Tra recupero passaggi comunali ed occupazione abusiva di suolo demaniale,a Sorrento oltre ai rifiuti ,altre sono le emergenze mare.
Manifestazioni importanti e coinvolgenti quelle organizzate dal Consigliere Comunale, Luigi Di Prisco. Un concreto impegno che tuttavia associazioni e cittadini vorrebbero che fosse esteso anche nel risolvere ataviche criticità che continuano a compromettere la libertà al mare sorrentino. Lotta all’occupazione abusiva del suolo demaniale e ripristino del passaggio comunale al Lido San Francesco, priorità per le Associazioni contro le illegalità.
Sorrento – Si è rivelata essere senz’altro una bella giornata dedicata al nostro mare, quella di sabato 11 Maggio a a Marina Grande. Un’evento durante il quale si è avuto l’occasione di mettere in pratica quanto disposto dal “Salvamare”. Un Disegno di Legge, proposto dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa (M5S), di recente approvato dal Consiglio dei Ministri, che introduce disposizioni per la promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l’economia circolare. Organizzata come sempre dal Consigliere comunale, Luigi di Prisco e dalla società Penisola Verde, la manifestazione ha visto, tra le tante Autorità, la partecipazione del Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della Risorsa mare, Salvatore Micillo; del Comandante, Ivan Savarese del Compartimento Marittimo di Castellammaredi Stabia e del Comandante della Guardia di Finanza di Massa Lubrense, Tenente Michele Iuorio.
Quanto realizzato finora da Luigi Di Prisco merita senz’altro attenzione ed ammirazione, da parte dell’intera comunità, sebbene tematiche importanti, come l’inquinamento marino e la tutela ambientale in genere, non sembrano rientrare nelle priorità dell’attuale Amministrazione comunale. Altrimenti, mentre ci si continua a farsi scudo,anche dal punto di vista mediatico, di iniziative personali come quelle del dinamico Consigliere non si spiegano determinate inerzie nell’affrontare ataviche problematiche che, senza un’adeguata e solerte soluzione, potrebbero presto condizionare in modo irreversibile il nostro beneamato territorio.
Con Francesco Gargiulo, critiche le Associazioni contro le illegalità e parte della cittadinanza che continuano a vedere in determinate manifestazioni soltanto una passerella per politici e rappresentanti delle istituzioni. Mentre problematiche importanti dal punto di vista ambientale , continuano ad attanagliare il territorio rimanendo irrisolte. Infatti seppur si deve dare atto all’impegno profuso negli anni da parte degli Uffici e delle Autorità preposte , oltre all’inquinamento marino,(scarichi abusivi, depurazione delle acque, separazione fra fogne bianche e nere) la cui soluzione continua a rimanere in “alto mare”,situazioni come l’occupazione abusiva di aree importanti di Demanio marittimo, continuano a non avere alcuna risposta concreta da parte dell’Amministazione comunale.
Tematiche circa le quali sarebbe opportuno maggiore attenzione anche da parte di coloro, esponenti politici e membri delle istituzioni, che con la risorsa mare cercano di mettersi in evidenza. Ma fin quando determinate situazioni non vengono affrontate in modo concreto, manifestazioni e passerelle che proclamano un mare libero e pulito, continueranno ad avere il tempo che trovano. Tra le tante situazioni in fase di stallo, proprio in questi giorni, le Associazioni contro le illegalità pongono ancora una volta l’attenzione sul mancato ripristino dello stato dei luoghi ed in particolare del passaggio comunale da parte dei gestori degli stabilimenti balneari del Lido San Francesco. I quali, come si ricorda,all’inizio della stagione balneare 2017, sono stati oggetto di sopralluoghi ,da parte delle Autorità preposte e successive segnalazioni all’Autorità Giudiziaria, a causa proprio degli abusi edilizi commessi su area demaniale nel corso degli ultimi decenni. Dopo il rifiuto da parte della Soprintendenza circa l’ipotesi di sanare le opere illegittime , dato che “non risultavano titoli autorizzativi, urbanistici e paesaggistici che legittimassero lo stato dei luoghi presi in considerazione, ma soprattutto che tali interventi incidevano negativamente sulla qualità paesaggistica del contesto tutelato, tra l’altro facente parte del demanio marittimo. Inoltre tali realizzazioni risultavano di notevole impatto ,ostacolando di fatto le libere visuali e dunque il pubblico godimento di un bene tutelato”. Una successiva proroga da parte della Procura della Repubblica permise ai gestori di rimediare agli abusi più lievi e pertanto proseguire con l’attività stagionale, rimandando nel successivo periodo invernale l’eliminazione delle irregolarità urbanistiche più gravi, compreso il ripristino della stradina comunale. Nonostante tali agevolazioni, per la sanatoria e ripristino delle opere realizzate senza titolo, il permesso a costruire, rilasciato già nel Maggio 2017 e con scadenza 31 Dicembre 2020, in particolar modo prevede il ripristino e la realizzazione della vecchia stradina comunale di collegamento tra l’area portuale e la spiaggetta dell’Hotel Syrene.Pena l’annullamento del permesso e delle concessioni. Proprio su tale punto che le Associazioni pongono i loro interrogativi. Ovvero se fino ad oggi nessuna iniziativa si registra, da parte dei gestori, nell’attuare, su suggerimento della Soprintendenza, quanto concesso dalla Procura della Repubblica, in relazione agli abusi più gravi, in particolare cosa succederà alla scadenza del permesso a costruire stabilito entro il dicembre del 2020? Non solo il permesso al momento sarebbe già nullo, a causa dell mancato inizio dei lavori entro i 12 mesi dal rilascio dello stesso. Ora salvo eventuale proroga, concessa per giustificati motivi, a chi spetta adottare i provvedimenti di competenza?
