Costiera Amalfitana: La S.S. 163, croce e delizia dei giorni nostri. L’intervento di Alfonso Minutolo

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Alfonso Minutolo sulla problematica traffico sulla statale 163.

Caro direttore,

Approfitto della tua ospitalità e ti ringrazio per l’attenzione che hai dedicato ai miei post sui social in questi complicati giorni in cui caos e traffico l’hanno fatta da padroni. Cercherò con questa lettera di spiegare meglio i concetti che, a causa della conformazione “scorrevole” dei social network, le cui notizie passano sulle varie home in maniera veloce diventando vecchie in poco tempo, sono stato costretto a sintetizzare, dando l’impressione di avere posizioni troppo radicali su alcuni temi che meritano un maggiore approfondimento.
Innanzitutto voglio precisare una cosa fondamentale: il traffico non è che ce lo siamo trovato addosso dalla sera alla mattina. Il percorso che ci ha portato ad avere i gravissimi problemi di viabilità che sono sotto gli occhi di tutti è lungo e tortuoso. Nel corso degli esami di coscienza che spesso faccio quando c’è da analizzare un problema, li ho fatti risalire a scelte sociali, economiche e politiche errate, compiute a partire dalla fine degli negli anni ‘90 e nel primo decennio del nuovo millennio, quando il boom del fenomeno turistico ha ricevuto una notevole accelerazione rendendo quasi vane, tutte le nozioni di tecnica turistica e discipline pubbliche ed aziendali che avevo studiato nei miei cinque anni trascorsi al glorioso ITT “Flavio Gioia” di Amalfi che avevo terminato proprio nel ‘99.
In quegli anni infatti stavano avendo inizio grandi rivoluzioni economiche, dettate dall’avanzamento delle nuove tecnologie che avrebbero negli anni successivi, cambiato tutti gli aspetti della nostra vita, incluso il modo di intendere e fare turismo. Inoltre, con la congiuntura internazionale post 2001 e per via dell’insicurezza internazionale che ne derivò, il desiderio di riscoperta dei tesori locali e nazionali che balenò nelle menti degli italiani, unitamente all’aumento della ricchezza generale in se per se che allargò la fetta delle persone che potevano iniziare a permettersi di trascorrere un periodo fuori casa da dedicare al relax, hanno fatto il resto. Dopo questa introduzione base che apre una prospettiva, vorrei fare qualche riflessione che ci riguarda più da vicino e più precisamente sulla SS 163 “Amalfitana”, croce e delizia dei nostri giorni, che altro non è che una strada borbonica del 1850 rimasta pressoché inalterata, realizzata per carri trainati da muli e cavalli, con dei tratti che risalgono al 1832. Ritengo che non si possa ancora di iniziare a parlare di traffico se non si considera che alcuni punti di particolare strettezza, con curve strettissime ed isolate nel nulla, andavano allargate già 30 anni fa ed il perché non sia stato mai fatto mi lascia molto perplesso se non allibito.
Inoltre, nei punti maggiormente stretti dove la sicurezza dei pedoni non è garantita (non è garantita da nessuna parte ma in certi punti presenta pericolo di morte), si sarebbero potuti realizzare degli “sbalzi” sul lato esterno. Qualcuno mi disse tempo fa che l’ANAS si opponeva agli sbalzi poiché non sarebbero potuti essere dei semplici marciapiedi, ma avrebbero dovuto comprendere delle protezioni tipo guardrail in grado di resistere ad un urto di un mezzo di trasporto che viaggia a 50 km orari. Non so se sia vero, ma il fatto che non siano mai stati realizzati, per quanto mi riguarda è una follia. Non credo che non siano mai stati ipotizzati, ma il non averli fatti mi suggerisce che siano stati bocciati.
