W IL TRAFFICO IN COSTA D’AMALFI

28 aprile 2019 | 22:47
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W IL TRAFFICO IN COSTA D’AMALFI

W IL TRAFFICO IN COSTA D’AMALFI

Fra il caos del traffico e il caos mediatico non so qual è il peggiore.
A scanso di equivoci dico subito che sono a favore della ZTL, del senso unico per i pullman, del divieto per i Bus turistici, delle targhe alterne, e di tutto quanto ho tralasciato e che serve a ridurre il traffico, e contenere il carico antropico in Costa d’Amalfi
Sono però frastornato dal pressapochismo dilagante e dalla mancanza di visione complessiva del problema, che non trovano giustifica nell’esasperazione del momento.
E’ proprio tanto difficile da capire che il traffico, che sta determinando la moda della protesta e dell’ingiuria, ma solo sui social e negli abitacoli delle macchine, non è che la punta di un iceberg molto più grave e complesso? E soprattutto, “absit iniuria verbis”, che esso è quasi un toccasana per contenere le invasioni devastanti? Se purtroppo non contenesse e fermasse anche i soccorsi, i pendolari, le Forze dell’Ordine, gli approvvigionamenti, ci sarebbe quasi da organizzarlo per salvare i centri abitati della Costiera, e chi ci vive.
Molto semplicemente e, forse semplicisticamente, il traffico è solo la cartina al tornasole di quel degrado imperversante e dilagante che sta uccidendo la Divina, di quella mancanza di qualsivoglia POLITICA DI SVILUPPO LOCALE.
Purtroppo questa malattia, come tutte quelle più pericolose, si appalesa quasi sempre “in limine mortis”. Se qualcuno non lo ha ancora capito, lo ripeto per l’ennesima volta: “La Costa d’Amalfi è sul punto di morire, siamo arrivati al capolinea, al punto di non ritorno”.
Non facciamoci illusioni, smettiamola di lavarci la coscienza sparando maldicenze sul Sindaco di turno un giorno sì e un altro pure; non tiriamo fuori cavolate come fossero medicamenti miracolosi. Siamo tutti responsabili e conniventi, con buona pace di qualcuno da contare sulle dita di pochissime mani. Così come siamo tutti vittime e carnefici quando ci mettiamo in macchina per attraversare la Costiera, così lo siamo quotidianamente quando ci giriamo dal lato opposto per non vedere un abuso, quando concorriamo allo scadimento della qualità complessiva del territorio, quando assistiamo al degrado della qualità della vita, della gioventù e delle attività commerciali, quando decidiamo se fare o non fare qualcosa solo in forza di un euro in più di guadagno, quando uccidiamo i nostri usi, i costumi, le tradizioni, le abitudini, la lingua, la storia. Se a questo punto della lettura qualche benpensante dovesse storcere il naso e dire: “ma che ci azzecca questo con il traffico!” Stia sereno e si convinca che ci azzecca, e come. La nostra malattia è cominciata da almeno 40 anni; è dal 1975/80 che ho iniziato a partecipare agli incontri in Prefettura; sono fra quelli che può permettersi di dire: NON SERVONO PRESSOCHE’ A NULLA.
Di sicuro avrò qualche colpa e qualche responsabilità, e ripeto il concetto “chi è senza colpa scagli la prima pietra”, ma posso con orgoglio dire che la strada da seguire, da anni l’ho indicata e l’ho pure praticata, il “Progetto Ravello” da me ideato e varato (per i meno giovani e distratti: Distretto turistico di alta qualità Scala-Ravello; Fondazione Ravello, Auditorium Niemeyer, Arredo urbano; etc.) era appunto la strada della qualità e non della massa; per la viabilità, ben venti anni fa, realizzai il progetto “VIACON” che si sarebbe dovuto estendere a tutta la costiera, ma che è rimasto isolato e semidistrutto (venti anni, fa un sistema innovativo sperimentale unico nel suo genere in Italia, fatto di telecamere, sensori, semafori, spire magnetiche, fibra ottica, ponti radio, etc., fu realizzato inanellando successi e anche denigratori di turno che avrebbero preferito con quei soldi assumere ausiliari del traffico). Per non parlare dell’idea-progetto sulla mobilità strutturata nel dossier di candidatura di Ravello a Capitale Italiana della Cultura http://costadamalfi2020.com/download/16191/ , oltre ai 14 comuni che pure avevano detto sì, erano pronti ad investire e scommettere: Gesac, Sicme, Carabinieri, Deloitte Digit; Scabec, etc. Ma è altra storia.
Orbene oggi con altrettanta lungimiranza e lucidità dico: “La Costa d’Amalfi deve ritrovare la sua bussola”. Non serve un sindaco più lungimirante o più battagliero di un altro, non serve un “Prefetto di ferro”. Oggi o mai più, serve che tutti i Sindaci della Costa d’Amalfi istituiscano un tavolo permanente composto da tecnici e amministratori, finanziato da ciascun comune con il 10% della tassa di soggiorno, che vari un piano di sviluppo locale con le relative misure e gli interventi coerenti per u progetto di futuro per la nostra Divina. E che sia chiara una cosa: per quanti vorranno continuare a far aprire B&B, Friggitorie, gelaterie, negozi di paccottiglia, ristoranti mordi e fuggi, costruire, costruire e costruire di tutto e di più, padronissimi di farlo, ma rinunciassero almeno al diritto alla lamentela.
Nel frattempo, se qualcuno ha voglia di trastullarsi e curare la polmonite con i pannicelli freschi sulla fronte, il famoso “scollo”, faccia pure e invochi o istituisca sensi unici e divieti, scaraventi improperi contro il suo Sindaco preferito, si tenga almeno alla larga dai portatori sani di patologie mortali, da quelli che invocano allargamenti stradali e parcheggi a gogò. Almeno questo NO.
Alla fine del primo ventennio del XXI secolo è da folli dimostrare al mondo che sia autentici c………i. E se davvero lo siamo W IL TRAFFICO IN COSTA D’AMALFI.
Ravello 28 aprile 2019

Secondo Amalfitano *

  • Ex sindaco di Ravello, presidente Formez, attualmente direttore di Villa Rufolo