Benvenuti ella città di Capaccio Paestum del prof Liuccio.

17 maggio 2019 | 09:34
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Benvenuti ella città di Capaccio Paestum del prof Liuccio.

Riceviamo e pubblichiamo questa riflessione del professore Giuseppe Liuccio

Storici e politologi autorevoli hanno sostenuto, non senza fondamento, che una delle cause del ritardo storico del Cilento e della zona a Sud di Salerno, dal Sele a Sapri, è da attribuire alla mancanza di una città che con le sue funzioni burocratiche/amministrative, con le conseguenti attività economiche e con le istituzioni culturali, costituisca polo di attrazione e propulsione economica e civile per l’intero territorio. Ora non c’è alcun dubbio che Capaccio Paestum per la sua grande e prestigiosa tradizione storica, per la posizione geografica/strategica, per la ricchezza e la varietà delle attività economiche, per il numero considerevole degli abitanti (22.000) può essere considerata a tutti gli effetti un nucleo di città in fieri (in grado di contare e superare di molto i 50.000 abitanti inglobando i paesi della kora poseidoniate/pestana, come storia ed economia consentirebbero e consiglierebbero.

Ma, allo stato attuale, è una città monca, perché parcellizzata e coriandolizzata. E, come tale, è una città solo allo stato potenziale. Forze politiche a tutti i livelli, l’imprenditoria ricca e varia, le categorie professionali e tutta la più vasta società civile dovrebbero (il condizionale è d’obbligo)essere impegnati, tutti insieme, per raggiungere l’obiettivo e , pertanto,ipotizzare, ridisegnare e realizzare LA CITTA’. Necessita una mobilitazione di tutte le coscienze, con una grande campagna di persuasione che generi consenso ed entusiasmo, perché quella da ipotizzare e costruire non può che essere UNA CITTA’ DEI CITTADINI, nell’accezione piena che ne hanno dato i grandi spiriti democratici:scrittori, saggisti, sociologi, politologi ed urbanisti da Italo Calvinoad oggi. E mi spiego.

Oggi Capaccio Paestum presenta non solo un territorio parcellizzato, ma anche strabico. Pertanto, così come è configurato, il territorio nelle sue tante aggregazioni urbane consente , con buona possibilità di riuscita, solo una CITTA’ POLICENTRICSA E POLIFUNZIONALE, individuando diversi poli distinti per funzionie e collocazione strategica. Io, come tanti altri potremmo esercitarci a disegnare un ipotesi di città. Ma è giusto, doveroso e profondamente democratico che lo facciano i cittadini, tutti cittadini in lunghe, approfondite e serie assemblee di frazioni/contrade indette dall’Amministrazione per raccogliere idee da ridurre ad un UNICUM condiviso con l’intervento dopo, ma molto dopo dei tecnici (hanno già preso molti troppi compensi professionali, alla luce del sole e sottobanco ed hanno prodotto per conto terzi, il più delle volte)per l’elaborazione concreta di fattibilità. Alla luce di queste considerazioni c’è da chiedersi, per esempio, quale è il punto di riferimento capaccese pestano dell’esercito sparso fra masserie e poderi di Seude, Scigliati, Tempa San Paolo che con occhio strabico e schizofrenico guardano alla piazza di Matinelle per una chiacchiera da bar a fine lavoro? Quale quello di Gronola e Ponte Barizzo, che puntano su Santa Cecilia? Quale quello di Licinella, che si considera quasi periferia di Agropoli per shopping e divertimento? Quale quello di Spinazzo e Varco Cilentano che ha l’occhio acceso verso San Giuseppe di Giungano o Bivio Mattine di Agropoli? Quale quello del regno di nessuno ,del mondo senza nome sperso e frammentato sulle colline di Pazzano e dei tornanti del Getsemani e Capaccio Vecchio? Costituiscono un discorso a sé Capaccio capoluogo , Paestum/Cafasso/ Capaccio Scalo/Rettifilo, Laura e la vasta e vivace , almeno d’estate, zona mare, a cui spetterebbe di diritto il toponimo diCapaccio Marittima. Ho delineato con molta approssimazione e con la necessaria sintesi imposta da un articolo E non ho approfondito il tema della localizzazione dei centri strategici e funzionali dove ipotizzare.:cultura, sport, attività economiche, turismo, centri commerciali .Ma, di sicuro, se non mi si blocca l’entusiasmo, ci tornerò perché l’argomento è appassionante Per intanto se ne  discutano in campagna elettorale tra candidati sindaci e consiglieri.e cittadini elettori.E’ questa l’occasione più adatta per coinvolgere  tutti i cittadini a costruire con partecipazione attiva e senso di  resposabilità a cotruire ilproprio futuro con l’esercizio della democrazia di base in tutte le contrade.,sul cui numero e dislocazione non tutti sono d’accordo. C’è chi sostiene che siano 16, chi invece 19, chi addirittura 22. E molte dispongono di mreperti storici ed acheologici di notevole  importanza, di specificità ambientale di rara bellezza, di possibilità di sviluppo non sempre  utilizzate Tanto per fare qualche esempio,, parlo del  ruolo di Capaccio capoluogo come polo delle funzioni burocratiche ed amministrative, di quello di Paestum/Cafasso come polo della Cultura e conseguenti infrastrutturazioni di servizio di  Capaccio Scalo Rettifilo come polo dei trasporti , dell’istruzione e dello sport., di  Laura mare(Capaccio Marittima) polo della convegnistica e delle attività del mare. In un ma mia recente riflessione ho parlato del ruolo di Ponte e Barizzo e Gromola che ha un potenziale di sviluppo enorme e straordinario, su sui cui ritorno con proposte concrete e non più rinviabil

