1º maggio Festa dei lavoratori

1 maggio 2019 | 08:07
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1º maggio Festa dei lavoratori

La Festa dei lavoratori viene celebrata il 1º maggio di ogni anno in molti paesi del mondo, per ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori, originariamente nate per la riduzione della giornata lavorativa.

Le prime origini, nell’Illinois
La festa dei lavoratori affonda in un lontano periodo di significative e frequenti manifestazioni per i diritti degli operai delle fabbriche durante la Rivoluzione industriale degli Stati Uniti d’America, guidate dall’Associazione dell’Ordine dei Cavalieri del Lavoro americani, i Knights of Labor.
Nel 1886, fu approvata a Chicago, in Illinois, la prima legge delle otto ore lavorative giornaliere, legge che entrò in vigore soltanto l’anno dopo, il 1º maggio 1867, giorno nel quale fu organizzata un’importante manifestazione, con almeno diecimila partecipanti.
La notizia giunse anche in Europa, dove nei primi giorni di settembre 1866 fu organizzata a Ginevra la “Prima Internazionale”, ovvero il più grande congresso internazionale organizzato dall’Associazione internazionale dei lavoratori, molto vicina ai primi movimenti socialisti e marxisti-comunisti dell’epoca.

La conquista delle otto ore lavorative, partita il 1° maggio 1867 soltanto nello stato dell’Illinois, ebbe una successiva espansione lenta e graduale in tutto il territorio statunitense. Ancora nel 1882, nella città di New York, fu organizzata una importante protesta il giorno 5 settembre, mentre due anni dopo, nel 1884, in un’analoga manifestazione americana, gli stessi Knights of Labor approvarono una risoluzione affinché l’evento di protesta avesse una ricorrenza annuale, senza però proporre ancora una data ufficiale[1] nell’Illinois.

Il 1° maggio 1886, in occasione del 19° anniversario dell’entrata in vigore della legge dell’Illinois sulle otto ore lavorative, fu deciso dalla Federation of Organized Trades and Labour Unions come il giorno di scadenza limite per estendere tale legge in tutto il territorio americano, pena l’astensione dal lavoro, con uno sciopero generale a oltranza[2].

In quel giorno, anche Chicago partecipò allo sciopero generale, in particolare la fabbrica di mietitrici McCormick. La polizia, chiamata a reprimere l’assembramento, sparò sui manifestanti, uccidendone due e ferendone diversi altri. Per protestare contro la brutalità delle forze dell’ordine, gli anarchici locali organizzarono una manifestazione da tenersi nell’Haymarket Square, la piazza che normalmente ospitava il mercato delle macchine agricole. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio, quando da una traversa fu lanciata una bomba che provocò la morte di sei poliziotti e il ferimento di una cinquantina. A quel punto la polizia sparò sui manifestanti. Nessuno ha mai saputo né il numero delle vittime né chi sia stato a lanciare la bomba. Fu il primo attentato alla dinamite nella storia degli Stati Uniti.
Il 20 agosto 1887 fu emessa la sentenza del tribunale: August Spies, Michael Schwab, Samuel Fielden, Albert R. Parsons, Adolph Fischer, George Engel e Louis Lingg furono condannati a morte (in seguito a pressioni internazionali la condanna a morte di Fielden e Schwab fu commutata in ergastolo; il cancelliere Otto von Bismarck proibì tutte le manifestazioni in favore degli accusati di Haymarket); Oscar W. Neebe a reclusione per 15 anni. Otto uomini vennero condannati per essere anarchici, e sette di loro condannati a morte.
L’11 novembre 1887, i condannati furono tutti impiccati a Chicago. Le ultime parole pronunciate furono:

