Lettere da Piano di Sorrento – Smartphone..che passione

13 maggio 2019 | 12:22
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Lettere da Piano di Sorrento – Smartphone..che passione

LETTERE DA PIANO DI SORRENTO
SMARTPHONE…CHE PASSIONE!

Lo scrittore Carofiglio, autore di diversi romanzi di successo, in uno dei suoi libri, dice, tra l’altro: “tutti i nostri guai sono cominciati con l’avvento del computer”.
Secondo il mio punto di vista sono già cominciati con l’avvento della televisione, ma non voglio addentrarmi in un cunicolo di opinioni che potrebbe, quantomeno, farmi apparire per un antiprogressista. Una cosa però va detta: l’uomo si allontana sempre di più da sé stesso. La dirompente avanzata della tecnologia ha fatto regredire il pensiero filosofico, il “conosci te stesso” dei Greci oramai è sepolto nella polvere del tempo.
L’uomo moderno è alla ricerca dell’impossibile, dell’invisibile, dell’inscopribile, per stupire e per stupirsi; ma più si addentra nei misteri dell’Universo e meno si accorge di diventare sempre più solo, al punto di aver timore di restare con sé stesso. Lo scambio di opinione con gli altri, il dialogo, il confronto, il sapore dell’umano va scomparendo di giorno in giorno; siamo divenuti dei robot, degli automi; i meccanismi telematici si sono impadroniti di noi, al punto di neutralizzare le nostre personalità.
Andate in qualsiasi ufficio, commerciale, professionale, giudiziario, che dir si voglia e vi renderete conto che nessuno degli addetti sembra accorgersi di voi, teso com’è, appiccicato com’è sul video, immerso nel computer, questo apparecchio che sembra aver racchiuso l’intera Umanità, al punto di non potersi distrarre a guardare in faccia il prossimo. E pensiamo ad uno degli ultimi diabolici parti telematici: lo Smartphone. Sembra aver galvanizzato tutti, grandi e piccoli. Fa male vedere come giovanissimi siano diventati dipendenti di questi giocattoli colorati, di queste “pazzielle”, al punto di non sapersene distaccare. Quasi non si discute più, non c’è dialogo, non ci si ferma per discutere come una volta, non si leggono più libri ma si scambiano messaggini. A tavola vedo anche i miei nipoti che, mentre mangiano, sbirciano il loro phone, cosa che fanno anche gli adulti, scostumatamente, quando sono in casa d’altri.
Se non vado errato, la recente iniziativa di smettere l’utilizzo dello smartphone per una giornata è risultata poco edificante, molti, invitati a farlo, si sono rifiutati. È significativo: un ragazzino di 16 anni, invitato a non usarlo per una giornata, si è rifiutato dicendo: “ Non posso spegnerlo, come faccio a restare solo con me stesso?”
Questo episodio la dice lunga sulle proporzioni del fenomeno.
E non finisce qui. Vi è un altro rilievo sconcertante. Ho letto che siamo tutti sorvegliati, spiati. Financo i nostri elettrodomestici possono contenere microspie, rilevatrici delle nostre conversazioni più intime, quando crediamo di essere assolutamente soli in casa o in ufficio.
Per tutto questo non ci sono parole.
Una sola cosa mi vien voglia di fare, quando qualcuno richiama la “privacy” e la tutela delle sue regole, mi viene tanta voglia di fargli “una pernacchia” in faccia, alla Eduardo De Filippo.

avv. Augusto Maresca