In questa contrada reclamerebbe una sosta ed una riflessione il” Palazzo Baronale dei Ricciardi”, che fu un gioiello di architettura rurale con cappella gentilizia aperta al culto fino a pochi decenni fa, a servizio dei fedeli della contrada. Oggi è una fitta al cuore lo stato di semi-abbandono o quasi! Potrebbe essere un “museo con centro studi sul baronaggio“, che conobbe episodi di tracotanza e soprusi, ma scrisse anche pagine di illuminata e tollerante gestione del potere., Per fare un’altra proposta, gli0 ultimi pescatori di anguille, ma non solo,nel  potrebbero rievocare storia e,soprattutto, storie dei fiumaroli lungo la traversata nella cornice carica di fascino e di mistero delle acque  del Sele sacre al territorio.

Si imporrebbe una tappa d’obbligo a Gromola, là dove la “Masseria Precuriali” esplora il cuore antico della storia con la multimedialità del “Museo Narrante”. Qui, a prestar fede al mito, approdò Giasone con il carico prezioso del “vello d’oro”. Sacrificò alla dea e le innalzò un tempio, forse anche per scaricarsi la coscienza dall’incubo della persecuzione di  Medea. Le colonne mozzate e i ricami geometrici dei basamenti nella pianura a fienagione e carciofeti sono la testimonianza dell’Heraion, che fu il più conosciuto e frequentato santuario dell’antichità. Vi giungevano in pellegrinaggio le flautiste su barche inghirlandate a risalita di corrente del fiume per chiedere grazie di fecondità ad Hera Argiva. Si potrebbe reiterare, spettacolarizzandolo,l’evento a recupero di storia religiosa antica per turisti a caccia di emozioni e cultura. C’è spazio a sufficienza per teatralizzare all’aperto brani da “Gli Argonauti” di Apollonio Rodio e/o della “Medea” di Euripide e Seneca.!!Nel Borgo di Gromola è fiorente la Scuola Alberghiera, palestra efficiente per giovani che si preparano a competere con professionalità sui mercati dell’enogastronomia, che è settore strategico per una offerta del turismo di qualità. Merito, fuori dubbio, di dirigenti scolastici e docenti che vi hanno speso. e alcuni vi spendono ancora, entusiasmo ed intelligenza. E si potrebbe riprendere il progetto di un premio/competizione in grado di coinvolgere, tanto per cominciare, le scuole di settore della Campania. Sarebbe una bella “Primavera di Cerere”, nel segno della mediterraneità., un progetto che proposi all’amico Mauro Gnazzo alcuni anni fa, quando era assessore alla cultura e  che, secondo me,resta ancora attuale.

Sarebbe, secondo me, un modo efficace per educare tutti ed ognuno alla conoscenza, all’amore ed al rispetto della propria terra nella logica di un principio elementare di pedagogia: conoscere per amareamare per difendere, difendere per propagare. E quale occasione migliore della campagna elettorale per recuperare questi temi  e dibatterne insieme ai cittadini e recuperare, così, la storia prestigiosa del PASSATO,, esaltare il PRESENTE e costruire il FUTURO di POEIDONIA PAESTUM  . CITTA’MONDO  nel segno della CULTURA.Ma per farlo ci vorrebbe una POLITICA con la Maiuscola. Amici candidati sindaci e consiglieri dimostrate con proposte concrete e convincenti di essere all’altezza.Per le elezioni del 26 maggio ‘c’è ancora tempo.Io tornerò sul tema, che mi intriga molto

Giuseppe