A ciò che ho anticipato, alle condizioni di una strada antica, stretta e pericolosa, si aggiunge un fenomeno che conosciamo benissimo: il dissesto idrogeologico di cui ormai noi “Costieraschi” sappiamo tutto e per cui ogni tanto dobbiamo sorbirci le solite  chiusure veicolari nei periodi di bassa stagione, quando il maltempo sferza le nostre povere montagne, geologicamente giovani e pertanto friabili. Se poi a questo aggiungiamo i cosiddetti “Cantieri volanti”, quei tratti di strada cioè che vengono delimitati dai semafori che di tanto in tanto appaiono sulla nostra Statale, il quadro inizia a prendere più o meno forma. Tenete presente che attualmente su una parte di territorio che ricade nel Comune di Conca dei Marini, nei pressi del gommista Arturo da tutti conosciuto, sussiste un “Cantiere volante” con semafori che risalgono alla prima settimana di Agosto 2018, quando a seguito della caduta di alcuni pezzi di un fico d’india dal costonesovrastante, fu installato un cantiere mai più rimosso.
Quei semafori a Conca gridano vendetta!
Giacché ho citato i semafori, non posso non pensare alle code ed ai rallentamenti e quando penso a questi, il mio pensiero non può non andare al fenomeno della sosta in divieto. Sapete qual è il più grande parcheggio della Costiera? No, non sono i garage di Positano, non è il Luna Rossa di Amalfi, né tantomeno quello sottostante l’auditorium di Ravello. Il parcheggio più grande della Costiera è la SS 163 “Amalfitana”, dove ogni giorno centinaia di auto sostano riducendo la carreggiata del 50%. So che alcuni Comuni si stanno attrezzando e stanno adottando strumenti urbanistici idonei a fornire ad alcuni residenti la possibilità di realizzare dei box, tuttavia non è a loro che mi riferisco, bensì ad alcuni punti ricadenti in più Comuni, dove sussistono particolari punti di interesse come le spiagge. Io sono un automobilista abituale, raggiungo in auto tutti i giorni il mio posto di lavoro e mi trovo spesso, negli ultimi anni, a fare una valutazione: vedo aperte nuove attività lungo la strada come ristoranti e bar, che si aggiungono alle imprese più anziane come le fabbriche di ceramica disseminate un po’ su tutta la Costiera, molto famosa anche per questo nobile prodotto frutto della nostra tradizione, e che già di per se attraggono più clientela di quanto potrebbero sostenerne, con tutti i relativi rallentamenti e disagi del caso. Se questi locali hanno ad esempio venti tavoli e solo quattro o cinque posti auto, non possono pretendere di far parcheggiare le macchine sulla statale a chi non è riuscito a trovare posto all’interno.
Questo produce danno agli altri e non riuscirò mai a comprenderlo. Molti di voi penseranno: “E le autorità?” Domanda comprensibile, tuttavia la mia riflessione va al di là del fatto che le autorità preposte a fare i controlli restino colpevolmente inerti. Tutti noi siamo cittadini con diritti, doveri e coscienze. Quando ci vediamo minacciati e quando ci accorgiamo che ci stanno sottraendo dei diritti siamo i primi controllori a lamentarci ed abbiamo ragione a farlo. Noi siamo le prime sentinelle della legalità, se in assenza di controlli un cittadino non si comporta come dovrebbe, la responsabilità è certamente delle autorità per quello che gli compete, ma anche del cittadino stesso che con egoismo ed ingordigia diventa uno speculatore.
A proposito di speculazione. In Costiera Amalfitana siamo riusciti nello scopo clamoroso di trasformare un’opportunità di sostegno al reddito come l’apertura di una casa vacanza in una piaga sociale come quella che si sta abbattendo su tutti noi oggi. Io la chiamo “gentrificazione”, è un fenomeno complesso che non sto qua a spiegare ma che ha avuto per noi due effetti devastanti: drammatici sfratti con prezzi degli affitti alle stelle e mancanza di case, e migliaia di auto a noleggio in più all’anno che hanno reso un problema già di per se serio e complicato come quello dei bus turistici, come un fatto parziale. Quello che voglio dire oggi è che l’aumento spropositato dei posti letto dovuti ad attività extra alberghiere, hanno richiamato sulla nostra strada, la nostra unica arteria vitale, una fascia di turisti che viaggia con auto propria o a noleggio che, a mio modesto avviso, ha allargato e modificato la definizione di turista “mordi e fuggi”. Quante macchine in più oggi viaggiano rispetto a dieci anni fa? E dove parcheggiano? Misteri della fede!
