Ieri a Sanza i moti cilentani del ’48 protagonisti di un convegno in collaborazione con il Comune di Vibonati – Nob. Cav. Attilio De Lisa
Si è tenuto ieri a Sanza dove si è visto al termine del convegno anche l’intervento del Nob. Cav. Attilio De Lisa (Padre di Rocco e Vincenzo originario di San Rufo attuale Referente Provinciale -Presidente Sezione Comune di Sanza Federazione di Salerno Associazione Nazionale Combattenti e Reduci + dipendente di ruolo dell’ASL Salerno Presidio Ospedaliero dell’Immacolata di Sapri con requisiti anche per mansioni superiori dal 2008), nella sala del Centro Educazione Ambientale, il convegno “I moti del 1848 nel Cilento: tratti di Risorgimento”, organizzato dal Comune di Vibonati in collaborazione con il piccolo borgo.
Un focus particolare è stato dedicato agli eventi di quel periodo a Sanza attraverso le parole dei professori Felice Fusco e Vincenzo Abramo. I saluti del sindaco Vittorio Esposito e del consigliere Antonella Confuorto hanno dato il via all’incontro.
“Con questo progetto abbiamo cercato di evidenziare momenti importanti in cui sono stati coinvolti i nostri antenati – esordisce Vincenzo Abramo – oggi combattiamo ancora per quei princìpi perciò è giusto che anche i ragazzi ne siano a conoscenza. L’idea del convegno nasce dall’importanza di tramandare la memoria storica. La primavera dei popoli è iniziata il 12 gennaio del 1848 nel Regno delle due Sicilie. A capo dei gruppi dei moti cilentani c’erano i liberali che aizzarono il popolo alla sommossa”.
“Apprezzo questo metodo itinerante di portare la cultura nei paesi del Cilento. Tra noi e Vibonati c’è un collegamento storico – spiega Felice Fusco – Sanza fu capoluogo del circondario del Distretto di Bonati, il Vibonati del tempo.”
I moti del 1848 a Sanza coinvolsero 657 contadini su 3600 cittadini circa che andarono ad occupare il Centaurino. Il moto fu gestito dalla borghesia del posto, i Barzelloni e i Campolongo, con l’intento poi di sottrarre loro le stesse terre a causa della impossibilità economica dei contadini di coltivarle. Come richiamo veniva utilizzato la ‘tofa’, una conchiglia di tritone il cui suono allarmava le popolazioni.
“Il 1848 è stato un’esplosione di ideali, di faide tra le famiglie benestanti del tempo che sprigionò conseguenze impensabili nel Regno di Napoli – prosegue Fusco – l’insurrezione cilentana del 17 gennaio diede il via a quella di Parigi, di Vienna, di Budapest, di Praga e Venezia. Noi fummo un ‘detonatore’. L’anima dei moti cilentani è stato Costabile Carducci che giunse a Sanza il 31 gennaio del 1848 e qui venne a conoscenza della promulgazione della Costituzione”.
Il dibattito poi si è incentrato sulla spedizione di Carlo Pisacane nel 1857 e nella quale le guardie urbane furono protagoniste. Uno di loro, Sabino Laveglia, tolse la vita a Pisacane.
L’attenzione alla storia dei singoli borghi arricchisce il puzzle di quella nazionale perciò, come sottolineato durante l’incontro, è fondamentale ripercorrerla.