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Sri Lanka, otto esplosioni in chiese e hotel di lusso: almeno 156 morti, 35 stranieri. Farnesina: «Verifiche in corso»
Pasqua di sangue nello Sri Lanka. Esplosioni simultanee hanno colpito stamattina tre chiese e tre hotel tra la capitale Colombo e altre città dell’isola come Negombo. Al momento si parla di almeno 156 morti e 500 feriti. Tra le vittime ci sarebbero anche turisti stranieri: almeno 35. Tutti ospiti negli alberghi devastati dagli attacchi che non sono stati ancora rivendicati.
«L’Unità di crisi della Farnesina è al lavoro per effettuare verifiche sugli attacchi in Sri Lanka»: lo si apprende da fonti del ministero degli Esteri. Fra le vittime, 35 stranieri provenienti da Stati Uniti, Regno Unito e Olanda.
Nel paese dell’Asia meridionale la minoranza cristiana è circa il 7,5% della popolazione.
Una delle chiese colpite dall’esplosione era Sant’Antonio a Colombo. Le altre due erano San Sebastiano a Negombo, a circa 30 chilometri dalla capitale e una chiesa a Batticaloa, a 250 chilometri a est della capitale. Secondo quanto riferiscono fonti della polizia e dell’ospedale di Batticaloa, il bilancio in quella città sarebbe di almeno 25 morti. Nella capitale, Colombo, il bilancio sarebbe di altri 25 persone uccise.
I tre hotel colpiti dalle esplosioni di oggi nella capitale dello Sri Lanka sono lo Shangri-La, il Kingsbury Hotel e il Cinnamon Grand: lo riportano i media internazionali.
«Per favore restate in casa. Ci sono molte vittime, inclusi stranieri. Lo scrive su Twitter il ministro dello Sri Lanka per le Riforme economiche Harsha de Silva, che ha visitato alcuni dei luoghi attaccati con esplosioni simultanee. «Scene orribili, ho visto arti amputati sparsi dappertutto, le squadre di emergenza sono state inviate in tutti i luoghi. (…) Abbiamo portato molte vittime in ospedale, speriamo di aver salvato molte vite», ha aggiunto il ministro.
Gli attacchi odierni nello Sri Lanka rappresentano un «tentativo ben coordinato di creare morti, caos e anarchia»: lo ha scritto su Twitter il ministro delle Finanze del Paese, Mangala Samaraweera, sottolineando che sono morte «molte persone innocenti».
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