Ennesimo fallimento europeo per la Juventus: di chi le colpe?
La Juventus perde in casa con l’Ajax e saluta la Champions League ai quarti di finale.
La sconfitta è stata piuttosto netta, gli olandesi nel secondo tempo hanno letteralmente dominato, creando tantissime palle gol, per cui il passivo poteva essere anche più largo.
Al di là di ciò, di chi le colpe di questa eliminazione? Come mai tanta differenza tra le due squadre nella ripresa?
Innanzitutto andrebbe rivista la preparazione atletica estiva, non è possibile che la Juventus, nei momenti cruciali della stagione, arrivi privata di molti giocatori (non è la prima volta che capita). Per l’occasione mancavano: Chiellini, Khedira, Mandzukic e Douglas Costa, senza contare i calciatori recuperati in extremis e che quindi non potevano essere in perfette condizioni come Matuidi ed Emre Can. Probabilmente la condizione atletica ha influito pesantemente sull’andamento della gara.
A ciò si aggiunge anche la mossa tattica difensivista di Allegri, preferendo Mattia De Sciglio a Cancelo. Un messaggio di accortezza ai propri ragazzi, probabilmente non consono ad una competizione come la Champions League, nella quale, se non sei sempre sul pezzo e non mostri coraggio, diventa tutto più complicato.
D’altro canto vanno dati grandi meriti ai ragazzi dell’Ajax che, con il loro calcio spettacolo, stanno incantando l’Europa intera. Non è un caso che abbiano fatto fuori i campioni in carica del Real Madrid e la Juventus che, a detta di molti opiniosti e tifosi, appariva tra le principali candidate alla vittoria finale.
D’altronde come dargli torto, con l’arrivo di Cristiano Ronaldo la Juventus aveva inserito il fuoriclasse in un meccanismo pressoché perfetto. Eppure non è bastato, nonostante il portoghese sia risultato di gran lunga il migliore sia contro l’Atletico Madrid, realizzando una magnifica tripletta, sia contro l’Ajax, andando a segno andata e ritorno.
C’è un altro aspetto di cui tener conto: siamo sicuri che avere un grande vantaggio in campionato sia positivo per risparmiare le energie in vista degli impegni europei? Il rischio è quello di abbassare la tensione. È vero che lo scorso anno il Napoli fu una concorrente all’altezza per la Juventus, ma ricordiamo come i bianconeri stavano realizzando un’impresa epica al Santiago Bernabeu, dimostrando grande carattere e ottima condizione fisica. Forse sarebbe bene per tutti un campionato più combattuto, anche se, almeno per il momento, il gap in Italia è evidente, come certifica la classifica.
A questo punto non resta che il Napoli in Europa, chiamato a compiere l’impresa contro l’Arsenal. Qualora dovesse fallire, sarebbe l’ennesimo anno in cui le squadre italiane, fuori dal confine nazionale, raccolgono polvere. L’ultima ad alzare un trofeo fu l’Inter di Jose Mourinho nel 2010, decisamente troppo tempo per una nazione che vive anche di calcio e che per decenni ha dettato legge in Europa e nel mondo.