Per questo ho più volte detto che il caos e il traffico rappresentano per noi della Costiera lo scotto del nostro benessere, della nostra ricchezza. La nostra offerta turistica è diventata mostruosa, andando molto oltre quella che è la sua soglia di sostenibilità ed il tornare indietro oggi è difficile, intervenire in maniera incisiva senza rischiare di mandare sul lastrico persone che hanno fatto investimenti è altissimo e coloro i quali pensano di poterlo fare così, dalla sera alla mattina, sono degli illusi e rappresentano dei pericoli pubblici.
Non voglio andare oltre, penso di aver reso bene l’idea. Penso di essere riuscito a spiegare bene il mio punto di vista che vuole considerare il dramma che abbiamo vissuto in questi giorni come il frutto di un insieme di colpe che sono molteplici ed appartengono a diverse epoche, oltre che a diverse personalità e situazioni. Concludo dedicando alcune riflessioni all’aspetto istituzionale della vicenda. Ho già avuto modo di definire l’approccio dei Sindaci della Costiera a questo fenomeno come un fallimento storico sotto tutti i punti di vista, tuttavia il fallimento è anche altrove e ricade innanzitutto su chi ha gestito le istituzioni negli ultimi decenni, amministrando l’allora presente in maniera miope senza guardare un po’ più in là del proprio naso, ignorando completamente i cambiamenti a cui il mondo stava andando incontro. In secundis, questo Prefetto è stato una delusione. Se un territorio non riesce ad essere unito, allora l’autorità immediatamente superiore deve prendere la decisione. Forse il Prefetto si sarà lasciato fregare dai sindaci, ma quando poi ha iniziato a capire che la situazione non si sarebbe evoluta, ha deciso di non decidere con la classica pilatesca lavata di mani. Così non si fa.
Grandi responsabilità vanno anche ai governanti nazionali e regionali di ogni epoca, per aver fatto sì che si creassero delle vacatio legislative che hanno impedito di governare fenomeni come la proliferazione di imprese turistiche extra alberghiere e per aver dato vita ad una liberalizzazione selvaggia delle licenze, senza alcun tipo di tutela per i territori urbanisticamente particolari come i nostri. Un applauso ai cialtroni che fino ad oggi ci hanno governato a Roma ed a Napoli.
Non mi stancherò mai infine di accusare quei Comuni che con la loro ipocrisia hanno minato, non solo le vecchie ordinanze Anas inquinandole con le famigerate “deroghe” ai bus di compagnie locali, impugnate e fatte decadere dal TAR consegnando la nostra strada alla giungla che è oggi, ma ogni tentativo di dialogo avuto fino ad oggi. Se il mio amico Daniele Milano Sindaco di Amalfi crede che queste persone possano sostenere con la giusta necessaria forza il suo progetto di ZTL territoriale, unico provvedimento che può salvarci da questo delirio di massa ed unica vera via d’uscita dal caos che incombe, allora farebbe bene a guardarsi le spalle, lui lo sa bene.
Enormi colpe hanno infine tutte quelle agenzie e quei tour operators che negli anni hanno trattato la Costiera come il cortile di casa propria, senza limite e senza alcun tentativo di autoregolamentazione. Se domani la situazione dovesse cambiare e non verrà loro più consentito di mungere la vacca così come hanno sempre fatto, non dovranno lamentarsi e non dovranno iniziare le battaglie legali che certamente ci saranno e di cui già ho sentito parlare.
Buona stagione a tutti, ma tutti tutti no.

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