Sant’Antonio Abate verso la sfida, ecco i retroscena

14 maggio 2019 | 13:42
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Sant’Antonio Abate verso la sfida, ecco i retroscena

Fiorangela d’Amora
Tra i comuni dei Monti Lattari chiamati al voto, Sant’Antonio Abate è il più grande, contando una popolazione di 19mila abitanti e 12mila votanti. Come riporta il Mattino, i tre candidati a sindaco, 10 liste, ex amministratori e volti nuovi della politica, le comunali 2019 si annunciano vivaci. Nel classico scontro tra maggioranza e opposizione che ha visto schierarsi un volto noto come Carmine D’Aniello contro la giovane figlia d’arte Ilaria Abagnale, si è inserito il 75enne già sindaco Antonino D’Auria. La personalità istrionica dell’ex democristiano e segretario particolare di Antonio Gava è la spina nel fianco che potrebbe sbaragliare i giochi. «Per undici anni sono stato a margine dell’impegno diretto per consentire ad altri di essere in prima linea – commenta D’Auria – Visti i risultati non eccezionali e la gravità dell’attuale condizione in cui versa la nostra città, non è più consentito a nessuno di restare a guardare».
LA CONTRAPPOSIZIONE
D’Auria è stato alla guida della città dal 2005 fino al dicembre del 2008, quando parte della sua maggioranza decise per la sfiducia in consiglio comunale. Se nel 2014 un malore lo costrinse al ritiro, dopo essere stato designato dal Pd come candidato di coalizione, D’Auria questa volta non fa nessun passo indietro: «In questa campagna elettorale si sta parlando molto di vecchio e nuovo, di giovani e non giovani. Ritengo che la contrapposizione tra vecchio e nuovo non abbia molto senso perché il nuovo, senza un progetto, senza esperienza amministrativa di per sé non rappresenta un reale cambiamento in meglio». Rappresenta invece la continuità con l’amministrazione uscente Carmine D’Aniello, ex consigliere di maggioranza sostenuto da 5 liste. «Ho realizzato numerosi eventi e attività socio-culturali a Sant’Antonio Abate, iniziative per il territorio che hanno avuto come comune denominatore la collaborazione e la condivisione tra persone differenti fra di loro», spiega D’Aniello: «Da sempre sono un sostenitore convinto delle potenzialità di questo paese, vi ho investito tempo e risorse, costringendo altri a rincorrermi, creando una competizione virtuosa che ha fatto solo bene al territorio». Ora l’ex consigliere comunale, perito agrario di professione, sostenuto anche dal sindaco uscente Antonio Varone prova ad accelerare. «Vorrei creare un brand del territorio dei Monti Lattari, in grado di attrarre turismo mirato». La città moderna di D’Aniello si basa anche sul nuovo Piano Urbanistico, approvato quando era tra i banchi del consiglio comunale. «Il Puc ci permetterà di dare sviluppo e rilanciare le aziende, mentre con la creazione di uno sportello dedicato al lavoro potremmo creare nuove competenze e nuove opportunità».
LA DEBUTTANTE
Non ha mai masticato la politica invece l’unica donna candidato a sindaco Ilaria Abagnale. La 37enne, sostenuta da 4 liste, ha dalla sua ex consiglieri di maggioranza tra cui il padre Mario e il suocero Agostino Rispoli, il più votato nella scorsa tornata elettorale. Imprenditrice nel settore delle auto e impegnata nel sociale, la Abagnale ha fondato l’associazione #Vivi80057. «Se dovessi indicare la parola chiave che mi ha spinto verso questa candidatura – commenta – non avrei alcuna esitazione nel dire i giovani. Il contatto quotidiano con decine di ragazzi e ragazze, nella gestione di un’autoscuola da me creata e portata avanti, mi ha condotto ad intercettare il loro malessere per vivere in una realtà troppo poco dinamica e priva di opportunità. La responsabilità di dover agire dinanzi a una simile realtà ha fatto il resto». La sua è una campagna elettorale giovane, in netta contrapposizione con i suoi avversari politici anche nei temi trattati nel programma di governo. «Il nostro programma è incentrato su due aspetti essenziali: la centralità del cittadino e il miglioramento della vivibilità del contesto. Essenziale per noi l’ampio ed articolato piano di riqualificazione urbana, in particolare delle zone verdi del paese. E la rivalutazione di due eventi caratteristici della nostra tradizione popolare e culturale, quali la Fiera di Sant’Antonio Abate e il Carnevale abatese».