Circa i lavori in questione bisogna ancora una volta ribadire, che essi comprendono ristabilire il passaggio comunale tuttora ostruito dalle strutture illegittime degli stabilimenti. Per il quale da tempo i sorrentini chiedono all’Amministrazione comunale, di attivarsi concretamente. In particolar modo per l’attuale impossibilità da parte di mezzi di soccorso di raggiungere proprio gli stabilimenti in caso di emergenza. Una situazione da non sottovalutare affatto,da parte dei gestori proprietari delle concessioni, in quanto in tal senso la Legge inoltre prevede : ” l’Amministrazione concedente un bene pubblico, in presenza di un abuso edilizio consistente nella realizzazione di volumi sull’area oggetto della concessione, deve far venire meno il titolo concessorio, riacquistando la disponibilità materiale dell’area”. Pertanto sarebbe opportuno che i concessionari si adoperassero in tal senso. In modo tale, da non presentarsi alla scadenza del 2020 senza aver adempiuto quanto previsto dal Permesso di costruire in sanatoria n. 10 del 13 Maggio 2017. Circa la cui efficacia e decadenza, il DPR n.380/2001 Suppl. Ordinario n. 239 Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. Testo vigente – Versione agg. a L. 89/2018 – Vigente e aggiornato al 03/01/2019, all’art. 15, prevede:
Art. 15 – Efficacia temporale e decadenza del permesso di costruire 1. Nel permesso di costruire sono indicati i termini di inizio e di ultimazione dei lavori. 2. Il termine per l’inizio dei lavori non può essere superiore ad un anno dal rilascio del titolo; quello di ultimazione, entro il quale l’opera deve essere completata, non può superare tre anni dall’inizio dei lavori. Decorsi tali termini il permesso decade di diritto per la parte non eseguita, tranne che, anteriormente alla scadenza, venga richiesta una proroga. La proroga può essere accordata, con provvedimento motivato, per fatti sopravvenuti, estranei alla volontà del titolare del permesso, oppure in considerazione della mole dell’opera da realizzare, delle sue particolari caratteristiche tecnico-costruttive, o di difficoltà tecnico-esecutive emerse successivamente all’inizio dei lavori, ovvero quando si tratti di opere pubbliche il cui finanziamento sia previsto in più esercizi finanziari. 2-bis. La proroga dei termini per l’inizio e l’ultimazione dei lavori è comunque accordata qualora i lavori non possano essere iniziati o conclusi per iniziative dell’amministrazione o dell’autorità giudiziaria rivelatesi poi infondate. 3. La realizzazione della parte dell’intervento non ultimata nel termine stabilito è subordinata al rilascio di nuovo permesso per le opere ancora da eseguire, salvo che le stesse non rientrino tra quelle realizzabili mediante segnalazione certificata di inizio attività ai sensi dell’articolo 22. Si procede altresì, ove necessario, al ricalcolo del contributo di costruzione. 4. Il permesso decade con l’entrata in vigore di contrastanti previsioni urbanistiche, salvo che i lavori siano già iniziati e vengano completati entro il termine di tre anni dalla data di inizio. – 14 maggio 2019 – salvatorecaccaviello.