Spies: «Salute, verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte!»
Fischer: «Hoch die Anarchie!» (Viva l’anarchia!)
Engel: «Urrà per l’anarchia!»
Parsons, la cui agonia fu terribile, riuscì appena a parlare, perché il boia strinse immediatamente il laccio e fece cadere la trappola. Le sue ultime parole furono queste: «Lasciate che si senta la voce del popolo!»
Nel 1887, l’allora presidente degli Stati Uniti d’America, Grover Cleveland, ritenne che il giorno 1° maggio avrebbe potuto costituire un’opportunità per commemorare i sanguinosi episodi di Chicago. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse rafforzare eccessivamente il nascente socialismo, spostò l’oggetto della festività sull’antica Organizzazione dei Cavalieri del Lavoro. Tuttavia, già pochi giorni dopo il sacrificio dei cosiddetti Martiri di Chicago, gli stessi lavoratori della città statunitense tennero un’imponente manifestazione a lutto, prova che le idee socialiste non erano affatto morte.

La notizia degli eventi tragici di Chicago si estesero anche in altri stati di tutto il continente americano, per poi estendersi anche in Europa. La data del 1º maggio fu adottata ad esempio in Canada, soltanto nel 1894, sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo caso riferita a precedenti marce di lavoratori tenutesi a Toronto e Ottawa nel 1872.
Al Congresso Internazionale di Parigi del 1889, che diede il via alla Seconda Internazionale, il giorno 1° maggio fu dichiarato ufficialmente come la Festa Internazionale dei Lavoratori.

Dall’altra parte dell’emisfero terrestre, come ad esempio in Australia, la commemorazione rammenta la “Festa delle Otto Ore” (lavorative). Tuttavia, nella zona del Queensland se inizialmente si usava celebrarla sempre il giorno 1° maggio, in epoche più recenti e anche in altre zone australiane si usa farla cadere il primo lunedì di maggio, oppure di marzo, ma anche ottobre.

In Italia, appena si diffuse la notizia dell’assassinio degli esponenti anarchici di Chicago nel 1888, il popolo livornese si rivoltò prima contro le navi statunitensi ancorate nel porto, e poi contro la Questura della cittadina portuale, dove si diceva che si fosse rifugiato il console degli Stati Uniti. Soltanto dopo decenni di battaglie operaie e lotte sindacali, le otto ore lavorative verranno dichiarate legale soltanto con il primo statuto, approvato con ilRegio decreto legge n. 692 del 1923.

In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo. La rivista La Rivendicazione, pubblicata a Forlì, cominciava così l’articolo Per primo maggio, uscito il 26 aprile 1890: «Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d’ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento».[4].
Tra le prime documentazioni filmate della festa in Italia, il produttore cinematografico Cataldo Balducci presenta il documentario Grandiosa manifestazione per il primo maggio 1913 ad Andria (indetta dalle classi operaie) che riprende la festa in sette quadri, e si può – così – vedere il corteo che percorre le strade affollate della Città: gli uomini, tutti con il cappello, seguono la banda che suona, con alcune bandiere.

Durante il ventennio fascista, a partire dal 1924, la celebrazione fu anticipata al 21 aprile, in coincidenza con il Natale di Roma, divenendo per la prima volta giorno festivo con la denominazione “Natale di Roma – Festa del lavoro”. Fu poi riportata al primo maggio dopo la fine del conflitto mondiale, nel 1945, mantenendo lo status di giorno festivo.
Nel 1947 la ricorrenza venne funestata a Portella della Ginestra, Palermo, quando si suppone che la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone undici e ferendone una cinquantina. Altre fonti sostengono che tale sparatoria fu organizzata dai “servizi segreti”, al fine di poter accusare e screditare agli occhi dei cittadini Salvatore Giuliano con la sua banda.

Il 1º maggio 1955 papa Pio XII istituì la festa di San Giuseppe lavoratore, perché tale data potesse essere condivisa a pieno titolo anche dai lavoratori cattolici.[5]

Dal 1990 i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con il comune di Roma, organizzano un grande concerto per celebrare il primo maggio, rivolto soprattutto ai giovani: la manifestazione si tiene a Roma in piazza di San Giovanni in Laterano, dal pomeriggio a notte, con la partecipazione di molti gruppi musicali e cantanti, ed è seguita da centinaia di migliaia di persone, oltre a essere trasmessa in diretta televisiva dalla Rai.