO 5 MILA EURO DI COCAINA – INSEGUIMENTI E SPARI NELLA ZONA DI IUVANI
E’ ancora l’operazione denominata “Terra delle Sirene” a far parlare di sé, nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita domenica e lunedì scorsi emergono spari, inseguimenti e cimici. Questa volta i presunti pusher erano tre, e si muovevano nella zona di Iuvani, esattamente un anno fa.
Si danno appuntamento per acquistare 150 grammi di cocaina, per poter accontentare dei clienti, valore totale di 5 mila euro di roba. I sospettati non sanno di essere intercettati tramite microspie installate nella propria vettura. Si dirigono presso il Clan di Martino, che trova dimora nella zona di Iuvani, tra Vico Equense e Gragnano, per comprare la roba. Una volta raggiunto lo scopo, uno dei pusher sniffa qualche grammo e inizia a cantare. La roba è buona davvero. Ad un certo punto i tre si rendono conto di essere seguiti da un’ auto che trasportava quattro uomini. Sono degli agenti di polizia. Così i tre sospettati fermano l’auto, gettano a terra il carico di droga e fuggono a piedi tra le campagne. Così inizia l’inseguimento. Tre spari in aria, netti e senza indugio, che hanno tagliato l’aria, e solo quella per fortuna. Solo un gesto di intimidazione da parte degli agenti. In seguito uno dei sospettati ipotizza di essere intercettato e riesce a rinvenire le microspie nella propria autovettura.
Una storia raccapricciante, dai contorni grotteschi. E’ la storia che si ritrova a snocciolare il gip Antonello Anzalone, di fronte allo stesso giudice ci sono 29 indagati e 17 arresti tra domiciliari e carcere. Quasi nessuno di loro ha parlato. Vige il silenzio tra i sospettati dell’impero della droga eretto tra la Penisola e i Lattari, una macchina da soldi che fruttava decine di milioni di euro. Un business milionario che vedeva coinvolto anche il figlio del boss Leonardo Di Martino – o’ lione – Fabio Di Martino. Tutto farebbe pensare che questa storia non abbia terminato i nodi da sciogliere, sono ancora molteplici i dettagli da analizzare. Non resta che aspettare che la giustizia faccia il proprio corso.